giovedì 8 aprile 2010

L'angelo Custode

Ero a casa da un giorno. Per l'infarto del 19 Agosto ero rimasto all'ospedale circa una settimana.
Non mi ero reso conto ancora di quello che mi era successo.
Mi sentivo abbastanza bene.
Il martedì 25 mi presi cura di mettere in ordine un pò di carte. Tra le varie cose, passai dal medico per definire e avere il certificato di convalescenza. 
Un mese intanto poteva bastare, mi disse il medico, ma sarei ritornato da lui verso fine settembre per eventualmente valutare il da farsi.

Tornai a casa.
Compilai il modulo con le informazioni mancanti e pensai bene di anticipare il tutto via Mail all'ufficio personale dell'azienda in cui lavoro.
Il computer sta al primo piano di casa, in  uno stanzino, originariamente nato come ripostiglio, riconvertito a studio nel corso degli anni.

Dissi a mia moglie " Dai sali con me che lo facciamo assieme".
Il fare assieme le cose è stato il motivo dominante del nostro matrimonio, ma probabilmente anche una delle cause del suo fallimento. Quel giorno eravamo assieme e quella frase, forse detta ancora per abitudine, diventò il filo che permise di riportami tra i vivi.

Mia moglie mi seguì al primo piano,  lasciò che armeggiassi vicino al computer. Lo accesi assieme a scanner e video.
Avvertii in quel momento un senso di vuoto, un calo profondo di pressione.
Dissi verso mia moglie " non mi sento molto bene, meglio che mi stenda  a letto ", avendo imparato che così potevo fronteggiare un calo di pressione.

Dopo queste parole, svenni e da questo momento il racconto si basa su ciò che mi è stato detto.
Mia moglie e mio suocero, attraverso il massaggio cardiaco e la respirazione bocca  a bocca mi hanno tenuto in vita per sette interminabili minuti.
Tanto è servito alla ambulanza per arrivare e rianimarmi con le maniere forti.
Un defibrillatore rimise in moto il mio cuore in maniera definitiva. Di quella scossa è rimasto il blue dei pantaloni dipinto sul muro di casa.
Di quel giorno rimane il ricordo nella mente dei miei figli , di mia moglie e di tutti coloro che vissero quei momenti.
A me è rimasta la vita e questa seconda possibilità, oltre che una gratitudine immensa verso coloro che mi hanno soccorso durante quei primi determinanti sette minuti.
Quel giorno un angelo salì con  me al primo piano.

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