sabato 22 maggio 2010

Ritorno al futuro

Il viaggio di ritorno comincia con l’adunata alle 4.20 alla reception dell’albergo.
Due ore appena di sonno sembrano essere bastate a recuperare il minimo. Si riconsegna la chiave elettronica.
La vita dell’albergo sembra non risentire dell’ora e del tempo. I Tavoli da Gioco hanno ancora avventori. Si nota solo un minor numero di persone che vagano, ma nulla fa pensare alle quattro del mattino.
All’aeroporto c’è il tempo per giocare tre dollari alla slot machine. "Vedi mai che…", ma perdo solamente tre dollari.
La perquisizione d’obbligo passa senza intoppi, oramai mi sono abituato.
Il volo verso New York mi sembra inaspettatamente breve. Partenza verso le sette del mattino, arrivo verso le tre del pomeriggio a New York, comprese le tre ore di fuso in aggiunta. Il ritorno al futuro è iniziato.
La partenza da New York avviene, in ritardo verso le 19.30, si arriverà domani a Milano alle 9.30.
New York scompare all’orizzonte baciato dal sole al tramonto. In breve si piomba nella notte. Per ore il mio cielo ha solo la luce intermittente dell’ala, il resto è buio assoluto.
Riesco a dormire un po’, non so quanto. Ascolto musica, la mia playlist sull’IPOD.
Poi verso non so che ora, di non so quale fuso, la luce ritorna, blu notte, blu, azzurro scuro, azzurro. E’ di nuovo mattina, ma sotto c’è ancora il mare.
Arriva la colazione, “finalmente”, penso. Il vassoio contiene una banana e una pastina. Addento la banana poi la focaccia.  Quest’ultima è un misto di dolce con dentro una frittata, non era quello che mi sarei aspettato. Ingurgito e prendo il caffè.
Compare la terra, ipotizzo sia la costa nord ovest della Francia oppure la Bretagna e Normandia. Poi scorre sotto la terra di Francia con i suoi boschi e città.
Le Alpi sono l’ultimo spettacolo di questo volo, sono bianche di neve e di ghiacciai.  Poi sopra le risaie del Piemonte si prepara l’atterraggio.
A terra tutto bene. I bagagli sono con me. Sono le 9.30 del mattino.
Alle 14.30 del 21 Maggio, dopo l’ultimo tratto in auto, finisce il viaggio. Riapro la porta di casa.
Il ritorno al futuro è concluso. Ho riacciuffato l’orologio di casa che per qualche giorno era scappato avanti di nove ore.
Posso ritornare alla mia vita.
Ogni volta che torno da un viaggio, mi viene la voglia di ricominciarne un altro.
Ogni volta che si sta per un po’ di tempo nello stesso luogo, vale la pena pensare a un viaggio.

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