martedì 19 ottobre 2010

Il Covo

Alle 22.40 l'acqua bolliva. Ottanta grammi di spaghetti finirono nella pentola.
Il cronometro che uso normalmente per cucinare cominciò il suo conto alla rovescia : 8 lunghi minuti. La tavola era già pronta e nell'attesa assaggiai un pezzo di formaggio sorgeggiando un dito di prosecco.

L'ora di cena era andata lunga, a causa del solito lavoro, di una lunga discussione a metà tra lavoro e non so cosa e infine la strada di ritorno, solita, lunga e noiosa e per l'occasione silenziosa, anzi, greve.

Verso le nove ero sulla porta di casa. Come tutti i lunedì sera ad attendermi c'era la casa riordinata, pulita dalla signora che mi aiuta nelle faccende una volta alla settimana. Mi da un senso di piacere entrare e sentire il profumo di pulito e ritrovare le poche cose al loro posto.
L'ora non permetteva pause, c'era da completare ciò che l'esame Holter prevedeva : un 'ora di allenamento. Fui tentato di lasciar perdere, ma dopo qualche minuto mi ripresi e cominciai a prepararmi.

Conoscendo il freddo che mi aspettava fuori, mi vestii ben bene, rispolverando gli indumenti sportivi tipici degli allenamenti invernali. Pensai anche di indossare il berretto di lana, ma uscendo lo dimenticai sul tavolo. Appena fuori, familiarizzai con la serata fresca e non tornai a prenderlo.

Partii, cercando di non strafare, erano le 21.17.
'Un'ora e niente più", promisi alla mia parte pigra.

Sapevo che sarei stato preciso e puntuale. Imboccai la pista ciclabile al di là della strada e allungai il passo. Per trenta minuti mi sarei allontanato da casa, per poi tornare indietro in un tempo analogo senza la possibilità di alcuna scorciatoia. Metodo semplice, geniale e collaudato.

L'Ipod come altre volte mi ha fatto compagnia riproducendo la solita playlist. Ricordo il primo brano : Il tema del film "Forrest Gump".

"Buon inizio ", pensai.

Alle 22.15 ero di ritorno, in orario quasi perfetto. Avviandomi verso la porta di ingresso mi sono soffermato a guardare casa mia. Occupa la parte finale di quello che fu un vecchio mulino, guarda con le due finestre rivolte a sud i tetti dei garage che perpendicolarmente la incrociano. L'orizzonte è in parte nascosto da una vecchia cabina Enel, ancora in uso. Dietro si intravvedevano le ombre dei salici che stanno sul confine e delimitano la proprietà.
Mi ha dato l'impressione di un luogo "abbarbicato", quasi nascosto. In altre parole : Un Covo.

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