sabato 31 luglio 2010

Per non dimenticare

Alle 10.25 del 2 agosto 1980 una bomba esplode nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna: 85 morti e 218 feriti.

Sfide

Mi sono sempre allenato da solo, con la sola compagnia della radiolina, che nei primi anni novanta tenevo in mano. La cosa era molto rilassante. Correre anche se ripassavo spesso per le stesse strade, scaricava molte tensioni e mi ha aiutato a superare quegli anni con tutta l'energia necessaria.
Ascoltavo alla radio, solitamente musica, con cui spesso cercavo di sincronizzare il passo mantenendo un ritmo elevato, dettato in genere dalle percussioni, per la durata dell'intero brano.
Altre volte, quando la musica non era sufficientemente ritmata, non era difficile trovare altri stimoli per accelerare il ritmo come cercare di seguire una bicicletta o raggiungere un altro podista che appariva in lontananza. L'allenamento trascorreva meno noioso, il tempo si accorciava mentre la fatica si concentrava in un periodo più breve rendendo l'allenamento più efficace.
Poche volte, invece, mi è successo di allenarmi con altri. Il motivo principale era la difficoltà di trovare un compagno di allenamento dello stesso livello, spesso o si correva più lentamente del previsto oppure ci si accompagnava con chi era capace di ritmi più alti e diventava una fatica improba mantenere il ritmo senza palesare difficoltà alcuna.

In alcune occasioni la corsa in compagnia partiva in maniera rilassata, ad un ritmo lento ma non troppo, parlando del più e del meno (ma solitamente di corsa), come due amici seduti su una panchina al parco.
A dirla tutta, inizialmente, era un divertimento.
L'allenamento solitamente puntava ai venti e più km e l'obiettivo era mantenere un ritmo poco più basso del ritmo gara.
Impostato il ritmo di base si proseguiva appaiati guardando il cronometro passando davanti ai riferimenti tracciati lungo il percorso. Si facevano delle considerazioni sul ritmo e sulle condizioni di ognuno. " Nessun problema", era la risposta più comune.
Ciascuno era preoccupato di rimanere appaiato all'altro senza cedere di un millimetro, anzi possibilmente sopravanzarlo di un centimetro.
Chi si sentiva, poi , di un centimetro indietro, pensava immediatamente a rimediare riprendendosi il primato di un nuovo centimetro e naturalmente la velocità cresceva, cresceva, cresceva.
L'effetto portava nel giro di un paio di km a un notevole  incremento di velocità, nessuno più parlava ma soprattutto nessuno voleva cedere per primo. Raggiunta quindi la velocità limite, la cosa più importante diventava mantenerla per vedere chi avrebbe mollato per primo.
Il punto di rottura arrivava e uno dei due alzava bandiera bianca con una frase del tipo " meglio che recuperiamo", che dava l'impressione di pensare al bene comune ma che faceva gongolare l'altro che aveva resistito un secondo di più.

Sul lavoro invece capita di parlare con dei super esperti, in gergo si chiamano guru. Conoscono moltissime cose, spesso sanno tutto di tutto o sono super specializzati su una particolare materia o tecnologia. Alcuni di questi appartengono a una razza strana, adorano esternare le loro conoscenze, come il pavone apre la propria coda. Molti di loro però non sanno comunicare, apparendo, ahiii loro, incomprensibili.

Quando il divario di conoscenza è molto diverso, lo specialista va a nozze, utilizza le sue conoscenze per ammaliare l'interlocutore, che poverino all'inizio cerca di capire, poi nel prosieguo della discussione si preoccupa solamente di non far apparire la confusione che via via gli si sta creando in testa.
Parlare con queste persone non è facile come non era facile seguire di corsa chi era più allenato e veloce senza farlo capire.

Quando invece due guru si trovano di fronte, allora lo spettacolo vale il prezzo del biglietto. La discussione  parte soft, moderatamente tecnica. Le domande servono a definire il perimetro ma soprattutto a capire quanto guru è l'altro.
Dopo un pò di "quasi convenevoli", ecco il primo affondo, una sigla, un termine specifico, buttato là contestualizzato e arricchito con frasi ancora più specialistiche.
La risposta dell'altro non si fa attendere, snocciola non una ma più sigle, descrivendo scenari ancora più interni.

La tenzone continua tra un tripudio di sigle, termini inglesi usati a sproposito, concetti specifici ma completamente al di fuori del tema iniziale della discussione, spesso anche non del tutto corretti.

Un pavoneggiamento che ha il solo obiettivo di far cedere il guru meno guru.

Chi ha la sventura di partecipare a situazioni di questo tipo ne esce frastornato, maturando la convinzione che un guru basta e avanza.

Poi quando il più debole ha ceduto, il più delle volte per esaurimento sigle, dopo aver parlato di aspetti estremamente dettagliati e specifici, guru e non guru convengono su decisioni e soluzioni estremamente semplici e a volte semplicistiche che chiunque, a volte munito del solo buon senso può prendere lasciando i guru ciascuno nei propri laboratori tra alambicchi e fumi di ogni tipo.

venerdì 30 luglio 2010

Pensiero

Ti guardavo ieri sera,
eri assente,
avevi occhi fuggenti,
ho pensato :

"Non ti riconosco più"

Fine giornata

Alla fine di un progetto, importante, sfidante per i tempi imposti da richieste esterne, principalmente economiche, spesso ci si trova a rincorrere problemi, cose che non vogliono chiudersi.

Analogamente a quando si prepara un viaggio,dopo aver affrontato le questioni più importanti, si devono mettere a punto i particolari, le cose che si davano per scontate, ma che possono, se mancanti, mettere a repentaglio l'intero viaggio.

Magari restassero solo i particolari scontati, resta ben altro ! Nella frenesia generale ci si accorge che le cose scontate, scontate non lo sono per niente, anzi richiedono un'attenzione non prevista, pianificazione e attività aggiuntive.

Il corso del tempo, così, diventa cadenzato da troppe attività, risorse allocate pensando alla ubiquità alla onnipotenza, insomma si comincia seriamente a credere nei  miracoli.
Poi ci sono i manager che entrano in campo per infondere coraggio e motivazioni, come se non ce ne fossero o stessero finendo.
Le motivazioni ci sono, per soddisfazione personale ma anche per attaccamento all'azienda per cui da troppo tempo (dicono i manager) lavoriamo. Siamo uomini del secolo scorso.

Poi si pensa alle soluzioni, alle scorciatoie verso il successo (del progetto), si diventa creativi rischiando, nonostante i detrattori gratuiti, cercando l'appoggio di chi non sembrava determinate. E' come se a fine partita si puntasse per la vittoria su un debuttante. I debuttanti a volte sono determinanti e non aspettano altro che debuttare. Bravi i debuttanti ma una forma di saggezza anche saperli scegliere al momento giusto.
Qualcuno direbbe : "solo una questione di fortuna".
La fortuna va ricercata, magari prendendo qualche smacco, ma prima o poi si accorge di te, fosse anche per pochi attimi.

Piccole soddisfazioni che aiutano a riempire giornate come quest'ultime, da bicchiere semivuoto.
Soddisfazioni che non cambiano la vita, ma danno un paio d'ore di sollievo, pronti a prendere in carico un nuovo problema che il progetto ti affida.

Dimenticavo : non la definirei saggezza, meglio, disperazione.

martedì 27 luglio 2010

Magari

"Arrabbiato ?", "Forse".

"Perchè ?" , mi sto chiedendo,
ma soprattutto, "Con chi ?"

Non ne vale la pena.
Chi mi sta intorno, oggi, ha molte più frecce di quante io ne abbia.
Stasera mi sentivo talmente stanco,
da realizzare, come poche volte,
la mia condizione.

