martedì 11 gennaio 2011

Cuore e Salute

 Devo ammettere di avere un buon feeling con le pagine che regolarmente Repubblica dedica alla salute.
Il titolo di una delle pagine a tema, nell'inserto di oggi, è il seguente :

Quando il vaccino anti-inflenzale ci salva dall'infarto

L'articolo documenta percentuale alla mano come l'influenza sia una delle maggiori cause di morte da infarto.
Identifica la fetta di cardiopatici (38% di 1.400.000) che saggiamente non cercano altri guai vaccinandosi regolarmente, mentre gli altri “ oltre 700 mila hanno preferito correre il rischio di prendere il virus, esponendosi inutilmente a conseguenze anche molto pesanti”, testuali parole.

L'articolo letto di getto, non sembra dire che i cardiopatici sono più esposti all'infarto, ma in fondo il sunto è questo : meno ci si ammala meglio è, quindi non costa niente (solo 7 euro) vaccinarsi contro il virus dell'influenza che sembra, sempre a detta dell'articolo, abbia una certa predilezione per le placche aterosclerotiche, facilitando le trombosi.

Messaggio ricevuto. L'articolo sembra scritto per me, uno dei 700 mila, che continua a rischiare inutilmente di ammalarsi.
L'anno scorso il vaccino mi aveva salvato dall'influenza, quest'anno invece, complice il solito affanno con cui mi trovo troppo spesso a gestirmi, me ne sono bellamente dimenticato, pur avendo avuto l'occasione di poterlo fare gratuitamente in azienda.

Insomma non è l'averla scampata bella che mi preoccupa ma la perdita ricorrente di amor proprio che mi fa uscire spesso di strada.

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