mercoledì 4 agosto 2010

Stress, cuore e lavoro.

Pensando a qualche mese fa molte cose sono cambiate. Fisicamente affronto la giornata  con la resistenza di una volta. Comincio a sentirne il peso quando mi siedo in macchina, alla sera, per il ritorno.
Là è come se staccassi la spina e mi metessi in ascolto del mio motore. Prendo coscienza delle poche energie rimaste, abbasso il numero di giri e, forse di attenzione, per recuperare un pò.
Adesso va molto meglio, ma pensando a questo anno di ritorno al futuro, non è la prima volta che mi dico o rassicuro gli altri dicendo : "Mi sento quello di una volta".
La verità che quello di una volta forse non lo sarò mai , ma nemmeno può dirsi concluso il percorso di recupero.
Ripeto tutto va molto meglio. Qualche mese fà, avevo momenti del primo pomeriggio in cui "sopravvivevo " al lavoro sfinito. Restavo senza forze in preda spesso a un sonno da spossatezza. Facevo fatica ad arrivare a sera.
Prima ancora forse ero ancora più debole eppure mi sono mosso per un inverno intero a piedi e senza macchina, quella esperienza mi aveva caricato tanto era originale.
Oggi non posso dire di aver raggiunto il massimo. Spero non sia così. Ho verificato quanto sia determinante l'attività fisica continua, il sentirsi corroborato dall'allenamento.
Appena smetto anche solo per 15 giorni, il decadimento è quasi verticale. Le scale diventano più erte e un passo un pò più svelto fa venire quasi il fiatone.
Devo stare attento a tenere il  motore un pò allegro, mai scendere al minimo perchè potrebbe ingolfarsi.

Di quest tempi devo fare i conti con  lo stress indotto dal lavoro. La sensazione è quella di vivere con il piede sull'acceleratore, a volte andando un pò fuori giri. Oggi qualche dolorino mi ha per qualche momento spaventato, poi tutto si è sciolto e normalizzato. Trovo difficile controllare queste reazioni senza sottrarmi agli impegni di questo periodo. Ora mi impegno perchè il lavoro lo richiede, poi una pausa  sarà d'obbligo assieme alle ferie settembrine  o autunnali.

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