martedì 18 ottobre 2011

Il Cloud Italiano

Mio padre avrebbe detto :

"Mi stanno facendo una testa grande come una casa !".

Stasera ascoltando l'ennesimo evento sul Cloud ho provato la stessa sensazione. Tutti parlano di questo nuovo fenomeno che rivoluzionerà il mondo dell'Information Technology.
Se ne analizzano gli aspetti tecnologici, ordinati come al solito come gli strati geologici, poi si arriva a declamarne i vantaggi e i potenziali risparmi fino a toccare gli aspetti sociologici e filosofici.
Qualcuno stasera è arrivato a negare la necessità di sicurezza dei dati aziendali e il diritto di privacy delle persone.
"I giovani di oggi non si preoccupano più di tanto della loro privacy", si è affermato alludendo ai Blog a Facebook e a tutte le community che Internet ha reso possibile.
Il punto di vista non faceva una grinza, "la Cloud", così è stata spesso apostrofata "la Nuvola", è la soluzione per chi non vuole investire in complicati e costosi server, per chi vuole pagare solo quello che consuma e per tutti coloro non interessati a essere proprietari dei propri dati e delle proprie informazioni.

Mentre passavano tutti questi ragionamenti su privacy e profili pubblici mi è ritornato alla mente l'assicuratore che, nemmeno un anno fa, appena saputo il mio stato di salute, si è rifiutato di stipularmi una assicurazione sulla vita che potesse aiutare i miei figli nel caso il mio cuore fosse ritornato a fare le bizze.
Le informazioni più sono pubbliche più aiutano coloro che sanno specularci sopra, siano queste raccontate o messe nella Cloud.
Insomma gli edotti professori di stasera sembravano dire : "Armiamoci e partite".

Poi sono stati presentati i casi portati ad esempio, scoprendo però, che i pionieri già avventuratisi in questa nuova esperienza si sono limitati a mettere "nella Cloud", qualche applicazione web e i servizi di posta elettronica.
Insomma siamo agli inizi e nonostante il tam tam, tutti aspettano che siano altri ad andare avanti ed eventualmente "farsi male".

Alla fine un comico, ha ridato dignità alla parola Nuvole, tanto bistrattata durante la serata recitando :

LE NUVOLE (Fabrizio de André)

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

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