Ho cominciato a lavorare il 21 novembre 1978, in una azienda del trevigiano. Avevo da poco terminato il sevizio militare.
Era il giorno della Madonna della Salute. A Venezia si fa vacanza.
L'assunzione era stata fatta sotto forma di borsa di studio. Avevo accettato uno "stipendio" di 250.000 lire al mese. Molto meglio di tanti miei coetanei che avevano cominciato a lavorare senza alcun compenso per i primi mesi.
Mi spiegarono che dovevo programmare un "computer" chiamato Mael 4000, una via di mezzo tra una calcolatrice e un calcolatore dove l'elaborazione era fatta attraverso l'uso oculato di un certo numero di registri. Non era il massimo della tecnologia ma intanto mi permetteva di imparare comunque qualcosa.
Per tutto il mese di dicembre ne studiai il funzionamento con molto impegno e, contemporaneamente, iniziai a scrivere un programma di fatturazione che mi era stato affidato. Mi erano state fornite solo delle specifiche verbali oltre al modulo su cui avrei dovuto stampare.
Iniziai con qualche passo falso, che però mi permise di affinare le conoscenza e capire cosa dovevo fare.
Verso la metà di dicembre fui però contattato da una nuova azienda che mi convocò per un colloquio di li a pochi giorni. Tutto andò molto bene e mi proposero un'assunzione a tempo indeterminato, che accettai immediatamente, visto che anche l'aspetto economico era migliore della borsa di studio.
Conclusi le pratiche relative alla assunzione in pochi giorni e così, prima delle vacanze di Natale, ero nella condizione di licenziarmi. Inesperto qual'ero la cosa mi mise molto in apprensione. Non sapevo quale sarebbe stata la reazione dei miei datori di lavoro che da poco avevano creduto in me, vedendomi rassegnare, dopo appena un mese, le dimissioni.
Fu così che il 22 Dicembre, ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze, dovevo comunicare le dimissioni. Aspettai l'ultimo secondo a mia disposizione, prima di andare a casa. Mi era stato da poco consegnato il mio primo stipendio : 250.000 lire, quando chiamai in disparte il titolare e gli comunicai che non sarei più tornato là a lavorare.
Seguirono le solite parole dispiaciute e l'assicurazione dell'assunzione con il nuovo anno. Nonostante ciò
non ritornai nella mia decisione. Mi avviai verso casa un pò scosso e agitato, preda di molti pensieri e dispiaciuto per aver in qualche modo disatteso la fiducia che in me avevano riposto.
Misi in moto la macchina di allora, una 126 giallo tufo e presi la strada di casa. Dopo poche centinaia di metri in centro al paese c'era un semaforo. A quell'ora il traffico aumentava e solitamente il rosso produceva un pò di coda. Arrivai e mi misi diligentemente in coda. L'abitacolo si stava lentamente scaldando. Nel frattempo rimuginavo ancora per quello che era appena successo, ero in preda a dubbi : pensavo a quello che avevo deciso di lasciare a favore del nuovo lavoro.
Quando il semaforo diventò verde innestai la marcia e partii, purtroppo, prima di quello che mi precedeva.
Il tamponamento non fu catastrofico ma sufficiente per accartocciare il muso della mia 126.
Complessivamente i danni ammontarono a 330.000 Lire.
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