"Vada dove vuole ......", diceva il cardiologo.
"Magari !", mi viene da dire stasera.
Ma le montagne, stasera, centrano poco.

IPOD Playlist

..... Tu che sei cio' che sei
che non cambierai mai
promettimi che
ci sara' sempre un posto
che tieni caldo per me...

Tutte le strade portano a te - Ligabue

lunedì 26 luglio 2010

Spagna, sempre Spagna, fortissimamente Spagna

Sul mondiale di calcio abbiamo già detto, visto e pure dimenticato.
Ha vinto la Spagna, più o meno favorita, segnando un goal  a partita e perdendo la prima.
Grande collettivo, come si dice in questi casi, grande organizzazione di gioco e possesso palla superiore a qualsiasi altra squadra presente al mondiale.

Prima c'era stato Wimbledon,che aveva avuto come vincitore Nadal, guarda caso spagnolo di Palma di Maiorca.
Numero uno o due del mondo,non ricordo ma ancora Spagna.
Anche di questo non se ne parla più, cose passate da circa 3 settimane, era il 4 luglio.

Veniamo a ieri. Alle 14 gran premio di Germania, le Ferrari sembrano risorte, Alonso e Massa partono  secondo e terzo. Verso la fine del Gran Premio, Massa che si trovava davanti si sente dire in cuffia : " Il tuo compagno è più veloce di te". Messaggio in codice che significa : " Lascia passare Alonso".  Massa frena e lo spagnolo Alonso vince il Gran premio di Germania. Complimenti alla Ferrari per la gestione corretta della comunicazione in pista e fuori.
Al tg : "La Ferrati multata di soli 100 mila dollari".  Che vuoi che sia, se vinceva Massa a darli in beneficenza si faceva miglior figura.

Poi verso le cinque, vittoria annunciata. Contador vince il tour de France.  In classifica generale stacca di 39 secondi Schleck. Guarda caso i secondi che Contador aveva guadagnato sfruttando il salto di catena di Andy Schleck. Contador, per chi non lo sapesse  è Spagnolo.

Infine verso mezzanotte, c'è la Moto GP a Laguna Seca. Pista molto particolare e spettacolare.
La prima fila vede due spagnoli  Lorenzo e Pedrosa, separati dall'australiano Stoner.
Partenza bruciante di Pedrosa che bucia gli altri due. Sembra andarsene, seguito da Stoner e Lorenzo.
Mi sono detto : " magari vince uno spagnolo", ma in cuor mio tifavo Stoner.
Stoner ne fa una delle sue, sbaglia una curva e si fa passare da Lorenzo che si mette a seguire Pedrosa.
Quest'ultimo vistosi braccato non regge la tensione e tira dritto in una curva.

Lorenzo si trova in testa e vince seguito da Stoner e Rossi. Lorenzo, guarda caso, è spagnolo pure lui.
Quando la vittoria rischia di sfuggire, meglio provarci in due.

Per chiudere, il torneo di briscola organizzato presso il Bar Alpino, vicino a casa mia, è stato vinto, verso le due di notte, da Pedro, uno spagnolo da venti anni in  Italia.

Pensieri e parole

Il lavoro nobilita l'uomo anche se quasi sempre è l'uomo che nobilita il lavoro. Purtroppo sembra che di lavoro ce ne sia sempre meno per noi, per i giovani e per i non più giovani.
I primi costano poco ma non hanno la necessaria esperienza il secondi invece hanno l'esperienza ma spesso costano. Tutti vorrebbero pagare l'esperienza e la conoscenza sempre meno vista la concorrenza indotta dalla globalizzazione.
La verità è quella sopra, lavoro c'è ne sempre meno e questo giro del mondo che il lavoro sta facendo prima o poi ripasserà da queste parti.
Ora si aggira dalle parti della Cina e dell'India e tra non molto migrerà verso i lidi Africani, forse non ci rimarrà per molto vista la diversa cultura del lavoro fortemente influenzata dal clima e dalle situazioni ambientali e storiche. Chissà se volgendo lo sguardo a nord si riscoprirà la vecchia europa.

Chi vivrà vedrà.

Qui si discute molto, si migra da una riunione all'altra, senza avere la sensazione di uscirne con decisioni prese. Molte volte è un'occasione di ritrovo tra persone sbagliate o tra troppe persone.
E' vero spesso viene il dubbio che l'essere in troppi ci abbia di fatto complicato la vita, obbligandoci a organizzarci diversamente e inventare mestieri nuovi.

Probabilmente il mondo diventa sempre più complesso e difficile da gestire, questo non si può negare.

Si guarda molto alla forma, poco alla sostanza. Un esempio. Si usa la mail come un'arma impropria. L'aver inviato una mail è normalmente un sollevarsi dalle responsabilità, della serie : “io te lo avevo detto, e ne ho le prove”.

Questo comportamento induce una certa superficialità nell'analisi dei problemi e delle cose da fare, si può sempre tirare in ballo qualcun altro e mettersi in attesa della risposta.
Le ricevute di ritorno danno la tranquillità che manca.
Poi ti ritrovi con 100 e passa mail che ti aspettano, tutte da leggere, capirle, alcune a cui rispondere, niente è semplice quando poi devi coinvolgere altri per una risposta che si rispetti.

Si innescano catene di sant'antonio, che allungano i tempi e fanno perdere il nocciolo della questione. In molti casi un incontro o meglio una telefonata risolverebbe tutto o quasi tutto.

Poi ci sono i plus della tecnologia. Fare le stesse cose di prima meglio di quanto si facevano in precedenza. Qualcuno la chiama innovazione.
La telefonata si sta trasformando in video chiamata. Fino a poco tempo fa bastava parlare con una persona al telefono, oggi la posso anche vedere, leggere ben oltre le parole che dice, misurandone le reazioni emotive sul viso o lo sguardo fuggente.
La “telepresence” sta rivoluzionando il mondo delle trasferte per meeting direzionali. Tutti si possono “incontrare” in sale virtuali standosene comodamente seduti alla loro scrivania.
Si riasparmia, si viaggia meno non si perde tempo.

Il telefono in quanto veicolatore della voce sta tramontando, il passo verso le video chiamate sarà breve e tra non molto alla portata di tutti.
Servirà a tutti o sarà essensiale per tutti ? Sicuramente no, anzi ci chiederemo come farne a meno per evitare imbarazzi inutili. 

Come vale la pena chiederci come fare a meno del telefono.
Se penso a quale era il rapporto con il telefono 30 anni fa tutto è cambiato in modo radicale.
A vederlo con gli occhi di allora è come se oggi viaggiassimo con una cabina telefonica sulle spalle o con un filo che ci collega in continuazione al telefono di casa ovunque andiamo.
Prima c'eravamo e non c'eravamo oggi ci siamo sempre e quasi mai ci viene da pensare di spegnere questa sorta di guinzaglio senza fili. Staccare, pretendere uno spazio vuoto, può sembrare un emarginarsi, uscire dal gioco, non tenere il ritmo che il mondo che ci circonda ci richiede. Alla fine si risponde e si cerca di non perdere un colpo.

