venerdì 17 dicembre 2010

Notte di Natale

Verso le 10 di sera il bimbo, cedette al sonno. Anche quell'anno non era riuscito a restare sveglio quel tanto che basta per vedere Babbo Natale.
Si era chiesto, negli ultimi giorni, perché quel vecchio, un po' appesantito, preferisse girare la notte a cavallo di una slitta magica cercando di visitare tutti i bambini del mondo senza pensare di viaggiare anche di giorno dando modo a tutti di conoscerlo.

“Ciò che è magico spesso è invisibile agli uomini”, pensò cercando di spiegarsi quella stranezza.

Nel chinare la testa prima di addormentarsi, raccomandò ai suoi genitori di svegliarlo, nel caso che, Babbo Natale fosse arrivato ma soprattutto di fare in modo che non trovasse difficoltà per entrare in casa.
Fu rassicurato da entrambi e chiudendo gli occhi si lasciò andare al sonno.

Il padre e la madre, lo osservarono mentre si addormentava e, accarezzandolo tra i capelli, riflettevano su quel mondo fantastico che ospitava i pensieri del bimbo che tanto amavano.

Tanta era l'attesa del figlio, da far sorgere nei due adulti, un dubbio strano ma ardito.

“Quale il mondo reale ?” pensarono, “Non è forse con i sogni che si costruisce il mondo reale?”.

In fondo anche loro, avrebbero desiderato, credere in Babbo Natale, attenderlo per ricevere doni .

Quella notte di Natale non era diversa da altre già vissute. Si attendeva la mezzanotte un po' seguendo la tv, un po leggendo. La Messa di Mezzanotte, affollata come sempre non li invogliava ad uscire, il freddo fuori era quello di stagione : pungeva. Mancava la neve, che era passata di là l'anno precedente.

Verso la mezzanotte gli occhi di entrambi si fecero pesanti, ancora un po' e si sarebbero messi a letto. Ma il silenzio della casa fu in quel mentre rotto da un sibilo, un fruscio forte, netto ma breve.

Attraverso le feritoie delle imposte percepirono la presenza all'esterno di una luce, bianca e intensa.
Un campanellio si senti distinto e chiaro.

“Sarà Babbo Natale “, disse l'uomo, sorpreso e un po' impaurito, a rassicurare la moglie che in silenzio stava ad ascoltare.

Seguirono ancora dei rumori, indecifrabili, netti, di certo non di qualcuno attento a non farsi sentire.

Pensare ai ladri fu un pensiero comune, ma in tutta sincerità non capivano perché, proprio quella sera , ma soprattutto perché entrando dal tetto. “No “,pensarono convinti, “ se fossero dei ladri sarebbero proprio degli sprovveduti “

"Toc, Toc,..."

Due colpi netti echeggiarono sul balcone che dava sul tetto della rimessa davanti. Qualcuno stava bussando mentre ancora si udirono i campanellii sentiti in precedenza

“Buon Natale”, disse una voce.

Guardandosi increduli i due si avvicinarono al balcone interrogandosi sul da farsi.
“Buon Natale !”, udirono nuovamente da una voce ancora più rassicurante di prima.

“Apri “, disse la donna al marito, senza aggiungere altro su chi potesse essere.

Quando finalmente, con le mani tremanti, le finestra si spalancò, si trovarono davanti a un viso senza età contornato da una barba bianca : Babbo Natale. Più in la sul tetto della rimessa stava sospesa la leggendaria slitta e le renne dimenavano un po' la testa quasi a volersi liberare dalle briglie. Forse avevano fretta di ripartire, visto il viaggio che le attendeva.

Entrato in casa il Grande Vecchio non mancò di consegnare i doni, questi furono appoggiati nei pressi del presepe sotto l'albero, assieme ad altri già presenti.
I due genitori, ammutoliti guardavano terrorizzati e al tempo stesso increduli.
Quando Babbo Natale si incamminò verso la camera del bimbo, non restò loro che seguirlo. Si presero per mano quasi a confortarsi.

Il figlio dormiva profondamente girato su un fianco. Non si era mosso di un millimetro da quando lo avevano messo a letto.

Il vecchio lo guardò e dolcemente lo accarezzò tra i capelli.

Poi ritornato nei suoi passi, si avviò verso il balcone da cui era entrato. Guardò i due giovani, che aveva davanti . La donna stava per chiedere :

“Prende qualcosa signor Babbo Natale”, ma le parole non le uscirono di bocca.

“Mi raccomando, non trascurate i sogni, spesso si avverano”, disse il Babbo Natale, “ di nuovo Buon Natale”.

Uscì con insolita agilità raggiungendo la slitta in un baleno.
Si riudirono i suoni delle campanelle.
Un lieve strappo alle briglie e Rudolph rimise in moto il convoglio che si allontanò con lo stesso sibilo udito in precedenza.
Madre e padre, senza riuscire a spiaccicare parola, dopo aver richiuso tutto per bene, si rimisero a letto. In breve si addormentarono.

Al mattino furono svegliati di buonora dal figlio, impaziente di cercare i regali sotto l'albero.
Il loro primo pensiero andò all'incontro della notte appena passata, non sapevano più se era stato frutto di un sogno o fosse davvero avvenuto. Sogno e realtà non erano più distinguibili in ciò che ricordavano.

“Sapete ...”, disse il piccolo sorridendo,” stanotte mi è sembrato che Babbo Natale fosse vicino a me, pensate sia passato davvero ?”

“Forse si “ , balbettò la madre, che definire sorpresa forse era poco.

Si avviarono verso l'albero di Natale e là, sotto l'albero, c'erano due pacchi, tra i molti, confezionati in modo diverso dagli altri.


“Forse si”, ripeté il padre accarezzando il figlio.

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