martedì 9 agosto 2011

Il punto di non ritorno

Prima di intraprendere il viaggio verso la Luna, tutte le missioni spaziali del programma Apollo, rimanevano “parcheggiate” in orbita terrestre per un certo periodo durante il quale venivano fatti tutti i controlli e i preparativi necessari al prosieguo della missione.
In  primo luogo si provvedeva a d estrarre il LEM dall’ultimo stadio del razzo Saturno 5, agganciandolo al muso della navicella Apollo. Si verificava, quindi, il funzionamento del condotto che collegava le due navicelle e il corretto funzionamento di tutti gli strumenti di bordo del “treno spaziale”, come era a quei tempi definito.
Concluse tutte le verifiche previste, per intraprendere il viaggio verso la Luna, abbandonando l’orbita terrestre, bisognava accelerare il Convoglio Spaziale fino alla velocità di fuga, che si aggirava intorno agli 11 Km/sec.  Una volta raggiunta questa velocità la navicella Apolllo era in grado di sfuggire alla gravità terrestre fino ad entrare nel campo gravitazionale Lunare.
Il momento in cui la navicella iniziava a essere attratta dalla gravità lunare era descritto come una sorta di Punto di non ritorno. Se prima di quel momento bastava farsi “cadere” per poter ritornare a casa, dopo aver attraversato quella linea immaginaria, per poter rivedere la terra era necessario riaccendere il motore di servizio della navicella per sfuggire alla gravità lunare.

Nella vita di relazione, soprattutto durante i periodi più difficili, spesso non ci si rende conto di aver raggiunto la velocità di fuga.  La nostra superficialità ci fa ritenere che sia sempre possibile lasciarsi “cadere” per ritornare quelli di un tempo. Ma purtroppo non ci accorgiamo che, oltrepassato il Punto di non ritorno, tutto appare irrimediabilmente  perduto e non ci rimangono più le energie per ritornare sui nostri passi.
Lo scorrere del tempo, il passare dei giorni, contrasta con la parola ritorno, che sottintende invece una sorta di viaggio all’indietro. La vita non ci permette regressioni ma, ci dà solo la possibilità di evolvere, di cambiare, ma soprattutto di saper cambiare guardando avanti .
Non sempre i cambiamenti sono portatori di miglioramento, di crescita e di successo, anzi  spesso ci fanno comprendere che il prosieguo della vita non sarà più come lo avremmo desiderato, imponendoci rinunce dolorose e cocenti delusioni.
I punti di non ritorno, che caratterizzano la nostra vita, ci devono aiutare a amarla ancora di più, senza farci condizionare oltremodo dal passato, guardando con fiducia al futuro qualunque esso sia.

Dicevano dalle mie parti :
"No' savemo se doman semo 'ncora a 'sto mondo!"
"Non sappiamo se domani siamo ancora in questo mondo!"

Nessun commento:

Posta un commento