Così mettendo in relazione  mail, palmari, cellulari , video chiamate nasce il mondo della Unify Communication. Comunicazione Unificata cosa vuol dire ? Vuol dire che la collaborazione deve essere ancora più stretta. Se non ci trovano al telefono fisso , provano al cellulare, poi alla fine il tutto finisce sulla posta elettronica. Tutto pilotato da un solo numero di telefono. Un sistema unico a cui si  può dire dove sono  (in ufficio o fuori), cosa faccio (riunione, libero, occupato). Alla fine chi ci cerca, anche se non ci trova, ha la possibilità di lasciarci comunque un messaggio vocale nella casella di posta , piuttosto che aspettare e richiamare. Una sorta di evoluzione della segreteria telefonica.
Rispondendo ci si  può collegare indifferentemente dall'ufficio come da una spiaggia caraibica, non c'è differenza, a parte alla concentrazione, prossima allo zero, che si può trovare grazie a un paesaggio dalle parti di santo domingo.

Per quello che una volta si chiamava volgarmente chat ed era considerata un'attività da perditempo, oggi si è coniato il nome  "instant messaging", ed è uno strumento di collaborazione all'interno della Unify Communication.
Insomma le cose cambiano e tutto trova prima o poi la sua dignità e una sua collocazione.

Anche le puttane da quando si chiamano escort sembrano tutt'altra cosa.

Pensieri, disordinati, a margine di un giorno di lavoro, passato tra strane situazioni, inspiegabili, lontane da il mio modo di vedere ma a cui cerco di adeguarmi, pensando che forse sono io la nota stonata.

Alla prossima.

Cardiopatici e cardioaspirine

Da circa quindici giorni non prendo più il gastroprotettivo, quello del mattino per prevenire i danni della cardioaspirina di mezzzogiorno.
Banali problemi di approvigionamento : gli orari del dottore difficili da combinare con quelli del lavoro a 50 km, per giunta, in questo periodo in cui sono senza macchina.

Ho aspettato a ricostituire le scorte, conscio che solo la cardio aspirina è il farmaco "salva vita" a cui devo affidarmi. Gli altri sono di contorno o coadiuvanti.  Inoltre il dosaggio dei farmaci e quello della massima quantità ordinabile hanno passi differenti.
La cardioaspirina la devo riassortire ogni 3 mesi, il gastro protettivo ogni mese. Aggiungendo il fatto che, di questi tempi, sono un pò sbadato, si può capire  facilmente come si possa arrivare ad esaurimento delle scorte.

Morale, lo stomaco fa male. Non da soffrirci molto, ma un fastidio continuo, un pizzichio che non mi abbandona mai, nemmeno dopo mangiato. Io cerco di ignorarlo senza piagnucolare ma la cosa mi fa pensare .
Sono certo che il motivo non è ne il cibo ne il vino, presi tutti in dosi moderate. Così mi viene il sospetto che anche i coadiuvanti siano "salva qualcosa".

Da stasera mi sono rimesso a regime. Le scorte di tutte le medicine sono ripristinate, mancano solo le batterie alla macchina misura pressione. Cambierò pure quelle molto prima , visto che non serve il medico.
Da domani vediamo gli effetti e avrò la controprova.

venerdì 23 luglio 2010

Da "spinoza.it"

Celebrazioni di via D’Amelio: presenti cariche dello Stato. Proprio come allora.

Fra qualche anno in molte città ci saranno delle targhe con su scritto“Qui Marcello Dell’Utri non si incontrò con nessuno”.

Radio Vaticana si difende dalle accuse sulle antenne: “Il nesso tra tumori e onde elettromagnetiche non è scientificamente dimostrato”. Guarda un po’ chi è tornato strisciando.

Spinoza

giovedì 22 luglio 2010

Verso.....dove ?

Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia !
chi vuol esser lieto, sia :
di doman non c'è certezza.


Buongiorno

Oggi è un altro giorno,
meglio di ieri peggio di domani ?

Forse, chissa .....

Prima o poi capiterà.
Per oggi non guardo i parametri macchina,
non serve.

mercoledì 21 luglio 2010

Epitaffio

Ha fatto una buona partita,
svolgendo con  diligenza i compiti che
gli erano stati assegnati.

Verso la metà del secondo tempo ha sbagliato
dei goal fatti,
pregiudicando il risultato finale.

Il giorno dopo tutti ricordavano
solo i suoi errori.

I cocci

Le cose pregiate hanno diritto a un posto di primo piano, in primo luogo per essere ammirate, poi per essere curate e per farci compiacere della scelta e del nostro gusto per la bellezza.
Gli oggetti che ci circondano sono lo specchio della nostra sensibilità e forse anche della nostra serenità.
Insomma se si riesce a vedere il bello e scegliere le cose che ci piacciono vuol dire che anche la nostra vita dopo tutto non ci dispiace.
L'aver scelto il vaso per adornare il tavolo della cucina mi era sembrato la conferma che anch'io avevo una concezione del bello e portavo dentro di me una sensibilità che non conoscevo.
Di questo passo avrei imparato a scegliere, senza fare strafalcioni, i vestiti che indossavo al mattino, sempre nel dubbio di abbinarli nel modo sbagliato.

La posizione non fu difficile da trovare, la mia casa ha pochi ripiani e di quei pochi, uno o due sono degni di ospitare in modo permanente un simile gioiello, presentandolo in bella vista a coloro che fossero entrati nella sala da pranzo.

Un paio di volte alla settimana, mi preoccupavo di spolverare il tutto, facendo bene attenzione nel maneggiarlo per non farlo cadere.  Tutto filò liscio e il mio primo soprammobile mi parve per molto tempo il mio primo cent portafortuna, verso una carriera di collezionista d'arte.

La sera che tornai, un pò brillo, dopo una cena nel mio ristorante di pesce preferito, verso le due della notte, decisi che era quello il momento per levare l'odiosa polvere che rendeva opaca la superficie del mio soprammobile. Presi l'occorrente dal vicino sgabuzzino e con la tremante sicurezza dell'alcool, cominciai la pulizia senza la usuale attenzione e circospezione.
Le mano sudate e tremanti persero in un attimo la presa e anche se tese verso un disperato recupero non seppero evitare la caduta e il fragoroso rumore di cocci sparati verso ogni dove.
Il rumore sembrò anche risuonarmi dentro, fondo e sordo, frantumando ciò che fino a poco prima curavo con pignoleria. Era bastato la leggerezza di una serata tra ostriche e prosecco a dimenticare l'attenzione e la tempestività delle mie azioni.
Il fatto era avvenuto. I cocci erano là  per terra, fermi immobile. Li guardai , in fondo non si era ridotto in briciole, pensai, i pochi pezzi potevano essere rimessi assieme, con pazienza e una buona colla. Con un po' di fortuna potevo ricomporre tutto quasi come fosse nuovo.
Fu così che in un paio di serate, quasi a ricomporre un puzzle , rimisi assieme tutto.
A fare i pignoli, ficcando il naso a pochi centimetri si notavano le incollature ma generalmente da una certa distanza tutto sembrava intatto, anche l'antica lucentezza sembrava ripristinata.
Fu così che in poco tempo abituai l'occhio a questa nuova bellezza e il tonfo si perse sempre più nel tempo.
Passarono le settimane e nulla successe che fosse degno di nota. Solita vita, il ripetersi delle situazioni infondeva anche una certa sicurezza che il peggio fosse passato.

A breve pensavo di arricchire la mia collezione magari ricercando un quadro, qualcosa che in un pò di tempo si sarebbe rivalutato. Pensieri a cui non seguirono azioni, il ripensare più volte alle cose è una mia caratteristica. Non presi mai una decisione e i propositi rimasero solo intenzioni.
Fu invece che, un sabato mattina, riassestando la casa, questa volta sobrio, persi per un attimo la cognizione della mia posizione e in maniera quasi impercettibile andai a toccare  quel vaso appoggiato come sempre sul tavolo di fronte alla tv.
Anche questa volta ogni recupero fu vano. La caduta fu meno fragorosa, forse perchè già la  prima volta aveva creato una forma di abitudine o forse  perchè minore fu il danno che tutto ciò provocò.

