lunedì 28 febbraio 2011

Yara e gli altri

A cosa servono le vite spezzate ?
Chi può farsi una ragione di tragedie come quella di Yara, tanto per citare l’ultima in ordine di tempo o di tutti quegli innocenti, molte volte bimbi in tenera età, stroncati senza nessuna colpa (e che colpa potrebbero avere ?), per volere o malvagità di altri.
Perché  vivere con queste prospettive o perché nascere viene da chiederci.
Che senso può avere una vita stroncata dopo pochi mesi o qualche anno ?
Nessun significato terreno può giustificare tutto ciò, così che bisogna volgere lo sguardo più in là verso l’ignoto o l’incomprensibile per trovare “qualcosa” che possa alleviare il senso di angoscia che ci prende.
Tutte queste persone più di passaggio di tutti gli altri, meriterebbero una seconda possibilità, una garanzia di un ritorno sulla terra, quasi un atto dovuto, dopo il primo passaggio andato a vuoto.

Ci sarà pure una stazione intermedia, prima del paradiso, come nel film “ Il paradiso può attendere” , dove qualcuno può dire la fatidica frase:

“Scusi , non trovo il suo nome nella lista ! Strano, ma ci deve essere stato un errore”.

Ma il problema non sta in chi ci aspetta in cielo ma in chi ci accoglie sulla terra, dove il bene e il male, si distribuiscono senza una logica di equità e, dove l’uomo contribuisce ad aumentare l’illogicità e il peso dell’ ingiustizia.
Perché noi uomini, creazione divina, come da sempre ci consideriamo, sembriamo così imperfetti da farmi dubitare sulla possibilità di essere parte di un disegno celeste ?

E se questo mondo ha come fine il bene, quanto ancora dovremo vivere nell’imperfezione delle nostre ingiustizie e malvagità ?
E’ molto difficile comprendere il senso della vita, breve quanto il lampo di una meteora, di un bimbo morto per colpa della guerra, confrontandola con la vita di persone come me, che, destinate a partire, sono state riportate sulla terra.

Molto non mi è ancora chiaro e molto mai chiaro sarà,  ma credo che  tutto deve avere un senso e per me è importante dare un senso a ciò che sto vivendo, ma ripeto,  i tanti meno fortunati meritano, pure loro, almeno un’altra possibilità.

A meno che, ciò che ci attende dopo, non sia migliore di questo passaggio terreno a cui tanto siamo aggrappati, ma il mistero della vita unito a quello della morte apre interrogativi troppo grandi per la mia mente.

Nessun commento:

Posta un commento