Un tempo le strade ferrate erano suo regno esclusivo. Nessun altro mezzo di trasporto era potente quanto lei. Era un locomotiva di ultima generazione, riusciva a trainare un'interminabile fila di vagoni e carrozze inerpicandosi lungo difficili pendii o attraversando interminabili pianure.
Mai aveva avuto bisogno di aiuto, tanto era potente e tanto perfetti ed efficienti erano i meccanismi che la muovevano.
Per lunghi periodi non fece altro che attraversare i luoghi più impensati, arrivando quasi in capo al mondo. Aveva trasportato da una città all'altra moltitudini di persone spesso sognanti e piene di entusiasmo unitamente ad altre, cariche di sogni e speranze, unica ricchezza di una vita di povertà.
Insomma lei, locomotiva indistruttibile, tutto pensava meno che il passare del tempo, pian piano ma inesorabilmente, potesse intaccare i suoi congegni tanto perfetti.
Dopo molti anni di servizio, però, fu costretta a qualche giorno di riposo per essere revisionata, pulita e “rimessa a nuovo”.
Ritornata sui binari si ritrovò luccicante, silenziosa e potente come una volta.
In breve si convinse di aver sconfitto il tempo a di aver riconquistato l'originale efficienza.
Ma il tempo passava e presa dall'ebrezza della velocità e della potenza, non si accorse che il mondo intorno a lei stava cambiando. Le strade ferrate cominciarono a “ornarsi” di strani tralicci che sostenevano dei fili interminabili che seguivano dall'alto i binari.
“Che strano” , si chiese senza dare troppa importanza alla cosa, “ chissà a cosa serviranno ?”
Ma lei continuava a solcare le campagne, orgogliosa di quel suo pennacchio di fumo che, uscito dal camino, sembrava stentasse a seguirla.
Ma purtroppo dovette fermarsi una seconda volta. Per un po' di tempo tornò in officina per rimettere in sesto il cuore pulsante che trasformava la forza del vapore in forza trascinatrice.
Non si perse d'animo e, pur con qualche tentennamento iniziale, tornò a cavalcare le strade ferrate di un tempo. Tutto sembrava tornato come prima ….
Un fremito, però la scosse, quando incrociò, transitando in una di quelle strade ferrate “ornate” da tralicci, una strana locomotiva che, senza emettere ne fumo ne vapore, come aggrappata a dei fili, trainava imperterrita una fila di vagoni simile se non superiore alla sua.
“Chissà come farà ? “,pensò, “di certo appesa a quei fili così fragili non potrà andare lontano!”.
Le cose però cambiarono velocemente. Spesso si ritrovò per giorni, in sosta lungo un binario morto ad osservare intristita quegli strani locomotori sfrecciarle vicino, seguiti dagli stessi vagoni che un giorno era abituata ad avere dietro di sé.
Non si perse d'animo, attese con speranza e pazienza una nuova possibilità, sicura di non essere stata dimenticata.
Nel frattempo, accettò di buon grado le cure che le furono riservate. Si riposò e apprezzò quei giorni di ozio al riparo dal sole cocente dell'estate e dal gelo dell'inverno, sotto la pensilina che le era stata riservata.
Quando la rimisero in moto, il vapore rianimò in breve tempo tutti gli ingranaggi e gli stantuffi cominciarono a muoversi decisi. Si sentiva come nuova.
I binari su cui si ritrovò a condurre vagoni carichi di gente in vacanza, non erano quelli di un tempo. Nessuno le chiedeva la potenza e la velocità dei tempi migliori, anzi la sua grande esperienza le permetteva di condurre dolcemente quei viaggiatori senza strappi a destinazione, permettendo loro di godere del paesaggio che stavano attraversando.
Il tempo aveva fatto il suo corso. Locomotori sempre più veloci facevano ciò che un tempo era di sua pertinenza. Ma non per questo si sentiva sminuita e dimenticata, anzi con gioia apprezzava quel suo nuovo servizio, in cui ora, veniva privilegiata la qualità alla quantità.
Aveva solo un piccolo motivo di rammarico : non aver avuto la possibilità di provarci prima.