La delusione fu grande, probabilmente più per la sbadattaggine e la poca attenzione nel fare le cose. Oramai il mio rapporto con quel prezioso era anche e solo il termometro della mia serenità, del mio saper governarmi la vita. Ogni danno provocato era un mattone della mia sicurezza che lanciavo lontano, tra sterpi e ortiche, irrecuperabile.
Anche questa volta tentai il recupero. Il lato che aveva sbattuto per terra era andato in tanti piccoli pezzi, alcuni recuperabili, altri erano briciole che nemmeno un orologiaio avrebbe ricomposto. Il resto sembrava non aver subito danni.
Raccolsi i cocci più grossi e pian piano li riassestai a riformare il bordo danneggiato.
Il lavoro nei limiti del possibile sembrò un successo. Ma il risultato non era quello voluto.  Alcuni pezzi non recuperati creavano delle irregolarità visibili anche a uno sguardo distratto e lontano.
Il gioiello era distrutto, ma caparbiamente non lo buttai e continuai a mantenerlo sul tavolo, volgendo la parte ancora perfetta e nascondendo verso l'angolo quella irrecuperata.
Tenerlo fu quasi il non ammettere il fallimento, coltivando la speranza che il tempo avrebbe abituato l'occhio alla imperfezione, riconoscendo nelle parti intatte l'antico splendore.

Anche questa volta, il tempo passò, l'occhio parve non voler vedere ciò che non era più bello e prezioso. Il vaso diventò un soprammobile di ripiego, qualcosa parcheggiato in attesa di essere sostituito da qualcosa di nuovamente prezioso. A volte la poca cura, ne evidenziava ancor di più le ferite.
Insomma il destino sembrava segnato. Non destava più l'interesse di un tempo.
Non era più il simbolo di bellezza e non risvegliava più la sensibilità dei tempi migliori.

Fu così che la terza volta che fini per terra, sembrò accentuare la caduta, provocando tanti cocci da perdere ogni sembianza e identità di un tempo. Rimasero solo cocci.
Non pensai a nessun recupero. La caparbietà nel rivolerlo sul tavolo in bella mostra da tempo era perduta. Forse era il momento di buttarlo e l'ultimo incidente non aveva fatto che accelerare la decisione.
Il sogno di bellezza era svanito.
Tutto finì tra i calcinacci dietro casa.

I cocci rimangono cocci e il loro destino non può essere che diventare altri cocci, più piccoli che via via perdono l'identità e le forme originali.
L'entusiasmo e la serenità iniziali difficilmente sopravvivono ai cocci.
Inevitabilmente ne seguono il destino.

lunedì 19 luglio 2010

Stent Riassorbibili

Ogni giorno c'è n'è una di nuova, dovremmo dire.
Ma per quelli come noi che continuano a vivere anche grazie a qualche piccolo meccanismo che portiamo dentro la notizia porta un pò di ottimismo.

Stent Riassorbibili

Gli stent, questi tubetti che vengono usati per controllare le coronarie a ridosso o dopo un infarto, con l'andare degli anni, possono portare qualche controindicazione.
Ecco arrivare, in questi giorni, la nuova generazione, i nuovi modelli, che svolto il loro compito normalizzatore spariscono assorbiti dall'organismo, evitando i problemi del lungo periodo.

Quelli come me che portano dentro la versione precedente, magari reclamano un aggiornamento hardware. Ma ci sarà tempo e modo per un eventuale sostituzione.
L'attesa di un qualcosa di una scoperta che aumenti la prospettiva di vita è una condizione di molti malati, più o meno gravi, ma anche di tutti coloro che vivono sani e che ammalarsi non vogliono.

Nello specifico è rassicurante che qualcuno pensi al cuore e alle malattie che lo caratterizzano. Qualcuno pensa a me, sicuramente per business, ma intanto ci pensa.
Magari il prossimo ICD, sarà piccolo la metà e non avrà bisogno di fili, come già da qualche parte si sente già raccontare. Tutti noi, prossimamente, ci sentiremo un pò più normali, magari rassicurati come quando si mette una protesi ai denti.

Non bisognerebbe mai ammalarsi, ma non potendone fare a meno, speriamo di ammalarci al momento giusto.
Per il momento, continuiamo a volerci bene, è una vecchia tecnologia ma vale come mille cardioaspirine

domenica 18 luglio 2010

Giorni d'estate

Un temporale stamattina si è fermato
Ora fa un pò più fresco

sabato 17 luglio 2010

Giorni d'estate

Sono dell'idea che l'aria condizionata sia un lusso.
Penso di essere in grado di attraversare il caldo di questi giorni, con le mie forze.
Forse è anche una questione di orgoglio, il non voler cedere pensandomi a rischio, forse una stupidata come altre mie.
Dopo aver passato una mattinata a sudare, in cerca di una macchina, sono andato al lavoro e là ho trovato, naturalmente da lavorare, poi silenzio e fresco.
Verso il tardo pomeriggio anche la fabbrica ha abbassato il suo battito vitale, spegnendo i condizionatori.
Mi sono sentito chiuso quasi in una scatola che si stava via via riscaldando.
Ho resistito più di un'ora per terminare quello che mi ero ripromesso di fare.

Lungo la via del ritorno, sembrava che un temporale avesse l'intenzione di portare un pò di fresco.
Sono cadute, anche, alcune grosse gocce sul parabrezza. Già assaporavo una serata fresca.

Poi verso la fine del viaggio, le nubi si sono dissolte. Il temporale aveva tirato dritto.
Ora sono a casa, come a una fermata del pullman ad aspettare il prossimo.

Chissà quando arriva....

IPOD Playlist



Erba di casa mia
mangiavo in fretta e poi
correvo via...
quanta emozione, un calcio ad un pallone .....



Erba di casa mia - Massimo Ranieri

venerdì 16 luglio 2010

Civetta Crossing

Domenica si corre la TransCivetta.
Partenza da Listolade e poi via attraverso i rifugi del Monte Civetta : Capanna Trieste, Vazzoler, Tissi, Coldai e poi giù fino a Pian di Pezze a fare festa.

Si correrà forse con un gran caldo, ma, ricordando la fredda primavera, la parete nord del Civetta, lungo la quale si snoda parte del percorso, sarà ancora coperta di neve.

Che sollievo sarà calpestare quella neve anche se fradicia.

Mi potessi muovere, mi andrei ad appollaiare nei pressi del lago Coldai, a 2300 metri ad osservare i primi, passare di gran carriera e gli altri, meno avvezzi alle alte quote ma degni di rispetto, arrancare al passo.

Qualche anno fa, c'ero anch'io in quella terra di mezzo a correre per la soddisfazione di migliorarmi.

Sere d'estate

Stasera fa più caldo di ieri. Domani, dicono che farà più caldo di oggi, poi si vedrà.
Non mi lamento, sto fermo al buio cercando di carpire quei leggeri refoli di aria che le finestre della camera, rivolte a "tramontana", fanno di tanto in tanto passare. Sembrano carezze, e trasmettono sollievo per pochi secondi.
Il caldo, l'afa rallentano i movimenti, rendono tutto più affannoso.
E' questa la prima estate con il cuore diverso, non so se dover fare attenzione, sottraendomi al caldo. Non mi considero tra quelli che i telegiornali definiscono "a rischio". Piuttosto rischio e vivo normalmente, senza handicap.
Dopotutto sudo come gli altri anni e tra l'altro mi sento in forma. Poco ci manca  che, tardi o presto che sia, mi inventi di  uscire per una passeggiata o una corsettina.
Ho un cuore che non soffre il caldo o più semplicemente non soffre. Se non sono guarito guarirò.
Da qualche giorno, ora che sta volgendo il primo anno della nuova vita, mi viene qualche volta da pensare che allo scaricarsi delle batterie dell'ICD, ne possa fare a meno. Mi sembra che l'autonomia sia circa tre anni.

