giovedì 22 aprile 2010

Accettazione della diversità o normalità ?

Non mi sono mai sentito veramente male da dire : " mi sta succedendo qualcosa che sconvolgerà la mia vita".
Anche il giorno dell'infarto non stavo veramente male e tutto era sopportabile.
Avevo la convinzione che tutto passasse per conto proprio e che di grave non ci fosse niente.

Non ho mai percepito, e probabilmente ancora non ho assimilato, che l'infarto lascia tracce e limita la vita delle persone, anche se la mia vità vive quotidianamente i limiti imposti da quanto è successo.

Insomma, voglio dire, che lo star male non è sempre assimilabile alla gravità della malattia.
Quando mi sono "addormentato" con il cuore fermo, ho percepito un forte giramento di testa, poi nulla più.

(va bene non ricordo niente dei 4 giorni di coma, ma è come non ci fossi)

Oggi sto abbastanza bene. Vivo una vita normale. Direi che peggio sto dal punto di vista personale, vivendo parallelamente una separazione e probabilmente questo ha in certi momenti messo da parte i veri problemi di cuore.

Questioni di cuore in ogni caso.

Nei giorni seguenti all'infarto, all'arresto cardiaco e al ritorno a casa il 3 settembre, ero tutto preso dall'ascoltarmi, dal sentirmi il cuore, a volte spaventato dalle extrasistoli.
Raccontavo, a chi mi chiedeva cosa mi era successo, che avevo avuto piccoli problemi di cuore, completamente risolti e che avevo fatto dei controlli, ma non riuscivo a dire esattamente quello che mi era successo. Non volevo sentirne parlare e non riuscivo a parlarne.

Poi sentivo l'icd sotto al mia spalla sinistra, vedevo la cicatrice, avevo dei dolori o dei fastidi che mi riportavano brutti pensieri. Il defibrillatore era un corpo estraneo in un corpo ancora più stranito o a dirla tutta sconvolto.

Poi, tornato a vivere da solo, ho riacquistato via via un pò di sicurezza. Avevo superato in un colpo solo la paura della morte e mi sono via via convinto che l'icd stesse come lo spaventapasseri sta nei campi, questo mi aiutò ad allontanare le paure e i cattivi pensieri.

La rieducazione è stata buona, ho corso molto in bici, ho recuperato un buon tono fisico e di conseguernza vivo una sorta di benessere indotto.

Poi ho cominciato a parlare e a raccontare il mio accaduto, a volte ridendoci sopra con amici, parenti e conoscenti senza nascondere nulla. Fu questo il segnale che stavo andando  nella giusta direzione.
Questo accadde abbastanza presto, verso la fine di settembre.

Oggi a volte scherzo battendo sulla zona dell' icd paragonandolo alla stella dello sceriffo, che come tutti sanno ha il compito di riparare il cuore dalle pallottole.

Vivo una vita normalissima, sto cominciando a fare dei progetti, anche se chiamarli tali è sicuramente ottimistico.

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