lunedì 4 luglio 2011

Rifugio Galassi, un anno dopo.

Un anno dopo la prima uscita in montagna per misurarmi e misurare il mio cuore.
Un anno dopo  quell’incredibile incidente in autostrada senza conseguenza alcuna.
Un anno è passato e questa volta, niente di programmato, nemmeno la voglia di misurarmi, solo un invito fatto il giorno prima, quando avevo già prenotato un ombrellone al mare.
Sono salito con i figli, anche con il piccolo, che appena partiti aveva subito chiesto :
“Quanto manca all’arrivo ?”.
Passo dopo passo, siamo saliti, senza affanno ma senza sosta.
Marco Paolini ci aspettava con le sue storie lassù, a ridosso del rifugio e sotto l’Antelao.
Mille e più persone già erano sedute lungo il pendio ad ascoltare quelle storie di Natura e Animali tratti dai libri di Jack London.
Salendo lungo il sentiero, verso  il rifugio, ripensavo ai Libri di London che avevo letto da bambino, in particolare al “Richiamo della Foresta”, a Buck e alla sua trasformazione da animale “ricco” da salotto,  a capo di un branco di Lupi nel freddo dell’Alaska, attraverso un percorso pieno di insidie, concluso grazie alla forza ma soprattutto grazie all’intelligenza.
Ricordavo che,  quando mio figlio aveva pochi mesi, avevo cominciato a leggergli proprio quel libro, quasi a seminare qualcosa senza conoscerne i frutti.
Buck, il cane che aveva percorso alla rovescia la strada fatta dai suoi  antenati,  che da capibranco o lupi erano diventati amici degli uomini, delle loro ricchezze e delle loro miserie.
La storia di un cambiamento e delle difficoltà che ogni cambiamento porta con se.
Un pensiero, infine, al silenzio di quei luoghi trasformati in un teatro a cielo aperto, all’echo che si faceva sentire appena il racconto e la voce si facevano più alti.
Nel pomeriggio, tutto è tornato alla normalità. Una fila, lenta e ordinata, ha cominciato a scendere a valle.
Dalla prossima domenica i visitatori di passaggio per quei luoghi un po’ ripidi da raggiungere,  torneranno a essere qualche decina.
Una considerazione a chiusura della giornata : E' vero, io una famiglia ce l'ho.

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