Chissà cosa penserò allora e se avrò il coraggio di privarmene. L'ottimismo di questi giorni mi fa sentire un cuor di leone, ma i giorni non sono tutti uguali.
Anzi i giorni sono di vari colori. Oggi come spesso di questi tempi, sembra più malato il cuore dell'amore.
Chissà se un ICD sia possibile anche per lui, per scuoterlo quando sembra andare nel pallone.
Oggi su quel fronte è stata una giornata grigia, in certi momenti nera.
Ho controllato qualche emozione negativa cercando un sorriso che io in questo periodo non ho.
Poi ho preferito stare solo, di questi tempi mi sembra la medicina che più mi si confà. Strano ma vero.

Poi ci sono gli aspetti pratici, il dovermi muovere senza macchina. Nonostante i problemi indotti, soprattutto economici, accetto di buon grado il ritorno all'inverno scorso, quando mi muovevo solo in pullman e bici al gelo. Farò meno cose e dovrò organizzarmi, ottimizzando i percorsi.

Sul come risolvere il problema, ci sto pensando e ci penserò da domani.
Cambio macchina o riparo quella scassata?
Sto facendo vari conti, guardando un'orizzonte di due-tre anni.
Dunque, va definita una strategia, al lavoro lo faccio spesso. Va a finire che faccio un foglio Excel e una presentazione Power Point, anche se non saprei a chi presentarli.
Ecco il nocciolo della questione : mi manca qualcuno con cui confrontarmi, che mi  aiuti a decidere.
Forse è colpa del mio mancato sorriso.

giovedì 15 luglio 2010

Tecnologia e Curiosità

Nonostante nel mio lavoro sia circondato da tecnologia, gestendo e facendo evolvere i sistemi informativi di una grande azienda, bisticcio a casa con il digitale terrestre e in genere non mi appassionano le tecnologie casalinghe.
Non ho ancora mandato a memoria le funzioni del telecomando.
A volte vado per tentativi, non ricordando le funzioni specifiche, un pò come fa mio figlio di 5 anni. Con un pò di pazienza arrivo comunque al risultato, magari affidandomi ai manuali.

Internet in casa funziona bene e là devo dire ci metto un pò di impegno.
Apprezzo il portatile  con la tastiera retro illuminata così da poterlo usare comodamente al buio. Piccolo particolare ma significativo.
I cellulari, aziendale e privato, sono ai minimi storici come livello di utilizzo e interesse. Rispondo ai soli numeri catalogati e riconosciuti, agli altri rispondo secondo l'estro e la disponibilità, poi decido se catalogarli o meno.

Recentemente parlando tra operatori del settore, mi sono sentito un pò demodè, non conoscendo a fondo o per niente tecnologie come : i video ad alta definizione, la play station, la xbox e la wii e altro ancora.
Io che pensavo di essere super tecnologico ho scoperto che alcuni a casa hanno dei piccoli centri elaborazioni dati con Terabyte di dati (film, musica e altro).

Io salvo le mie foto su un disco esterno per non perderle e le mie canzoni stanno tutte su ITunes e IPOD ma i terabytes, nel mio caso, sono lungi da venire.

Avevo la sensazione, parlando con queste persone iperattive, che la loro vita si svolgesse in  un mondo dove le giornate valevano 48 ore e dove ciascuno poteva fare mille cose oltre al lavoro.

Ho in ogni caso ho deciso di colmare il divario e di riprendere un mio percorso verso  le nuove tecnologie, meglio verso quelle ancora a me sconosciute.

"Da dove cominciare ?"
"Da una console per giocare.", mi son detto.

Da circa un mese gioco con la Nintendo Wii. E' un passatempo per le serate in cui sono solo. Mi sono appassionato a qualche gioco in particolare.
Ho pure fatto felice mio figlio piccolo, inizialmente molto di più, oggi un pò meno, ma ha sicuramente tempo per appassionarsi.
A dirla tutta dovrei sentirmi non del tutto realizzato dal fatto di non averla ancora "craccata", come molti mi consigliano di fare.
Perchè lo dovrei fare ?
Insomma il percorso è iniziato. prossima tappa ? Forse l' IPAD di Apple o Android di Google.
Non lo so ancora, intanto le vicende della vita mi hanno fatto regredire dalle quattro alle due ruote.
Là, vale la pena recuperare il resto può aspettare.

martedì 13 luglio 2010

Sere d'estate

Il letto fa le veci del divano di un tempo. La tv è spenta, non c'è niente che valga la pena di essere visto, nemmeno i telegiornali.
Internet da notizie più interessanti, di certo meno filtrate.
Un pò leggo un pò scrivo, poi riaggiusto quello che scrivo. Scrivere rilassa, rimette in ordine i pensieri anche se si racconta la normalità o non si filosofeggia.
Tra un paragrafo e un'altro, quasi a imitare il "Mumble....Mumble" dei fumetti, mi alzo per prendere dei biscotti.
Ne prendo due o tre per volta, per non fare l'ingordo. Di tanto in tanto invece mi alzo per bere.

Arriva qualche messaggio e c'è il tempo per una telefonata con chi è in vacanza.

Prima di mettermi a dormire devo preparare le cose per il giorno dopo : i frutti bosco da scongelare, il Blackberry da mettere sotto carica.
Se mi gira dò pure un 'occhiata alla posta aziendale, ma quasi ad occhi chiusi.

Stasera c'è stata la cazziata, breve ma intensa del capo. Erano circa le 21. Un manager telefona da Monaco a un suo collaboratore per cazziarlo, per una dimenticanza, a ragione, ma pur sempre sul far della notte mentre il "poverino" sta scolando la pasta.
Poco cambiava se contava fino a 3 e poi aspettava il giorno dopo.
Certe emozioni, Sig.  Manager, vanno riconosciute e soprattutto non devono dar luogo ad azioni intempestive.
Piccoli segni di debolezza.

Un'estate di sport

Due giorni fà, solo due giorni fà, si concludeva il campionato del mondo di calcio.
Giornali e tv erano intrise di notizie di ogni genere, da quelle più tecniche a quelle più insensate, prima fra tutte la vicenda del Polpo Paul. Fior fior di giornalisti si sono spesi attorno ai tentacoli di questa bestia, novello Nostradamus dei nostri tempi. Insomma c'era  spazio libero e qualcuno doveva pure occuparlo, quindi largo al polpo.
Oggi del mondiale, da noi non se  ne parla più. Di calcio invece si contiuna a parlarne. Tornano in primo piano i raduni delle squadre di club. Chi arriva grasso (adriano) chi arriva in ritardo di sette minuti (balotelli), chi soprattutto deve ancora arrivare e deve ancora partire. Insomma anche in questo caso di spazio ce ne.

Per ciò che mi riguarda devo ricordarmi di riattivare la scheda Premium, in vista del prossimo campionato. Io continuo a pagare ma la scheda non sembra del tutto funzionante. Come si può notare i preparativi fervono in ogni dove.

In francia il Tour, sta vivendo la sua seconda settimana, quella della Alpi, dopo quella delle pianure. Prime tappe, primi verdetti. Sappiamo chi sicuramente non vincerà il Tour, qualcuno è già fuori : Armstrong (fuori dal ciclismo) Cadel Evans (non più tra i favoriti), gli italiani (non all'altezza).

