sabato 2 novembre 2013

Leggendo ....




domenica 13 ottobre 2013

G.P. Bancarella

Ci vorrebbe un antropologo per studiare la metamorfosi del G.P. Bancarella, una corsa non competitiva, che ogni anno si svolge verso metà ottobre. Un antropologo potrebbe trovare non pochi spunti di studio e riflessione, se mettesse a confronto il percorso di oggi con il percorso di pochi anni fa.
Forse non è passato nemmeno un lustro, da quando la corsa, partendo dalla piazza del paese, dopo poco più di un chilometro virava per certe stradine, argini, rive e “cavini”, sconosciuti ai più,  che costeggiavano e, a volte attraversavano campi ancora con le canne del granturco “in piedi” e rive dove la pioggia lasciava pozze nascoste dall’erba ancora “norbia”.
Dopo poche decine di passaggi tutto diventava scivoloso, fangoso e oserei dire epico. Uscire da certi tratti senza aver esaurito il fiato era motivo di orgoglio.
Il percorso poi viveva di sterrati solidi, ghiaiosi, buoni per far velocità. Non mancavano i tratti di asfalto, quelli che i neofiti temono perché “rovinano i muscoli”. C’era un po’ di tutto e per tutti, per chi amava lo sterrato e per coloro, “gli agonisti", che ad ogni chilometro segnano il tempo. 

Ma soprattutto non c’era ancora lui : il Passante.

Il percorso di stamattina si snodava invece a ridosso del Passante. Viadotti, ponti e sottopassi apparivano ad ogni curva. Ogni volta cambiava la prospettiva : da sotto, da sopra, di lato, ma lo stradone era sempre presente, incombeva con la sua maestosità, accompagnato dal rumore sordo delle macchine in transito.
Mai avrei pensato che quell'opera tanto criticata, osteggiata da molti per anni, oggi fosse diventata protagonista di una manifestazione podistica il cui il percorso era stato costruito tra le decine di nuove stradine, sottopassi sorti per evitarlo ed superarlo.

Mentre correvo stamattina pensavo alle formiche che si adattano a vivere in quelle scatole trasparenti, in cui è ricreato un ambiente artificiale, che stuzzicano la curiosità dei bimbi. Probabilmente le piccole formichine dimenticano in  fretta come sia fatto un formicaio e accettano di buon grado quell'ambiente che, anche se un po’ limitato, non fa mancare loro niente del necessario. Darwin direbbe che solo coloro che sanno adattarsi ai cambiamenti ambientali sono destinati a sopravvivere e le formiche nel loro piccolo ne sono la dimostrazione.
Pure i podisti stamattina somigliavano alle formichine della scatola di plastica, tutti concentrati a precorrere le stradine del Passante, sbirciandolo di tanto in tanto, ma apprezzando dopo tutto i nuovi paesaggi nati attorno ad esso: gli spazzi verdi con delle piccole collinette artificiali e i colori che tingono le paratie di certi ponti.

“Ecco”, pensavo, “ l’evoluzione umana continua”. Il podista pur memore dei paesaggi di un tempo, delle canne ancora “in piedi” e delle pozzanghere dove si inzuppavano scarpe e calzini, si adegua al nuovo paesaggio e sa che probabilmente l’anno prossimo quelle stradine, oggi costeggiate da alberi ancora novelli, sembreranno ancora più familiari come lo erano un tempo in cavini.


Andrebbe fatta un piccola modifica al nome della manifestazione : 
“G.P. Bancarella – La corsa del Passante”.

