lunedì 12 dicembre 2011

Il Brodo di Arquà Petrarca


Non sapevo che la patria del Brodo di Giuggiole stesse cosi vicino a casa.
Tanto meno immaginavo che il paese in questione fosse Arquà Petrarca, un paese situato nei Colli Euganei, che deve il suo nome e la maggior parte della sua fama per essere stato dimora, non so per quanto, del poeta Francesco Petrarca.
Il paese ha, in alcuni tratti architetturali, una parvenza medioevale: mura costruite con sasso o con pietre a faccia vista. Qualche viuzza stretta si inerpica su per i colli.
Non mancano i riferimenti al poeta che vanno dall’ agriturismo Franciscus fino ad arrivare al bar centrale intitolato a Laura.
La casa del Petrarca, che vista da fuori non doveva essere sicuramente una casupola, è oggi un museo e sta a qualche centinaio di metri dal centro.
L’altro personaggio di rispetto del paese sono le Giuggiole. Gli alberi di Giuggiole superano di gran lunga qualsiasi altro tipo di vegetazione. Dalle Giuggiole si produce l’omonimo “Brodo”, liquore venduto praticamente a ogni angolo.
Passeggiando per le strade del paese e spingendosi anche un po’ fuori, si ha la sensazione che le giuggiole non siano così tanto amate, notando quante siano quelle lasciate appassire sui rami degli alberi. Infatti molte sono quelle non raccolte, tanto da farmi sorgere il sospetto che nell’ apparente noncuranza si celasse il segreto dell’infuso: prodotto da frutta lasciata “macerare” al freddo dell’inverno.
Quando, finita la passeggiata ho cercato di chiarire il perché di tanto spreco, un signore del posto ha liquidato la questione spiegandomi che, per le giuggiole il tempo di raccolta è molto breve, passato il quale appassiscono e non sono più buone.
“Niente di più semplice “, ho pensato, mentre fino a quel momento avevo immaginato strane pratiche di preparazione.
L’infuso, una volta assaggiato, sminuisce un po’ il senso che di solito si associa al detto “andare in brodo di giuggiole”. La realtà quasi sempre sminuisce il sogno.

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