Tra qualche giorno ci saranno i Pirenei e allora la lotta si farà più serrata. La classifica subirà scossoni definitivi per la vittoria finale.

Il resto dell'estate se lo contenderanno i soliti motori. Le moto riacquisteranno Valentino Rossi e la sua grinta di lottatore mai domo. La formula uno invece si trascina, in un calo di interessi continuo, parallelo alla poca competitività della Ferrari e ai mancati duelli tra scuderie e piloti.

Infine Berlino (se ben ricordo) ospiterà i Campionati Europei di Atletica Leggera. E' l'anno dei traguardi minori, niente Mondiali, niente Olimpiadi. L'italia può trovare spazio in qualche specialità.
Sarà forse l'occasione di rivedere in maratona Stefano Baldini, Olimpionico di Atene. Le ultime notizie lo danno in piena preparazione.
La sua presenza, nonostante i 35 anni passati è anche un segno della pochezza del movimento di maratona in Italia che non ha saputo far tesoro dell'esperienza di campioni come Baldini per stimolare i giovani a cimentarsi in questa difficile specialità.

L'estate di sport mi sembra tutta quà per ciò che riguarda i miei interessi, altro non ricordo.

Stasera fa caldo, da poco si è levata un brezza leggera che sta rinfrescando.

lunedì 12 luglio 2010

Breve cronaca di un giorno dopo

Il giorno dopo il ritorno ai sentieri di montagna e alla  normalità che speravo, porta con sè alcuni dolori alle gambe, quelli da acido lattico di quando correvo troppo ma ero poco allenato oppure di quando ero allenato ma correvo troppo.
Sollievo, ma consapevolezza che di meglio posso fare senza però strafare, ma a dirla tutta va bene anche così.
Continuerò a prepararmi.
La solita stanchezza pomeridiana superata con uno spuntino e un caffè.
Serata tra una partita con la Wii, i fornelli per la cena e l'internet che non manca mai.

Il giorno dopo lo scampato pericolo in autostrada, ha portato con se qualche paura nel riprendere in mano una macchina. Paura di un nuovo incidente, dubbi sulla mia capacità di guidare con attenzione, insomma qualche scoria è rimasta. Domani userò il pullman con l'intento di provocare un intervallo e smaltire le paure.
Della macchina non posso fare a meno, ma trovare una casa più comoda al lavoro mi allevierebbe l'attuale dipendenza. Ci penserò passata l'estate e dopo le ferie di settembre.

Ora recupero un pò di sicurezza e di forze. Poi vedrò.

domenica 11 luglio 2010

Spagna Mondiale



Olanda - Spagna  0 : 1

Poi sulla via del ritorno....

..... sono uscito illeso, e con me l'anziana signora coinvolta, da un tamponamento a 130 all'ora in autostrada.
Le macchine ne sono uscite distrutte, le nostre vite no.

Questo è la sola cosa che conta.

Lei può andare dove vuole.....

..... e così io stamattina ho deciso (con un pò di incoscienza) di portare il mio cuore a quota 2018.

Meta di questo mio primo ritorno alla normalità, Rifugio Galassi, nelle dolomiti sotto l'Antelao.
Dopo le prove di domenica scorsa, mi sentivo abbastanza confidente e sicuro che non avrei incontrato difficoltà.
Da un mese e mezzo mi alleno a camminare speditamente e a correre per acquistare il fondo e il "fiato" per poter salire le montagne.

E le montagne ho ricominciato a salire. Partito dalla "Capanna degli Alpini" in fondo alla Val D'Oten, a 1300 metri circa è cominciata la salita.  Salita continua con falsopiano di inframezzo, con pendenze dure su un sentiero per niente facile.

Molto sudore, fiatone ricorrente, tenendo il cardio-frequenzimetro sempre sotto controllo. Quando la frequenza cardiaca tendeva a salire e superare i 130 battiti, era d'obbligo una pausa o un rallentamento.
Una bella salita e una bella fatica, affrontata con il cuore in gola, dettato dal timore di fare una cazzata, di fare il passo più lungo della gamba, per ricercare chissà quali conferme o conforti.

La tabella all'inizio del sentiero dettava i tempi di salita : 1 ora e 30  minuti. Io sono salito in 1 ora e 34 minuti. Tutto normale.
La sosta lassù è stata breve. Mi sono rifocillato con acqua e qualche biscotto che avevo con me.
Una maglietta asciutta e poi con i nuovi bastoncini mi sono buttato nella discesa.
Buttato, quasi correndo, felice dell'impresa, senza più paure.
Sono ritornato alla macchina in nemmeno 50 minuti grondante di sudore.

Sì, posso andare dove voglio, con qualche riguardo e molto giudizio.

Parametri Macchina

Pressione Massima  109
Pressione Minima      72

Frequenza Cardiaca   53

11 Luglio 1982 - Per ricordare

Sano o Malato

Tra i pensieri di questo sabato, silenzioso, lavorativo ma soprattutto caldo e afoso ho ripercorso certi miei atteggiamenti di quando ero "sano".
Avevo poca cura di me stesso. Mi preparavo a dovere solo per andare al lavoro, pretendendo di trovare sempre tutto pronto. Passavo dei week end senza un'idea, senza la voglia di curarmi e apparire piacevole o gradevole a chi mi stava vicino. Ho pensato : "in quel periodo ero sano, non avevo problemi!"

Oggi vado un pò più piano, non sono sicuramente sano. Sono tra i circa 12 mila che in Italia vivono con un defibrillatore. Il mio cuore a volte mi lascia con il fiatone. Avrei mille motivi per sentirmi depresso, elencarli non serve, ma nonostante tutto trovo importante avere cura di me stesso.
Stare bene comincia con il volersi bene.
Io cerco di volermi bene per volere bene e farmi volere bene.
Non voglio sentirmi diverso, anzi mi sento un "privilegiato".
Devo stare un pò più attento, ma come dice il mio cardiologo "posso andare ovunque".

Chissà cosa ero un tempo e cosa sono oggi . Sano o Malato ?

sabato 10 luglio 2010

Attenzioni

"Vuoi una mano? Ti posso aiutare ?"

"No, grazie, non vorrei che poi tu stessi male"

Occhio al risparmio

Sono entrato nel negozio specializzato in articoli sportivi, meglio in articoli per l'alpinismo e i trekking, deciso ad acquistare due bastoncini da trekking. Quelli che una volta usavano solo gli sciatori, mentre oggi non c'è camminatore in montagna che non ne sia provvisto.
Mi sono adeguato anch'io, motivandoli come necessità di appoggio in caso di giramenti di testa che di tanto in tanto mi fanno provare l'ebrezza del volo.
Alla mia richiesta, molto generica, il negoziante ha cominciato a illustrarmi i modelli esposti. Ho così ho scoperto che  esistono modelli standard , modelli ultraleggeri e infine modelli ammortizzati tutti progettati per occupare il minimo spazio se inutilizzati.
Facendomi guidare dal prezzo, visto che non volevo spendere troppo, ho scelto il modello standard, 50 euro senza ammortizzatori. Poteva bastare e avevo speso il minimo.

Poi chissà perchè, mi sono avventurato a chiedere informazioni relativamente alle imbragature. La mia richiesta era più guidata dalla fantasia che dalla possibilità concreta di avventurarmi in ferrate o pendii rocciosi. Ma fatta la domanda e vista la disponibilità del signore, che altri clienti non doveva seguire, ho così potuto apprendere l'esistenza delle imbragature da roccia e quelle da ferrate, i pregi e i difetti di entrambe.
Alla domanda se praticavo roccia o ferrate, non sapendo più come uscirne, ho superato l'imbarazzo dicendo che sarei ripassato con più calma.
Il mio conto era perciò di 50 euro.
Già che c'ero perchè non mandare in pensioni i vecchi calzettoni di lana, comprati al mercato, che avevo usato fino all'anno scorso ?
Chiesi perciò un paio di calzini da trekking, anzi "me ne dia due paia " dissi chissà perchè. Dopo una breve presentazione dei pregi di uno dei modelli, rinforzato in non so quanti punti, decisi per l'acquisto, senza pensare al prezzo, ma ipotizzando non più di 7-8 euro al paio.

