giovedì 13 maggio 2010

Piccole Storie di Maratona

L'inizio,
1991, prima domenica di Agosto.
Eravamo di ritorno da una vacanza in val Martello, una valle laterale alla val Venosta, fatta di passeggiate nel Parco Nazionale dello Stelvio, tra distese di rododendri in fiore e corsi d'acqua che portavano ancora a valle la neve dell'inverno.
Il caldo di quella domenica niente aveva a che fare con il fresco della valle che avevamo lasciato, ma la vacanza era stata rilassante e tranquilla, tanto che anche l'afa della nostra campagna sembrava meno pressante.

Così, quella mattina, proposi  a mio figlio di accompagnarmi in una corsetta, con la sua bici e i suoi sette anni appena compiuti.
La proposta fu accettata e ci avviammo verso le stradine bianche che percorrono la campagna circostante.
Il fiato, forse grazie alle lunghe passeggiate in montagna, era buono e la fatica non si faceva sentire oltre il dovuto.
In ogni caso qualche sosta  permise a entrambi di riparaci un pò dal sole sempre più alto nel cielo e a me di rifiatare.
La corsa durò circa 75 minuti. Arrivammo a casa giusto per il pranzo.
Da quel giorno iniziò il mio percorso da maratoneta. Da quella domenica di agosto iniziai allenamenti giornalieri e mattutini che continuarono per gli anni successivi.
Sicuramente una avventura indimenticabile.

La fine.
1998. Terza domenica  di Luglio.
Da parecchi mesi correvo con un fastidio al ginocchio sinistro. Quello che era iniziato come fastidio, percepito solo a inizio allenamento, si era via via trasformato in dolore sempre più forte e continuo.
Quella domenica pomeriggio decisi di uscire per allenarmi, come cercavo di fare di solito nonostante il dolore.
Mia moglie e mio figlio, mi accompagnarono, con le bici, come molte volte avevano fatto.
Quella stessa domenica si  era svolta una corsa in montagna, a coppie,  a cui avevo più volte partecipato : la TransCivetta. Durante l'allenamento parlai delle edizioni a cui avevo partecipato e in particolare ricordammo con piacere l'edizione corsa in coppia con mio figlio dodicenne.
Provavo un pò di rimpianto  per la mancata partecipazione, dovuta a quel dolore ormai quasi insopportabile che  mi impediva di prepararmi a dovere.
Si, il dolore era diventato quasi insopportabile, lo percepivo ormai  ad ogni passo.
L'allenamento era diventato una sofferenza.
Mi resi conto che il dolore non si sarebbe risolto come in altre occasioni :correndo e continuando ad ignorarlo. Bisognava fermarsi, curarsi, per poter correre ancora qualcosa di importante.
Mi fermai , ero a metà percorso, a pensarla ora è stato una fermata importante, chiesi a mia moglie di salire in bicicletta e tornammo a casa.
Iniziarono le analisi,  le radiografie e la diagnosi portò a un'operazione alla cartilagine rotulea il 19 maggio del 1999.
Seguirono mesi di attesa, poi di ritorno alla corsa, altri dolori e nuovi stop.
Poi lo scoraggiamento e altri fatti della vità mi allontanarono ancora di più dalla corsa.

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