lunedì 26 luglio 2010

Pensieri e parole

Il lavoro nobilita l'uomo anche se quasi sempre è l'uomo che nobilita il lavoro. Purtroppo sembra che di lavoro ce ne sia sempre meno per noi, per i giovani e per i non più giovani.
I primi costano poco ma non hanno la necessaria esperienza il secondi invece hanno l'esperienza ma spesso costano. Tutti vorrebbero pagare l'esperienza e la conoscenza sempre meno vista la concorrenza indotta dalla globalizzazione.
La verità è quella sopra, lavoro c'è ne sempre meno e questo giro del mondo che il lavoro sta facendo prima o poi ripasserà da queste parti.
Ora si aggira dalle parti della Cina e dell'India e tra non molto migrerà verso i lidi Africani, forse non ci rimarrà per molto vista la diversa cultura del lavoro fortemente influenzata dal clima e dalle situazioni ambientali e storiche. Chissà se volgendo lo sguardo a nord si riscoprirà la vecchia europa.

Chi vivrà vedrà.

Qui si discute molto, si migra da una riunione all'altra, senza avere la sensazione di uscirne con decisioni prese. Molte volte è un'occasione di ritrovo tra persone sbagliate o tra troppe persone.
E' vero spesso viene il dubbio che l'essere in troppi ci abbia di fatto complicato la vita, obbligandoci a organizzarci diversamente e inventare mestieri nuovi.

Probabilmente il mondo diventa sempre più complesso e difficile da gestire, questo non si può negare.

Si guarda molto alla forma, poco alla sostanza. Un esempio. Si usa la mail come un'arma impropria. L'aver inviato una mail è normalmente un sollevarsi dalle responsabilità, della serie : “io te lo avevo detto, e ne ho le prove”.

Questo comportamento induce una certa superficialità nell'analisi dei problemi e delle cose da fare, si può sempre tirare in ballo qualcun altro e mettersi in attesa della risposta.
Le ricevute di ritorno danno la tranquillità che manca.
Poi ti ritrovi con 100 e passa mail che ti aspettano, tutte da leggere, capirle, alcune a cui rispondere, niente è semplice quando poi devi coinvolgere altri per una risposta che si rispetti.

Si innescano catene di sant'antonio, che allungano i tempi e fanno perdere il nocciolo della questione. In molti casi un incontro o meglio una telefonata risolverebbe tutto o quasi tutto.

Poi ci sono i plus della tecnologia. Fare le stesse cose di prima meglio di quanto si facevano in precedenza. Qualcuno la chiama innovazione.
La telefonata si sta trasformando in video chiamata. Fino a poco tempo fa bastava parlare con una persona al telefono, oggi la posso anche vedere, leggere ben oltre le parole che dice, misurandone le reazioni emotive sul viso o lo sguardo fuggente.
La “telepresence” sta rivoluzionando il mondo delle trasferte per meeting direzionali. Tutti si possono “incontrare” in sale virtuali standosene comodamente seduti alla loro scrivania.
Si riasparmia, si viaggia meno non si perde tempo.

Il telefono in quanto veicolatore della voce sta tramontando, il passo verso le video chiamate sarà breve e tra non molto alla portata di tutti.
Servirà a tutti o sarà essensiale per tutti ? Sicuramente no, anzi ci chiederemo come farne a meno per evitare imbarazzi inutili. 

Come vale la pena chiederci come fare a meno del telefono.
Se penso a quale era il rapporto con il telefono 30 anni fa tutto è cambiato in modo radicale.
A vederlo con gli occhi di allora è come se oggi viaggiassimo con una cabina telefonica sulle spalle o con un filo che ci collega in continuazione al telefono di casa ovunque andiamo.
Prima c'eravamo e non c'eravamo oggi ci siamo sempre e quasi mai ci viene da pensare di spegnere questa sorta di guinzaglio senza fili. Staccare, pretendere uno spazio vuoto, può sembrare un emarginarsi, uscire dal gioco, non tenere il ritmo che il mondo che ci circonda ci richiede. Alla fine si risponde e si cerca di non perdere un colpo.

Così mettendo in relazione  mail, palmari, cellulari , video chiamate nasce il mondo della Unify Communication. Comunicazione Unificata cosa vuol dire ? Vuol dire che la collaborazione deve essere ancora più stretta. Se non ci trovano al telefono fisso , provano al cellulare, poi alla fine il tutto finisce sulla posta elettronica. Tutto pilotato da un solo numero di telefono. Un sistema unico a cui si  può dire dove sono  (in ufficio o fuori), cosa faccio (riunione, libero, occupato). Alla fine chi ci cerca, anche se non ci trova, ha la possibilità di lasciarci comunque un messaggio vocale nella casella di posta , piuttosto che aspettare e richiamare. Una sorta di evoluzione della segreteria telefonica.
Rispondendo ci si  può collegare indifferentemente dall'ufficio come da una spiaggia caraibica, non c'è differenza, a parte alla concentrazione, prossima allo zero, che si può trovare grazie a un paesaggio dalle parti di santo domingo.

Per quello che una volta si chiamava volgarmente chat ed era considerata un'attività da perditempo, oggi si è coniato il nome  "instant messaging", ed è uno strumento di collaborazione all'interno della Unify Communication.
Insomma le cose cambiano e tutto trova prima o poi la sua dignità e una sua collocazione.

Anche le puttane da quando si chiamano escort sembrano tutt'altra cosa.

Pensieri, disordinati, a margine di un giorno di lavoro, passato tra strane situazioni, inspiegabili, lontane da il mio modo di vedere ma a cui cerco di adeguarmi, pensando che forse sono io la nota stonata.

Alla prossima.

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