Il conto fu presto fatto, 90 euro. Accusai il colpo, senza chiedere spiegazioni. Venti euro per un  paio di calzini erano per me un'esagerazione. Non replicai, passai il bancomat senza correggere il tiro. Solita figura da "mona".

Ora mi ritrovo con dei calzini ultra tecnici. Quando li userò mi aspetto di sentirmi una specie di "Gatto con gli Stivali" oppure avere prestazioni strabilianti come gli atleti del film "Il Pirata Barbanera".

A volte "cento occhi non bastano".

venerdì 9 luglio 2010

Parametri macchina


Pressione Massima    106
Pressione Minima         67

Frequenza Cardiaca      46

Sono in moto....., con il motore al minimo.

giovedì 8 luglio 2010

Stanchezza

Il mattino è quasi sempre pieno di vita, ho recuperato un buon rapporto con il sonno.
Riposo, anche se mi addormento spesso dopo la mezzanotte.
Aspetto la sveglia alle sei, come uno che aspetta l'avversario che arriva alle sue spalle. Gioco nel farla tacere al più presto. Poi ad occhi aperti guardo il buio, immerso in una veglia senza tempo, mi piace aspettare sveglio, a letto, l'ora di alzarmi.
I gesti poi sono sempre gli stessi. Non più ansia di messaggi, paura di essere dimenticato. Sono dimenticato e va bene così.
I mirtilli, lo yogurt, il caffè nero, tutto preparato con una fretta tranquilla, senza perdite di tempo.
Infine le medicine preparate come da un anno a 'sta parte.

Il lavoro non mi pesa. Meglio non è un peso, lavoro anche per passione e mi diverto pure.
Nulla è cambiato se non  la minor voglia di arrabbiarmi, Intatta mi è rimasta la voglia di fare cose nuove e di percorrere strade sconosciute.

Poi arriva il pranzo, fatto della solita verdura e poco altro. Ci tengo al benessere di questo periodo. Non voglio metter su peso. Mi piace "tenermi da conto".

Il pomeriggio è in salita o in discesa se parliamo di energie. Mi sgonfio progressivamente, perdo forze e capacità di concentrazione. Tengo duro. L'ultima ora in ufficio sembra quasi l'ultimo tratto di una maratona, tutta in riserva e senza badare alla qualità ma all'obiettivo finale. A volte "stacco la spina" e aspetto la voglia di prendere la macchina per il ritorno.
Talvolta cerco energie nel solito caffè o in qualche biscotto o crakers, pochi sono i benefici, c'è poco da fare, non ce la faccio.

Tornare non è mai un peso, ma non è piacevole come un tempo. La strada è lunga e accorciare il tempo passando per l'autostrada è una tentazione sempre più ricorrente.

A casa basta mezz'ora sul divano o a letto per ritrovare le forze, mettere pantaloncini e scarpe da running e uscire per una corsa. Le energie riappaiono, quasi per dispetto e le gambe girano con soddisfazione.

La mia ora di cena non esiste. Dopo la corsa c'è la doccia, pensando a cosa potrei mangiare. Potrebbero essere le 21 come le 22.30, non fa differenza. A volte arriva qualche messaggio.

Penso a questo mio stato, a questa mia stanchezza, mi dico che non sono più quello di una volta, non si può ritornare quello di un tempo.
Mio padre direbbe : "non te ghe più venti ani". Questa è forse l'ultima verità.

mercoledì 7 luglio 2010

Germania - Spagna 0 : 1

La mia previsione iniziale era stata finale : Brasile  Germania, pronostico emesso dopo aver visto la prima serie di partite dei gironi eliminatori.
Oggi entrambe se non sono già a casa ci stanno andando o giocheranno una triste finale per il terzo posto.

Non ne ho azzeccata una, carriera stroncata nel nascere.
Non riuscivo a tifare Spagna, e ancora non ci riesco perchè non mi giustifico come possa sfornare contemporaneamente campioni in tutte le discipline, dal tennis alle moto fino al ciclismo e al calcio.
Mi ricorda la Germania Est : primeggiava in tutto.
Ora tifo Sneijder, ovvero Olanda, anche perchè un pò al terzo tentativo un mondiale se lo merita. E' come se avesse completato una raccolta a punti, oppure come quando giocando tra ragazzi, al terzo corner si aveva diritto a un rigore. Diciamo che l'Olanda il rigore se l'è guadagnato, speriamo che non lo sbagli. Per la Spagna si vedrà nei prossimo mondiali. 

La Germania, partita di gran carriera, alla fine si è trovata svuota della brillantezza iniziale, la Spagna passata quasi sempre di misura si ritrova in piena forma anche se non segna valanghe di goal. 
Miracoli della preparazione programmata.

Ora tifo Sneijder, se vince il mondiale, dopo la Triplete con l'Inter e magari qualche altro titolo estivo con l'Inter rischia di diventare il Bob Beamon del calcio. Quando qualcuno potrà fregiarsi dei titoli da lui vinti in un solo anno ?

Mancano due partite alla fine del Mondiale , anzi che dico , ne manca una !

Olanda - Spagna

Olanda - Uruguay 3 : 2

L'olanda ce l'ha fatta. Terza finale mondiale. Questa volta non avrà a che fare con la nazionale del paese organizzatore. Giocherà, se vogliamo, per la prima volta in campo neutro.

L'Uruguay ha disputato una vera semifinale, dando nella parte centrale della gara la sensazione di poter anche avere la meglio, mettendo in difficoltà gli arancioni.
Poi verso la seconda metà del secondo tempo un calo o un'accelerazione degli avversari ne ha decretato la sconfitta. Forse nelle gambe dei sudamericani ha pesato la gara con il Ghana terminata ai rigori.

Gran bei goal i primi due. tiri da lontano di rara bellezza, segno di condizione e di spregiudicatezza. Poi lo zampino di Sneijder, ormai una delle stelle del mondiale, ha riportato avanti l'Olanda.

Il finale giocato sul filo della speranza, riacceso dal secondo goal dell'Uruguay ha reso questa semifinale, se non bellissima molto combattuta.
Ora aspettiamo la Germania stasera.

martedì 6 luglio 2010

Grazie



Sig. Presidente del Consiglio,

La ringrazio per aver convinto l'on Brancher, ministro di non sò che cosa, a  presentare le dimissioni.
In questo modo ha messo fine a una delle più incomprensibili vicende della nostra democrazia.
Soprattutto si è elevato a difesa dei principi di Giustizia e Libertà, ponendo fine a manovre che, a dir la verità, ci sembravano alquanto oscure.

Grazie ancora.

Da domani riprendo a comprare il giornale

lunedì 5 luglio 2010

Parametri Macchina

Pressione Massima   111
Pressione Minima        67

Frequenza Cardiaca     51

Stato d'animo   :  Poca voia de far ben !   (poca voglia di fare )

Me ne starei a letto ............