mercoledì 9 ottobre 2013

Cinquant'anni fa

Cinquant'anni fa, il 9 Ottobre del 1963, non avevo ancora sei anni.
Avevo da poco iniziato le Elementari alla scuola G. Parini, nella vecchia villa veneta, una delle tante appartenuta ai Pisani, al mio paese. L’aula di quella prima era situata a sud est. Le grandi finestre guardavano sull'ampio cortile, che sarebbe stato, negli anni a venire, teatro di indimenticabili partite a calcio e sfide a bandiera.
L’anno scolastico era cominciato come da tradizione il 1 ottobre e già il 4 ottobre si era festeggiato, con un giorno di vacanza, San Francesco, patrono d’Italia.
Eravamo una classe mista, tutti rigorosamente con il grembiule nero, che ci rendeva tutti uguali e faceva risparmiare bucati alle nostre madri. Le lavatrici, in quegli anni, erano ancora un lusso. I ragazzini avevano il fiocco azzurro, annodato attorno al colletto, mentre le ragazzine lo portavano rosso.
Eravamo una trentina in classe, seduti a due a due su due file di banchi neri. Cominciammo a imparare a scrivere esercitandoci a fare le “aste”.
La maestra, una signora, magra, alta, con i capelli neri corti, portava anche lei il grembiule nero. La ricordo come una persona buona e paziente. L’anno dopo se ne sarebbe andata sostituita non mi ricordo più da chi.
Mi giunse l’eco del disastro del Vajont, attraverso la televisione, che già mio padre aveva comprato e ascoltando i discorsi delle persone, sbigottiti davanti a tanta “inspiegabile” distruzione.
Non ne percepivo la vastità ne l’immenso dolore. Solo con gli anni ho compreso attraverso documenti e racconti di coloro che parteciparono ai primi soccorsi.

Sono stato più volte su quella diga e pochi anni dopo, una gita parrocchiale, fece tappa al cimitero di Longarone a portare dei fiori e a celebrare una messa.

lunedì 7 ottobre 2013

Carmignano sul Brenta







Sono ritornato nei luoghi del ricordo, dove ho vissuto momenti felici e sono stato bene.

Carmignano mi ricorda una di quelle corse, dove qualche anno fa, quando ero allenato, sono andato più forte. Ricordo la distanza e il tempo ma soprattutto quella sensazione di leggerezza, un sorta di stato di grazia che, l'allenamento di quei tempi, di tanto in tanto mi donava.
Ieri c'era un altro stato di grazia, più legato alla grinta, alla voglia, nonostante tutto, di ripercorrere quei sentieri.

Ma i luoghi sono unici, come unici i ricordi e le emozioni che riportano a galla. Non basta il ricordo dei momenti felici, non basta la voglia e la motivazione nuova del ritorno. Non basta...
Si rimane un po sbigottiti, forestieri, aspettando il momento più opportuno per scappare.

Poi come un'acqua intorbidita, si aspetta che tutto torni nel fondo, restituendo quel po' di limpidezza che permetta di riguardare avanti.




venerdì 4 ottobre 2013

IPOD - Playlist

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?

Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?  
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

Bob Dylan - Blowin In The Wind

(Lampedusa - 3 Ottobre 2013)

venerdì 27 settembre 2013

IPOD Playlist

...
Un bacio è come il vento
quando soffia piano però muove tutto quanto
è un anima forte che non ha paura
quando ti cerca è soltanto
perchè lì ti vuole ancora
quando ti cerca è soltanto
perchè lì ti vuole ancora
e se ti cerca è soltanto
perchè…
l’anima vola, mica si perde
l’anima vola, non si nasconde
l’anima vola, cosa le serve
l’anima vola, mica si spegne.

Elisa - L'anima vola

domenica 22 settembre 2013

Il cassetto da riordinare

Sabato dedicato alla lettura di un manuale sull'utilizzo della punteggiatura. Nel mio scrivere ignoravo di proposito punto e virgola e due punti : non avevo la minima idea di come e quando usarli. Ora ne so un po' di più, come molti sono i dubbi nel voler mettere in pratica quanto appena letto.
E' stato come dedicare un giorno a riordinare un solo cassetto della casa, tralasciando tutto il resto.
Ma ogni cassetto riserva sorprese e fa riaffiorare ricordi che sembravano passati all'oblio.
Il libro oltre che dare una linea guida sull'utilizzo dei segni d'interpunzione  offre anche una serie di esempi su come giornalisti, scrittori e poeti abbiano usato la punteggiatura in modo originale e creativo.
Ci sono le regole, ma ci possono essere eccezioni capaci cambiare senso al periodo.
Tempo ben speso per approfondire un mondo per niente marginale.


Ho ripreso a correre


domenica 14 luglio 2013

IPOD Playlist


......
forse fa male eppure mi va
di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare

mi fido di te
io mi fido di te
ehi mi fido di te
cosa sei disposto a perdere

Mi fido di te .   Lorenzo Jovanotti