martedì 20 settembre 2011

Tu chiamale se vuoi ....emozioni...



“Tutto perfetto, direi”, mi disse il dottore guardando il Quick Report che il sistema di monitoraggio aveva appena stampato.
Io ero disteso sul lettino e stavo vivendo il rituale controllo del funzionamento dell’ICD, con estrema calma e tranquillità.
Non avevo mai avvertito alcunché di strano, ne un leggero pizzicare dalle parti dello stomaco, tantomeno alcuna scossa che ne testimoniasse l’entrata in funzione.
L’esito per me era scontato : nessun problema.

All’udire quel : “Tutto perfetto, direi”, rafforzai la mia sicurezza. Aspettavo solo qualche altro particolare, dovuto più al buon rapporto che avevo con il dottore, che alla necessità di descrivere qualcosa che poteva essere un segnale di allarme.

Ma invece il segnale c’era….

“Cosa sono quelle cose la?” , sentii dire al dottore, mentre leggeva con più attenzione la striscia di  carta appena uscita dalla stampante.
Rimasi con il sospiro in sospeso, ascoltando in silenzio, sperando che il medico continuasse a pensare a voce alta.

“Aspetti, anzi,….mi dica. Cosa è successo Sabato 17 Settembre verso le 17.30 ?”, mi chiese con un tono da inizio interrogatorio, quando il pubblico ministero ha la convinzione che l’imputato sia disposto a collaborare.
Non tardai a rispondere :
“Mi sono arrabbiato. Ho avuto una discussione molto accesa”, precisai senza tentare di nascondermi.
“Sembrano delle extrasistoli”, diagnosticò il cardiologo, come volesse minimizzare l’accaduto.
Accolsi il resoconto con un po’ di sollievo . In fondo da sempre sono abituato a convivere con questi mancati battiti cardiaci che, per  qualche attimo, creano una sensazione di vuoto allo stomaco.

“Niente di grave”, continuò, “so che a volte non è facile, ma lei deve evitare queste arrabbiature”
“Le eviterò, dottore”, risposi un po’ frastornato e dopo aver realizzato questa fragilità così ben documentata a cui non avevo potuto sfuggire.

Quando mi alzai dal lettino e riuscendo così, pure io, a leggere la lista degli eventi registrati, notai altre date significative (es: il 10 Marzo), giorni che ricordavo molto bene, ma che erano comunque caratterizzate da momenti difficili.
"Pare che solo il dolore e la rabbia deturpino il cuore, mentre le altre emozioni, quelle belle, sembrano passare senza lasciare traccia, come se non fossero degne di nota, pur generando batticuore e qualche extrasistole di troppo", pensai.

"Devo voltare pagina, definitivamente, prima che la vita lo faccia per me", continuai a ripetermi dentro di me.

Le anomalie, mi rassicurò il dottore, non pregiudicavano comunque la possibilità di ottenere il rinnovo della patente, non le aveva nemmeno menzionate nel referto, per evitarmi possibili problemi.
Raccolte tutte le carte, uscii ringraziando, ma aver visto e capito qualcosa in più di cosa sta a fare l’ICD connesso al mio cuore, mi aveva scombussolato non poco.

Cercai di distrarmi pensando ad alcune originalità della mia situazione.

Io che non porto da anni l’orologio, mi trovo ad averne uno estremamente preciso, impiantato dentro al mio petto. Peccato non poterlo consultare all’occorrenza o poterlo usare qualche volta come cronometro.

Tutto ciò che succede al mio cuore viene registrato o loggato, come diciamo noi informatici. Qualcuno  a posteriori, può verificare cosa è successo e quando è successo, chiedendo, nel caso fosse necessario, chiarimenti all’interessato.
Mi sento come molti di quei server che per anni ho installato in sala macchine, che mi divertivo a controllare e mettere a punto, leggendo tutte le mattine i report di tutte le attività notturne.
Insomma mi sento un po’ bionico e, a dirla tutta, anche un po’ meno libero.
Forse si tratta solo di accettare la nuova condizione, magari con un po’ di ironia. Dopotutto nulla è cambiato, se non la maggiore conoscenza del dispositivo e, nemmeno posso immaginare, da qui all’espianto, previsto tra undici anni, quante e quali potranno essere le sorprese.


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