Prove di Montagna

Dalla fine di maggio ho ripreso l'attività fisica come mi era stato raccomandato. Ho abbandonato la corsa e mi sono dedicato con una certa costanza, circa 4 volte alla settimana, alla camminata veloce o se vogliamo alla marcia. Questo mi permette di controllare al meglio la frequenza cardiaca, pur con la possibilità di raggiungere le frequenza della corsa e soprattutto di compiere dei movimenti meno traumatici.
Mi piace e vedo che anche in fatto di velocità e distanze raccolgo delle soddisfazioni.
Fatto sta che desideroso di cimentarmi in qualcosa di più impegnativo, in un primo momento ho pensato di raggiungere uno dei rifugi non troppo impegnativi abbastanza comuni nelle dolomiti venete. Poi con un pò di prudenza mi sono detto che la cosa migliore fosse provare dei saliscendi o delle salite senza per questo raggiungere le Pale di San Martino o il Civetta.
Il Montello faceva al caso mio. E' una collina che si trova a pochi chilometri  da Treviso molto ricca di pendii e sentieri per qualsiasi esigenza.
Munito di tutto ciò che serviva là mi sono recato stamattina. Affinchè la prova fosse verosimile ho camminato con lo zaino in spalla, attento al cardio-frequenzimetro e con tanto di navigatore in mano con funzioni di bussola.

Dopo aver trovato un facile parcheggio, ho scelto un sentiero  a caso che si inoltrava nel bosco.  A passo spedito ho affrontato prima lievi pendii poi salite e discese alquanto impegnative.
Cercando di mantenere un passo spedito ho passeggiato all'interno di quel bellissimo bosco senza faticare oltre il lecito, tenendo d'occhio il cuore e il suo battito che variava al variare dello sforzo.

Tutto mi è sembrato sotto controllo, a parte in caldo afoso, arrivato fin lassù. La frequenza cardiaca arrivata al massimo sui 122 battiti non mi ha mai imposto di rallentare il passo.
L'esperienza mi ha molto confortato, camminare su pendii più lunghi sarà di certo più faticoso, ma non disdegnando le soste e mantenendo un passo più moderato posso arrivare ovunque, come mi ha detto il cadiologo.
Ricordando le difficoltà e i dolori che provavo prima di ammalarmi, anche a percorrere brevi tratti, mi sembra di essere una persona nuova, con orizzonti più ampi di un anno fà, nonostante ciò che è successo.

Ora nuove prospettive si aprono, e con la testa sulle spalle, oltre allo zaino, via ad altre escursioni.
Alla prossima.

domenica 4 luglio 2010

Quarti di Finale

Germania - Argentina    4 : 0
Spagna    - Paraguay     1 : 0

La seconda giornata dei quarti di finale decreta l'eliminazione dell'Argentina, o meglio di quello che poteva essere definito il Club Maradona. 
L'aver dimenticato giocatori come Milito, Cambiasso e Zanetti ha influito in maniera determinante sulla qualità del gioco della squadra, Maradona ha proseguito con le sue convinzioni pagando un prezzo altissimo.

Non vanno, però, dimenticate le difficoltà incontrate dalla squadra di Maradona per qualificarsi ai mondiali. Tutto sembrava passato  e la squadra pur non impressionando aveva superato il girone di qualificazione in modo brillante. Tutto faceva pensare al meglio e da molti era considerata un delle pretendenti alla vittoria finale.
L'aver incontrato la Germania, sicuramente la migliore tra le squadre viste fino ad oggi, ha messo a nudo le debolezze della squadra di Maradona. Alcuni giocatori fuori forma, la mancanza di un gioco che basava gran parte del risultato sulle individualità
La Germania sembra oramai la squadra da battere anche alla luce dei risultati e della facilità con cui va in goal.

La Spagna prosegue con vittorie su misura. Un goal per eliminare il Portogallo e un altro goal è bastato per piegare il Paraguay. La sua dipendenza da De Villa e le difficoltà di Torres alla lunga incideranno sul risultato finale.
La squadra è solida ma la Germania sembra più carrozzata e più macchina da goal.

La semifinale sarà una partita da non perdere.

A questo punto Germania Olanda sarà la probabile finale, rivincita della finale del 7 Luglio 1974 a Monaco quando si impose per 2 : 1 la Germania Ovest. I due capitani delle squadre erano Johan Cruijff per l'Olanda e Franz Beckenbauer per la Germania Ovest.

Il continente Sudamericano rimane rappresentato solo dall'Uruguay mentre le due nazioni più rappresentative sono uscite in maniera rocambolesca e prematura dal torneo che le vedeva favorite.

L'italia attribuisce il suo fallimentare mondiale alla poca rappresentanza di giocatori Italiani nelle squadre italiane costituite in gran parte da giocatori stranieri, ma le due nazioni che più forniscono campioni alle squadre di tutto il mondo escono, anche se non come l'italia, dal mondiale senza il risultato aspettato. 
Quindi probabilmente le motivazioni sono altre e più profonde.

Seconda Semifinale :  Germania - Spagna

Mancano 4 partite alla fine del Mondiale

Probabile Finale : Germania - Olanda



sabato 3 luglio 2010

Quarti di Finale

Olanda - Brasile   2 : 1
Uruguay - Ghana  5 : 3   ( ai calci di rigore)

Il Brasile se ne torna  a  casa, guarda caso con uno dei peggiori risultati della sua storia calcistica.
Senza voler essere maligno, penso che i brasiliani riceveranno una accoglienza peggiore dei nostri.
Da noi nessuno ha pagato, ne Lippi, che già se ne doveva andare, ne Abete che pomposamente lo aveva messo al posto di Donadoni. Tutti in vacanza e non se ne è più parlato, anzi avanti con il nuovo corso.
Strano paese l'italia.

Di Olanda Brasile penso vada messa in evidenza la grandissima prova di Snejider, già trascinatore dell'inter, oggi trascinatore della sua Olanda.
Meglio non farselo scappare, signor Moratti.

Di Uruguay Ghana, ricordo la grande partita, almeno così l'ha raccontata la radio di Muntari.
In nazionale è sembrato più trascinatore che all'Inter ma soprattutto meno impulsivo nelle reazioni e nelle entrate sull'uomo. All'Inter a vederlo giocare temevo sempre  restassero, prima o poi, in dieci.
Signor  Moratti, se qualcuno lo paga bene, direi di lasciarlo pure andare.

Da ricordare la singolare vicenda, di quel giocatore del Ghana che ha sbagliato un rigore all'ultimo minuto dei tempi supplementari. Se lo avesse segnato sarebbe entrato nella storia del calcio africano, lui e la squadra intera.
Invece non era destino e tutto è rimandato alla prossima volta. Ma una prossima volta ci sarà.

La Rai ha veramente raschiato il barile per questi mondiali. Si è permessa il lusso di tralasciare due partite dei quarti di finali dal pacchetto acquistato. Una cosa a dir poco vergognosa.
E dire che molte volte si vedono delle partite di calcio su rai sport, giocate in stadi completamente vuoti, dove gli unici spettatori sono i disperati davanti alla tv.
Chissà cosa ci riserverà per le semifinali !!

Il radiocronista su Rai Radio1 aveva scambiato, in Uruguay Ghana, l'Uruguay per il Portogallo e cosa più divertente ha raccontato per tre volte la concessione da parte dell'arbitro di un fallo da confusione.
Io l'ho immaginato questo fallo, camminando nel graticolato romano, come una sorta di mischia del Rugby. Qualcuno aveva nascosto la palla e non si capiva più nulla.
Il fallo da confusione le regole del calcio non lo contemplano ma il nostro radiocronista, l'ha introdotto convinto, e vedi mai che Blatter non lo ascolti visto che è in vena di grandi cambiamenti.

La prima semifinale : Olanda - Uruguay 

Mancano 6 partite alla fine del mondiale.