mercoledì 4 maggio 2011

Il nuovo decennio

 Il corso della storia sembra sterzare verso una direzione inaspettata. I primi mesi di questo 2011 (sembra che ogni primo anno di decennio risulti determinante per i rimanenti anni), stanno mandando messaggi nuovi al mondo, messaggi veicolati da movimenti spontanei nati in prevalenza dalle nuove generazioni.
Abbiamo passato gli ultimi 10 anni paralizzati dalla paura di atti terroristici. Dal 11 Settembre 2001 , giorno dell'attentato alle Torri Gemelle, ci siamo sentiti braccati da un nemico invisibile capace di infiltrarsi e colpire qualsiasi obiettivo con conseguenze inimmaginabili.
Abbiamo passato 10 e più anni, terrorizzati dai fondamentalismi religiosi. In particolare il fondamentalismo islamico sembrava un spettro che poteva espandersi e padroneggiare in tutto il mondo occidentale, come un'orda barbarica.
Poche le eccezioni : il regime Libico e il regime Egiziano.
E il fondamentalismo islamico con il suo movimento terroristico più potente, al Qaida, non si è fatto attendere e, dopo le Torri Gemelle, sono seguiti gli attacchi di Madrid e di Bali.
Negli ultimi anni pur attraversando momenti di alta tensione, soprattutto determinati dalle posizioni intransigenti del governo iraniano, gli estremismi religiosi si sono fatti sempre più silenziosi e tutto l'occidente pur tenendo alta l'attenzione ha cominciato a manifestare un leggero rilassamento.

Molti erano le questioni aperte. In primo luogo Osama Bin Laden era ancora a piede libero e l'Afghanistan non stava facendo quei passi determinanti verso la stabilità politica che tutti auspicavano. Nessuno sapeva fino a quando una situazione simile poteva durare.

Poi cominciano le sommosse in Tunisia. Ben Ali se ne va, Mubarak lo segue di li a poco. La Libia insorge per rovesciare Gheddafi, ma le cose sono un po' più complesse.
Seguono i tumulti in Siria e qualche timida protesta in Iran. Tutti questi movimenti hanno una caratteristica in comune. Nascono dai giovani, nascono dalle loro speranze di benessere ispirate da modelli occidentali, veicolati attraverso internet e i nuovi mezzi di comunicazione ma, soprattutto in questi movimenti non c'è traccia di qualsiasi tipo di fondamentalismo. Al Qaida pur tentando di attecchire fallisce rimanendo fuori dai giochi.

Ancora non siamo alla fine del cambiamento, che sicuramente si allargherà ad altri stati, ma probabilmente il decennio caratterizzato della paura dei fondamentalismi religiosi sembra terminato.

Per finire Osama Bin Laden viene catturato, eliminato e dimenticato in mare.
Come in un copione accuratamente costruito, la morte di colui che era stato il simbolo per tutti i fondamentalisti, ha forse segnato pure la morte dei movimenti che si riconoscevano in lui, morte decretata già prima dagli avvenimenti di questi ultimi mesi.

Con il 2 maggio inizia il nuovo decennio. Le premesse di un cambiamento ci sono tutte. Internet si è rivelato il modo più semplice e incruento per esportare se non la democrazia, come si voleva fare con gli eserciti non più di qualche anno fa, almeno idee e germogli di libertà universalmente riconosciuti capaci di bypassare ogni tipo di censura.

Obama, il Presidente americano, ricevette due anni fa il Premio Nobel per la pace. A quel tempo non aveva fatto niente. Era solo il segno tangibile di una nazione che voleva un cambiamento. Fu un Nobel basato su aspettative e speranze. Oggi, a due anni dalla sua elezione, Obama dopo aver attraversato una delle più grosse crisi economiche della storia americana, con gli ultimi risultati manterrà la promessa fatta del disimpegno americano dall'Afghanistan.
Bin Laden non c'è più, la missione iniziata dieci anni fa è compiuta, ma soprattutto, si può guardare al futuro con un po' più di ottimismo.

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