giovedì 26 agosto 2010

Born To ......

Il 25 Agosto del 1975 usciva in America Born To Run, il disco di Bruce Springsteen che più di ogni altro descriveva l'America di metà degli anni settanta. 
Il cantautore di Freehold, descrisse in quel disco i valori, la vita di un paese tutto impegnato a crescere a inventare e a inventarsi. Un paese in cui chiunque, dal più diseredato al più dimenticato poteva rimettersi in gioco, fuggire dalla condizione di sconfitto cercare un motivo e un'opportunità di riscattarsi. Appunto, chiunque poteva rimettersi a correre.
Correre in un paese in cui la libertà abilitava le possibilità. 
L'America con i suoi spazi immensi, le sue strade infinite senza orizzonte metafora delle capacità di accettare idee e nuove sfide. Spazi liberi e accoglienti per chi avesse ritrovato la voglia di ripartire.


Avere visto, pochi mesi fa, quegli spazi, quelle strade, quelle contraddizioni, presenti ancora oggi, forse simili a quelle di  35 anni fa, mi ha fatto realizzare quanto in quel paese si possa essere a stretto contatto con il futuro e l'innovazione e contemporaneamente vicino a situazione d'altri tempi.


Un luogo dove, la mancanza di radici ha creato delle generazioni nomadi, sempre alla ricerca di luoghi, lavori, imprese in cui rimettersi in discussione e ricominciare.
Quindi il Born to.... lega l'uomo al luogo, alle opportunità.  Essere nati nell'America che permette di correre di riscattarsi, che ancora oggi ha immense risorse da sviluppare e da scoprire e nonostante tutto si trova a essere il cocchio del mondo, il punto di riferimento per qualsiasi innovazione tecnologica, è altra cosa che essere nati altrove.


Quanti Born to ... ci possono essere a questo mondo ? 


In primo luogo ci sono quelli degli immigrati di ogni tempo. Il defluire (correre) di quelli arrivati nel corso di più di 100 anni a Long Island, con i bagagli pieni di povertà e speranza. Il correre dei treni di coloro partiti con valige di carta tenute su da spaghi, dal sud d'Italia verso il nord ricco di fabbriche.


Il correre, camminare, navigare di tutta quella moltitudine di disperati che affidano la loro prospettiva di vita ad altri disperati, risalendo dai deserti verso miraggi di benessere irraggiungibili, una volta a destinazione.


Correre con le armi in mano per fermare la corsa e la speranza di vita di qualcun altro o per affermare il proprio diritto alla corsa e alla vita.


Il senso del correre affiancato al senso della fuga, della diaspora, della ricerca di una terra accogliente.


Come potremmo completare la frase o come la completerebbero coloro per cui il correre è sembrato inutile ?


"Nascere quando" è altrettanto importante del "Nascere dove". 


Ma ognuno di noi fa muovere il mondo per la propria parte. Niente avviene per caso, mi viene ripetuto in questi giorni. Felicità, gioia, dolore, morte non sono casuali, anche se possono cambiare, nel bene e nel male, al vita di ognuno di noi.
Tutto ha un fine e ognuno di noi non passa inosservato


Born to Run. Queste parole mi hanno frullato in testa per qualche giorno. Ho pensato al correre di ognuno di noi e alle motivazioni che ci spingono a farlo. Necessità o scelta ?


E potendo scegliere è necessario correre a tutti i costi ?




Corri, Vecchia America,Corri

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