giovedì 19 agosto 2010

Parlando d'amore

Radio Due -  Effetto Notte 16 Agosto 2010, intorno alle 23.30

Dialogo tra Sarah Maestri e lo psichiatra Alessandro Meluzzi .

Sarah : Tu hai scritto un libro edito da Liberti Editore "Uomini e donne naufraghi del millennio", un libro che parla d'amore dove pare che sia gli uomini che le donne ci capiscano ben poco ?

Alessandro : Diciamo che i linguaggi dell'amore, i linguaggi della comunicazione amorosa, gli elementi simbolici di quel dialogo sottile, eterno, senza tempo che è l'amore, certamente nel nostro tempo presente segnano il passo.
E' come se, un pò i codici della comunicazione, che sono perenni e di sempre, si fossero un pò dispersi e "quadra" quella lettura un pò pessimistica dei naufraghi : " il naufragar  mi è dolce in questo madre" come il poeta divino ha detto, ma in cui però il naufragio può essere terribilmente doloroso se a un certo punto non ci sono approdi, non ci sono isole felici e neanche piccole zattere a cui aggrapparsi per non soffrire di quel disorientamento di chi non riesce a trovare il modo di far capire che ama e per chi amando, non riesce a essere riamato, sapendo che nell'amore c'è sempre una componente fisiologica, naturale di irrisolutezza.
Se l'amore fosse risolto, se l'amore fosse ragionevole, se l'amore fosse razionale, se l'amore fosse calcolabile e programmabile e progettabile non sarebbe amore.

S: senti Alessandro questa sera abbiamo proiettato "La verità è che non gli piaci abbastanza", quindi se un uomo non ti chiama non ci sono scuse, cioè se lui non ti cerca è perchè non gli piaci abbastanza ? E' sempre vero ?

A : Non necessariamente. A volte può esserci una certa sofferenza, una certa incapacità di far sentire la propria voglia di amare e di essere amati, soprattutto in un tempo in cui l'amore si è deritualizzato, nel senso che non ci sono, come dicevo, luoghi, le forme, i linguaggi, i riti con cui gli uomini e le donne, da sempre, si sono parlati.
Pensa che cosa rappresentava per intere generazioni il rito della danza, del ballo, il momento della passeggiata sul corso del paese, il guardarsi lontano e discreto, gli sguardi che si davano e si negavano e poi anche un orizzonte di senso dell'amore che difficilmente può essere privato di quella dimensione in qualche modo sacrale che gli è connaturale. Dico sacrale perchè l'amore quando è amore, anche nelle sue forme, diciamo così, più embrionali ha in se una scintilla di infinito e totalità. Quando un amore nasce, fosse anche il primo rapporto tra due adolescenti non ha forse in se una aspettativa, un desiderio, un sogno, che sia per sempre ?
Quando un uomo, una donna , un ragazzo, una ragazza, amano forse accettano di essere amati soltanto da una parte, da un pezzo dell'altro ? O l'amore quando c'è chiede la totalità, cioè chiede l'infinito ? E l'eternità e l'infinito non sono forse attributi del divino ? Quindi l'amore non ha forse in se sempre, inevitabilmente qualcosa di misterioso e di divino ?
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S: Senti Alessandro, prima appunto parlavamo di questi uomini e donne ormai molto lontani. Le donne, pare, sembrano sempre credere nella favola, no..., nella favola del principe azzurro, invece gli uomini che, insomma,.....  tremila scusanti, loro magari più lontani e indifferenti.
Sono così differenti questi "uomo" e "donna"?

A: Io direi che le due sensibilità di genere, quella maschile e quella femminile, si sono molto avvicinate negli ultimi tempi. Non è più così vero che gli uomini obbediscono allo stereotipo del cacciatore, che morde, che fugge, che abbandona, che tradisce. Così come non è vero che la donna attende in un'atmosfera di paura di essere sedotta e che teme l'abbandono perennemente, anzi, direi, che da questo punto di vista c'è stata una certa intercambiabilità di ruoli nell'assumere la dimensione abbandonica.
Ma credo che il vero problema non sia questo.
La vera chiave dell'amore è la dimensione del dono. Questa è quella che fa veramente la differenza. Bisogna pensare che ciò che accade in un rapporto d'amore non è uno scambio, non è un "io do una cosa a te tu dai una cosa a me", " dobbiamo chiudere a pareggio il nostro libro mastro delle emozioni e delle sensazioni alla fine della giornata", ma è una scelta, direi originariamente e in qualche modo mistica di donarsi totalmente ad un altro. Ed è questa capacità di donare, che tutti noi sappiamo fin da bambini, è molto più bella che ricevere un dono. Dare è molto meglio che ricevere, questo lo abbiamo sperimentato tutti.
Quando uno sceglie di donarsi e di farlo con totalità si realizza qualcosa di ineffabile, di poetico, di artistico, di straordinario nella sua  vita. Quando questo è bilaterale è il paradiso in terra. Però bisogna che qualcuno abbia la capacità e scelga di mettersi in gioco per primo. E allora questo amore come dono, che poi nelle vecchie coppie vuol dire anche perdono, cioè il più grande dei doni. Quindi la capacità di riuscire a passare sopra a tanti piccoli torti, persino ai tradimenti, alle separazioni..
Perchè vedi, quella persona che si è scelto come compagna della vita, se davvero è tale, è la grande occasione che ci è data per scalare il cielo. Se no ogni volta ripartiamo da zero, scappiamo, fuggiamo, ripartiamo sempre dallo stesso punto. Si innesca quella terribile dimensione che alla fine faceva dire a un grande poeta come Prevert.... Diceva delle donne, ma oggi  lo si potrebbe dire anche degli uomini :

"Vengono tutte ugualmente uguali, tutte ugualmente diverse, tutte ugualmente diverse, tutte ugualmente uguali".

E' quella tragica dimensione della intercambiabilità delle persone : tutte uguali le une alle altre. Come se gli gli uomini e le donne poi dal punto di vista fisico siano tutte misteriosamente diverse ma tragicamente uguali. E' l'anima che fa la differenza. E quindi l'amore è un incontro tra anime oltre che tra corpi. E allora tutto diventa un 'altra dimensione. E allora c'è quello stato di grazia, quell'alchimia dell'oro nascente che è la vera chiave dell'amore.
E che poi naturalmente è chiamata ad un divenire, non si può pensare che i meccanismi che mettono assieme un uomo e una donna all'inizio della loro storia siano gli stessi che li manterranno insieme una intera vita. Però sperare, provarci e fare questa scommessa perchè quella persona sia la persona per sempre è la ragione vera per cui gli uomini e le donne si mettono insieme.
Perchè poi l'amore è la fonte della vita. La vita ha bisogno di continuità, di stabilità, di tenerezza. Ha bisogno di accudimento, ha bisogno di accoglienza dell'altro. Quindi questo amare per accogliere, per tenere totalmente l'altro fino a poter dire la più magica delle parole che un uomo e una donna possono dire nella loro vita, e lo dice un uomo che ha già i capelli bianchi :

 "Io voglio poter invecchiare con te, quindi io voglio avere insieme a te la forza di perdere la bellezza la salute" e a un certo punto, perfino, fare una scommessa che vada al di là dei confini della vita di questo mondo,
è forse quella dimensione  che i giovani oggi fanno fatica a capire perchè trovano pochi modelli.

Ma io credo che bisogna avere il coraggio, anche controtendenza, anche controcorrente di riproporlo.

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