venerdì 30 aprile 2010

L'assedio di Barcellona, l'assedio di Berlino


Ci sono assedi e assedi. Molte volte le imprese sportive, o presunte tali, vengono descritte usando i toni forti che solo le parole di guerra possono dare. 
Ci si imbatte sempre più spesso in parole come "battaglia", "scontro","assedio"  mentre la parola eroe si spreca quando si fa riferimento al o ai protagonisti di un'impresa sportiva.


Rivedendo la partita di ieri sera, si è avuta netta l'impressione di un'assedio: le statistiche della partita riportano valori mai visti. Il possesso della palla da parte dei catalani è stato di circa l'80 %, Cose dell'altro mondo. Come se l'inter non avesse giocato, anche se alla fine è stata la squadra che ha vinto la guerra guadagnandosi la finale di Madrid.


C'è però da dire che il numero delle palle gol per il Barcellona, goal a parte, è stato minimo rispetto alla mole di gioco prodotto, al continuo fraseggio al limitar dell'area nerazzura. Sempre la davanti senza trovare i due guizzi necessari per guadagnarsi la finale.


I due schieramenti, soprattutto dopo l'espulsione, si sono fronteggiati. Quello che doveva vincere a tutti i costi attaccava in modo ordinato, forse anche troppo, mente gli interisti si difendevano in modo altrettanto razionale.


Normalmente l'organizzazione dell'inter prevedeva quattro giocatori in linea di difesa, quattro giocatori sulla linea di centrocampo, mentre un singolo attaccante rimaneva avanzato, con il primario compito di disturbare i difensori avversari ma anche e soprattutto perchè qualche volta i miracoli avvengono, soprattutto credendoci.


Merito di Mourinho è aver creato una squadra dove nessuno si sente una primadonna e tutti sanno sacrificarsi allo stesso modo senza risparmiarsi.
Questa è una caratteristica che non ricordo aver mai visto e riconosciuto negli anni passati e di cui Mou è stato l'artefice nell'inter di oggi.


Ma come dicevo all'inizio ci sono assedi e assedi. Trentotto anni fa l'inter giocava la sua ultima finale di Coppa campioni a Rotterdam il 31 Maggio del 1972. Fu battuto dall'Ajax e da Crujiff.


Io avevo 14 anni e non ricordo niente di quella finale che sicuramente seguii alla tv. Di quel torneo di Coppa Campioni ricordo invece la lunghissima sfida con il Borussia di Mönchengladbach terminata a Berlino il 1 Dicembre del 1971. 


Quella sera si ripeteva la partita di ritorno in terra tedesca degli ottavi di finale persa per 7 -1 ma invalidata grazie a una  lattina che aveva colpito Boninsegna.


A Berlino l'inter fece debuttare un giovane portiere di 20 anni : Ivano Bordon di Marghera (Ve) al posto di Lido Vieri indisponibile.


Anche quella partita venne giocata nella sola metà campo dell'inter. Il Borussia doveva recuperare la sconfitta per 4-2 subita  a Milano. Quell'assedio fu alla porta dell'inter, difesa da quel ragazzo di 20 anni, che quella sera parò l'impossibile, compreso un rigore. 
Fu una partita memorabile, e come oggi dice Mourinho "epica". Epica perchè il suo ricordo e' ancora impresso nella mia mente,come in quella di molti interisti della mia generazione. Epica perchè mi piace raccontarla e raccontare le gesta di quel portiere a chi non c'era.


Ma quell'inter non aveva l'organizzazione vista ieri sera, quell'Inter superò il turno soprattutto grazie alle gesta di Ivano Bordon che da quel giorno iniziò la sua carriera da portiere titolare.


Oggi suona un pò stonato il verso "Pazza Inter".

Nessun commento:

Posta un commento