domenica 1 agosto 2010

Stefano Baldini

Ci ho gareggiato "contro " nella "Tra valli e pinete", una mezza maratona che si corre ( o correva) la prima domenica di marzo nelle pinete presso il  mare di Ravenna.
Mi ricordo che in quella occasione, vinse e  io arrivai 120 esimo. Lui tornò con coppa e soldi, io tornai con un pollo surgelato (uno dei miei pochi trofei).
Era già più che una promessa dei 10mila metri.
L'ho seguito nel corso degli anni e pensavo che sarebbe diventato un grande maratoneta, per quel suo modo semplice e efficace di correre. 
Ero convinto che avrebbe vinto le olimpiadi di Sidney di fine o inizio millennio. In quell'occasione andò male soprattutto per problemi fisici
Lo reincontrai nel 2001, presso gli stand della Venice Marathon, già io non correvo più ma frequentavo ancora questi eventi per annusarne il clima e vedere i personaggi.
Era nello stand di uno degli sponsor, non aveva nessuno, mi fermai a parlare, dicendogli che lo avevo pensato un predestinato alla vittoria olimpica di Sidney. Mi sorrise con una sorta di "peccato, soprattutto per me", lo salutai facendogli gli auguri per la prossima.

Ad Atene, nel 2004, avevo percorso a piedi, pochi giorni prima, gli ultimi metri della maratona olimpica che vinse.
L'emozione di quella vittoria fu grande (in quei giorni sapevo da poco dell'arrivo del mio secondo figlio).

Ha provato a vincere la maratona di Londra, più volte , non riuscendovi, perdendo, una volta, per un secondo con tempi di assoluto livello mondiale. Peccato, avrebbe meritato almeno una vittoria.

E' stato il più grande maratoneta che l'Italia abbia mai avuto, migliore anche di Bordin che ha avuto il merito di essere il precursore dei Baldini , dei Leone e di altri che hanno alimentato il movimento di maratona degli ultimi venti anni.

Oggi a Barcellona è partito per la sua ultima maratona, non è riuscito a terminarla, non sentendosi competitivo. Ha riconosciuto il peso degli anni.
Non fa niente Stefano. Grazie di tutto.


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