lunedì 5 luglio 2010

Prove di Montagna

Dalla fine di maggio ho ripreso l'attività fisica come mi era stato raccomandato. Ho abbandonato la corsa e mi sono dedicato con una certa costanza, circa 4 volte alla settimana, alla camminata veloce o se vogliamo alla marcia. Questo mi permette di controllare al meglio la frequenza cardiaca, pur con la possibilità di raggiungere le frequenza della corsa e soprattutto di compiere dei movimenti meno traumatici.
Mi piace e vedo che anche in fatto di velocità e distanze raccolgo delle soddisfazioni.
Fatto sta che desideroso di cimentarmi in qualcosa di più impegnativo, in un primo momento ho pensato di raggiungere uno dei rifugi non troppo impegnativi abbastanza comuni nelle dolomiti venete. Poi con un pò di prudenza mi sono detto che la cosa migliore fosse provare dei saliscendi o delle salite senza per questo raggiungere le Pale di San Martino o il Civetta.
Il Montello faceva al caso mio. E' una collina che si trova a pochi chilometri  da Treviso molto ricca di pendii e sentieri per qualsiasi esigenza.
Munito di tutto ciò che serviva là mi sono recato stamattina. Affinchè la prova fosse verosimile ho camminato con lo zaino in spalla, attento al cardio-frequenzimetro e con tanto di navigatore in mano con funzioni di bussola.

Dopo aver trovato un facile parcheggio, ho scelto un sentiero  a caso che si inoltrava nel bosco.  A passo spedito ho affrontato prima lievi pendii poi salite e discese alquanto impegnative.
Cercando di mantenere un passo spedito ho passeggiato all'interno di quel bellissimo bosco senza faticare oltre il lecito, tenendo d'occhio il cuore e il suo battito che variava al variare dello sforzo.

Tutto mi è sembrato sotto controllo, a parte in caldo afoso, arrivato fin lassù. La frequenza cardiaca arrivata al massimo sui 122 battiti non mi ha mai imposto di rallentare il passo.
L'esperienza mi ha molto confortato, camminare su pendii più lunghi sarà di certo più faticoso, ma non disdegnando le soste e mantenendo un passo più moderato posso arrivare ovunque, come mi ha detto il cadiologo.
Ricordando le difficoltà e i dolori che provavo prima di ammalarmi, anche a percorrere brevi tratti, mi sembra di essere una persona nuova, con orizzonti più ampi di un anno fà, nonostante ciò che è successo.

Ora nuove prospettive si aprono, e con la testa sulle spalle, oltre allo zaino, via ad altre escursioni.
Alla prossima.

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