sabato 14 agosto 2010

Bepi

Mi ha insegnato a scrivere, durante le serate dei primi anni sessanta, quando intorno ai trent'anni passava per casa. Non aveva la fidanzata seppur avesse già superato la trentina. In quegli anni si usava fidanzarsi e sposarsi da giovani.

Faceva il muratore alle dipendenze di suo cognato.  A casa i suoi avevano della terra, una stalla dietro casa, un pollaio.  Case di contadini del dopoguerra, della prima però.
Quando si andava per i campi, si prendevano due mucche e il giogo,  le si attaccava al carro e si andava alla velocità delle mucche tra campi, vigne e rive. Era una festa per noi piccoli salire sul carro all'andata per seguirlo poi pieno al ritorno.

Sempre in quegli anni, mi fece da padrino alla cresima. Ricordo l'orologio che mi regalò. Di quel giorno ho una nostra foto in piedi davanti alla Madonna. Mi teneva la mano sulla spalla come prevedeva il cerimoniale.

Poi si fidanzò, nel '66 il matrimonio con pranzo al ristorante "la Villetta". Di quel giorno 3 settembre, ricordo la fuga degli sposi sul far della sera, verso il viaggio di nozze.
Andò a vivere nella casa dei suoi che aveva nel frattempo restaurato.

L'unico figlio arrivo l'anno dopo, ad agosto. Continuò il suo lavoro di muratore, lavorando i campi nel fine settimana. Con il tempo arrivò anche un trattore che mise in pensione le mucche e il giogo.

La vespa con cui si muoveva, invece, fu sostituita da una macchina come per tutti in quegli anni.

Con i 15 anni e le ferie estive cominciai pure io a lavorare durante le vacanze scolastiche, da giugno a settembre  facevo il manovale nella stessa impresa. Lui era il muratore che tirava su i muri io gli passavo mattoni e malta senza farlo mai fermare.
Durante i giorni di gettata, facevamo coppia alla betoniera a preparare il calcestruzzo. Erano giorni massacranti ma sia io, perchè giovane, che lui, perchè aveva un fisico da lanciatore di martello, non ci si fermava un momento. Camion di ghiaia, sabbia e cemento finivano nella bocca rotante.
Certe volte, in certe estati,  per scansare il caldo si preferiva partire alla mattina presto in quei giorni particolarmente faticosi.
Era sempre di buon umore mentre lavorava e scherzava spesso con gli altri dell'impresa.

Poi arrivarono i dissapori in casa, con i fratelli e le sorelle, storie di eredità e di soldi.
Cose che succedono in quasi tutte le famiglie. Anni di lontananza e silenzi.
Suo padre, se ne andò nell' '83, lasciandolo con qualche vuoto e qualche cosa non chiarita. Ma non lo diede a vedere troppo.
Gli restò la madre, che viveva nella  stessa casa. Lui era molto innamorato della moglie e stravedeva per il figlio che ha aiutato a prendere due lauree.

Anche la madre se ne andò dopo anni di infermità. Pian piano si ricucirono i rapporti con le sorelle e fratello. Intraprese per qualche anno un'attività di allevamento di conigli, ne aveva in certi momenti qualche centinaio in quella che era stata la stalla delle mucche. Ricordo l'odore forte.

Con gli anni novanta arrivò la pensione, continuò a lavorare i pochi campi rimasti.
Sembrava avviato verso una vecchiaia tranquilla, quando la moglie pensò bene di lasciarlo, un tumore alle ossa se la portò via in poco più di un anno.

Iniziò solo il nuovo millennio, nella casa di sempre che divideva con il figlio che nel frattempo aveva messo su famiglia.  Accettò la solitudine, riprese saldi i rapporti con le sorelle dopo aver perso anche il fratello piu giovane.

Riusci a superare un tumore, sembrò rinvigorito e riprese a muoversi. Pian piano però, a causa di incidenti più o meno gravi, perse progressivamente l'autosufficienza. Alternò periodi di benessere a ricadute sempre più difficili da recuperare.
Dall'ultima di qualche mese fa non si è più ripreso. Negli ultimi momenti di lucidità esprimeva tutta la sua voglia di vivere, senza rassegnarsi a quella sua condizione di malato, con badante al seguito.
Piangeva nel letto di ospedale, conscio di avere intrapreso un pendio senza ritorno. Piangeva, in silenzio e mentre lo rincuoravo cercando di convincerlo che non è poi così facile morire, pensavo a quelle giornate  a spalare camion di sabbia e ghiaia.

Ora lo ricordo, giovane, seduto vicino a me, bimbo di pochi anni mentre guida la mia mano tra le righe di un quaderno.
13 Agosto 2010

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