mercoledì 19 gennaio 2011

Parlando di lavoro

Un tempo le strade ferrate erano suo regno esclusivo. Nessun altro mezzo di trasporto era potente quanto lei. Era un locomotiva di ultima generazione, riusciva a trainare un'interminabile fila di vagoni e carrozze inerpicandosi lungo difficili pendii o attraversando interminabili pianure.
Mai aveva avuto bisogno di aiuto, tanto era potente e tanto perfetti ed efficienti erano i meccanismi che la muovevano.
Per lunghi periodi non fece altro che attraversare i luoghi più impensati, arrivando quasi in capo al mondo. Aveva trasportato da una città all'altra moltitudini di persone spesso sognanti e piene di entusiasmo unitamente ad altre, cariche di sogni e speranze, unica ricchezza di una vita di povertà.

Insomma lei, locomotiva indistruttibile, tutto pensava meno che il passare del tempo, pian piano ma inesorabilmente, potesse intaccare i suoi congegni tanto perfetti.

Dopo molti anni di servizio, però, fu costretta a qualche giorno di riposo per essere revisionata, pulita e “rimessa a nuovo”.
Ritornata sui binari si ritrovò luccicante, silenziosa e potente come una volta.
In breve si convinse di aver sconfitto il tempo a di aver riconquistato l'originale efficienza.

Ma il tempo passava e presa dall'ebrezza della velocità e della potenza, non si accorse che il mondo intorno a lei stava cambiando. Le strade ferrate cominciarono a “ornarsi” di strani tralicci che sostenevano dei fili interminabili che seguivano dall'alto i binari.
“Che strano” , si chiese senza dare troppa importanza alla cosa, “ chissà a cosa serviranno ?”

Ma lei continuava a solcare le campagne, orgogliosa di quel suo pennacchio di fumo che, uscito dal camino, sembrava stentasse a seguirla.
Ma purtroppo dovette fermarsi una seconda volta. Per un po' di tempo tornò in officina per rimettere in sesto il cuore pulsante che trasformava la forza del vapore in forza trascinatrice.
Non si perse d'animo e, pur con qualche tentennamento iniziale, tornò a cavalcare le strade ferrate di un tempo. Tutto sembrava tornato come prima ….
Un fremito, però la scosse, quando incrociò, transitando in una di quelle strade ferrate “ornate” da tralicci, una strana locomotiva che, senza emettere ne fumo ne vapore, come aggrappata a dei fili, trainava imperterrita una fila di vagoni simile se non superiore alla sua.

“Chissà come farà ? “,pensò, “di certo appesa a quei fili così fragili non potrà andare lontano!”.

Le cose però cambiarono velocemente. Spesso si ritrovò per giorni, in sosta lungo un binario morto ad osservare intristita quegli strani locomotori sfrecciarle vicino, seguiti dagli stessi vagoni che un giorno era abituata ad avere dietro di sé.

Non si perse d'animo, attese con speranza e pazienza una nuova possibilità, sicura di non essere stata dimenticata.
Nel frattempo, accettò di buon grado le cure che le furono riservate. Si riposò e apprezzò quei giorni di ozio al riparo dal sole cocente dell'estate e dal gelo dell'inverno, sotto la pensilina che le era stata riservata.

Quando la rimisero in moto, il vapore rianimò in breve tempo tutti gli ingranaggi e gli stantuffi cominciarono a muoversi decisi. Si sentiva come nuova.
I binari su cui si ritrovò a condurre vagoni carichi di gente in vacanza, non erano quelli di un tempo. Nessuno le chiedeva la potenza e la velocità dei tempi migliori, anzi la sua grande esperienza le permetteva di condurre dolcemente quei viaggiatori senza strappi a destinazione, permettendo loro di godere del paesaggio che stavano attraversando.

Il tempo aveva fatto il suo corso. Locomotori sempre più veloci facevano ciò che un tempo era di sua pertinenza. Ma non per questo si sentiva sminuita e dimenticata, anzi con gioia apprezzava quel suo nuovo servizio, in cui ora, veniva privilegiata la qualità alla quantità.
Aveva solo un piccolo motivo di rammarico : non aver avuto la possibilità di provarci prima.  

1 commento:

  1. La lentezza, la qualità, sono valori che molto spesso tutti dimenticano nella vita, forse perchè ci troviamo in mezzo ad ingranaggi un pò idioti e a furia di trovarci in mezzo, siamo anche convinti che siano giusti. Qualche bella scoppola, o semplicemente l'età, ci fanno capire che forse non vale la pena considerarsi i numeri uno a tutti i costi. Magari ci si accorge che per gli altri non siamo per niente numeri uno, ma un numero a caso, magari ci si accorge che nemmeno siamo importanti. Il tuo post mi è piaciuto più degli altri. Perchè alla fine metti in luce proprio il fatto che per quanto uno sia bravo nella vita, ci sarà sempre qualcuno più bravo di te. Ma soprattutto che nella vita gli altri non si ricordano di te, ti mettono da parte punto e basta a prescindere da cosa hai fatto tu. Magari sei stato generoso, bravo, dedito ad una persona, però poi arriva il punto in cui "non servi più" e vieni messo da parte senza tanti complimenti. E' un pò la dura legge della giungla applicata però agli umani del secondo millennio. Quando si prendono queste scoppole, ovvero capisci che conti meno di niente, si sta un pò sulla pensilina, si cerca un pò d'ombra e se possibile qualche buon meccanico che riaggiusti i meccanismi (questa volta dell'anima) arrugginiti e scassati dalla scoppola. Magari la vita ti da un codice basso (come al pronto soccorso) e per riaggiustari devi aspettare tanto. Ma prima o poi si riparte, i binari saranno nuovi e le mete saranno nuove. E l'irresistibile richiamo alla vita porterà tutti noi a nuovi lidi, a nuove scoperte, a nuove persone da amare, nuovi lavori da esplorare. L'importante è non prendere tutto sul serio, i monaci di una volta ci dicevano "tanto si deve morire". E' molto più ironico questo detto di quanto si pensa. Perchè prendersela tanto per le scoppole della vita?

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