domenica 19 settembre 2010

La sindrome del "Mou"

Palermo Inter 1: 2
Nel pugilato professionistico molti campioni dopo aver raggiunto e difeso il titolo mondiale per un certo periodo, comprendendo che più in là non c'è altro da conquistare, prendono la saggia decisione di ritirarsi da campioni.
Il titolo da quel momento diventa vacante in attesa di un nuovo campione.

L'inter dopo la "triplete" non poteva ritirasi proclamando "mai nessuno come noi".

Nel calcio le cose sono un tantino diverse, chi vince molto, tutto, come nel caso dell'inter, deve trovare nuove motivazioni per continuare a vincere, pur sapendo che ripetersi è tremendamente difficile.

Giusta quindi al decisione di José Mourinho cambiare aria riaprendo una nuova sfida.
Giusta la decisione dell'Inter di non fare pazzie per trattenerlo, meno condivisibile la decisione di mantenere la maggior parte dei calciatori credendo che le loro motivazioni potessero rimanere intatte.
Forse si poteva puntare su una squadra completamente rinnovata e giovane guidata da tre quattro campioni e riaprire la sfida con uomini nuovi oltremodo motivati, magari un pò più nostrani.

L'inter di oggi è una squadra indecifrabile, che però non sta facendo peggio dell'anno scorso. Gioca con lo stesso organico ma con motivazioni diverse. E' ora meno corale e bisognosa delle giocate dei singoli ma nulla è compromesso.

Però l'ombra di Mourinho appare inevitabilmente a ogni goal subito, i confronti sono immediati, come pure i rimpianti. Qualcosa di simile era avvenuto, in forma più blanda dopo la partenza di Mancini, ma le vittorie seguite avevano smorzato tutto. Benitez non avrà un anno facile : gli interisti, un tempo superiori alla sfortuna e abituati al digiuno da vittorie, sono diventati dei palati sopraffini.

Intanto siamo in cima alla classifica, giocando così così. Le altre grandi stanno peggio. Stiamo lottando per lo scudetto con il Cesena.

Speriamo duri, sia l'Inter che il Cesena.

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