martedì 6 settembre 2011

L'alcova


Qui al piano di sotto, nella nuova casa, tutto sembra al suo posto. Ho sistemato l’armadio separando ordinatamente i vestiti, mentre ho occupato quasi tutti gli spazi del mobile della cucina.
Quest’ultimo è talmente grande da contenere comodamente ogni cosa rendendo tutto di facile accesso.
Non ho ancora memorizzato il nuovo ordine: la corrispondenza interrutori–luci e la posizione degli oggetti usati di rado. Sono riuscito anche a distribuire i cavi del modem adsl , del telefono e della console Nintendo wii, nascondendo la matassa dei fili dietro al televisore.
Tutta un’altra cosa rispetto a prima.

A completare l’opera mi sono pure attrezzato con una scarpiera, così anche le scarpe un tempo messe alla rifusa sotto un tavolo, hanno trovato la giusta sistemazione, sparendo dalla vista.

La scarpiera, uno dei pochi acquisti, quello più costoso, risultato della spedizione all’Ikea di sabato pomeriggio, è riuscita ad occupare l’intero pomeriggio.
Mi ero convinto che in un paio d’ore potevo andare e tornare anche se non avevo considerato il tempo che avrei dovuto dedicare al montaggio. In realtà, appena iniziato il percorso all’interno del grande magazzino, sono stato assalito dallo sgomento :
“Cosa ci facevo io là da solo ?”
Il constatare di non potermi consigliare con nessuno, in pochi secondi sminuì l’iniziale entusiasmo, e ridimensionò la lista di cose che mi ero ripromesso di comprare.
Alla fine, scelta la scarpiera, dopo aver comprato un paio di ceste dove riporre i vestiti da lavare e quelli da stirare, sono sceso con il carrello al parcheggio cercando la macchina lungo la corsia contrassegnata dalla lettera C, posizione che avevo memorizzato al mio arrivo.
Ignaro che il parcheggio, fosse diviso in due parti con le corsie contrassegnate con le stesse lettere, ho vagato per più di  mezz’ora nella parte sbagliata, passando in rassegna tutte le corsie e, sull’orlo della disperazione, quando davo ormai per persa la macchina, ho capito lo scherzo atroce che i geniali svedesi mi avevano giocato. La macchina stava nella corsia C ma nel parcheggio N. 2.

Quando, una volta a casa e  aperta la scatola, ho constatato che la scarpiera era praticamente ridotta in “frantumi”, mi sono rimboccato le maniche e seguendo le istruzioni in poco più di un’ora il mobile era montato. In fondo il montaggio mi era sembrato molto più semplice rispetto alla  ricerca della macchina nel parcheggio.

Infine ieri,  traslocata la linea telefonica, si trattava di sistemare  il modem Latitude collegato al defibrillatore. In fondo potevo metterlo dove volevo. Le prese telefoniche di certo non mancano nella casa nuova. Lo avrei potuto accostare al telefono, appoggiandolo su un mobile in cucina, ma alla fine pensai di usare la presa in camera da letto, appoggiandolo sul comodino.
Li per li l’idea mi sembrò geniale. Di certo lo scarico dei dati non poteva fallire vista la vicinanza, e ben presto quella specie di segugio che mi bracca ogni lunedì per scaricare i miei battiti digitalizzati avrebbe svolto il suo compito anche durante il sonno.
Poi ripensando a quel "colpo di genio" mi sono detto :
“Manca solo la maschera per l’ossigeno che scende in caso di necessità !“, mentre osservavo su un comodino il modem e sull’altro tutto l’occorrente per il controllo della pressione.

“Ecco l’alcova del tombeur de femmes è completa! “ ho pensato a voce alta sorridendo a questa vita così inconsueta.

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