sabato 11 febbraio 2012

L'astronauta


Stasera mi è improvvisamente apparsa una chiamata via Skype. Era un amico, che sapevo essere, questa settimana, a Las Vegas per lavoro.
Ho risposto pensandolo già di ritorno, ma nello spazio destinato all’Istant Messaging, mi è apparso un messaggio :
“Sono in volo su Dallas, volevo provare la rete wifi di bordo”.
Sorpreso, ho chiesto conferma incredulo.
Alla fine, abbiamo passato un quarto d’ora a fare esperimenti di comunicazione, video-conferenza, mentre lui sorvolava il Texas a 11 metri di quota ed io me ne stavo sul divano, riparato dal freddo polare che ci assedia da qualche giorno.
E’ stato un po’ come parlare con una sorta di astronauta, sperimentare qualcosa di nuovo, ampliare la comunicazione all’interno di un mondo che fino a poco tempo fa era tabù.
Internet è arrivata anche all’interno degli aerei. Un po’ alla volta stanno cadendo tutte le barriere che impedivano la comunicazione, Stiamo entrando sempre di più in un mondo di “sempre connessi” o se si vuole di "sempre controllati". Nel bene e nel male potremmo usufruire di questa possibilità, che ci farà forse sentire meno soli, ma che ci dovrà lasciare la possibilità di scegliere di star soli.
L’impressione odierna è quella di una società in cui sono gli uomini a cercare di essere sempre connessi, timorosi di essere dimenticati, frustrati dai vuoti di messaggi dove sembra che lo stato sociale dipenda dalle quantità delle nostre relazioni. Si sta dimenticando a passo spedito che, il più delle volte, è la qualità che sostiene la vita. Mille amici su Facebook non sostituiscono l’amore di una persona.
Ci rimane ancora la possibilità di spegnere il cellulare, di poter scegliere di staccarci dalla rete, riacquistando la libertà di interagire con il mondo o dire garbatamente “Non mi rompete, voglio starmene solo, o solo con chi voglio io”.
“Chissà per quanto, questo, ci sarà ancora possibile ?"
 “Non per molto, ne sono sicuro”.
La mobilità sta facendo nascere campi di applicazione completamente nuovi che rivoluzioneranno il nostro stile di vita.
Un giorno qualcuno ci dirà che tramite il cellulare sarà possibile controllare in tempo reale lo stato di salute di ciascuno, ma allo stesso modo questo permetterà di tracciare i nostri movimenti fino a conoscere e memorizzare i nostri stati d’animo. Io in questo sono, mio malgrado, un pioniere.
Un tempo pagavamo con il denaro. Oggi paghiamo prevalentemente con il Bancomat e troviamo tutto ciò molto pratico e comodo. In questo modo diamo la possibilità agli esperti di marketing di valutare i nostri usi e costumi, la frequenza dei nostri acquisti, arrivando a stimare le nostre possibilità economiche.
Alla fine tutti i servizi che sembrano arrivarci quasi gratis, di solito riscuotono, indipendentemente dalla nostra volontà, un corrispettivo che vale molto di più di quanto ci è elargito.

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