mercoledì 14 marzo 2012

Fondamenti di.....


Fondamenti di Informatica è di gran lunga l’esame che mi impensierisce di meno.
Non nascondo di ambire a un bel Trenta e lode.
Come potrei fallire nella materia che ha accompagnato tutta la mia carriera lavorativa ?
Insomma gioco in casa e la vittoria è assicurata.

Nel corso dei più di trent’anni di carriera sono passato dai programmi scritti in linguaggio macchina fino ai sistemi virtuali di oggi, passando per i Mainframe degli anni 80 e 90 e progettando e implementando reti locali e geografiche che collegano siti distribuiti da Tokyo a Citta del Messico.

Ora bisticcio e cerco di prendere  confidenza con il Cloud Computing e le ultime tecnologie che stanno rivoluzionando la nostra vita con i cellulari e i Tablet sempre più sofisticati.

Cosciente di cotanta competenza, ieri sera ho cominciato il corso. Ammetto che ho iniziato lo studio con un po’ di sufficienza, simile a quella dei bambini che si pavoneggiano delle cose già conosciute.
Pian piano ho cominciato a intuire la struttura del corso e a incontrare termini e sigle che probabilmente avevo studiato tra i banchi delle scuole superiori.
Per certi versi mi sono sorpreso nel ritrovare le stesse sigle di un tempo, funzioni che pensavo fossero andate in disuso. Da tempo non ritornavo a quei concetti base e certi fondamenti li avevo persi di vista.

Dopo qualche Slide, qualche riflessione mi ha fatto deviare dal tema del corso e mi sono concentrato su come le vicissitudini della vita ci portino a dimenticare i fondamenti, le basi, come spesso vengono definite.

Un po’ tutti i nostri comportamenti e  convinzioni si basano su fondamenti che, a causa dell’abitudine, l’indifferenza e mille altre distrazioni, spesso non riteniamo più importanti e nemmeno degni di essere ricordati. Stanno là, come un oggetto vecchio, dimenticato in un solaio.

Ripassare i fondamenti o ripeterli di tanto in tanto, ci aiuta a ritrovare i veri significati.
Esternare sentimenti, emozioni, semplici pensieri anche se ritenuti scontati e condivisi, aiuta a unire e a ravvivare l’interesse e la complicità, trasmettendo sicurezza e la consapevolezza di non essere soli.

Dire un "Ti amo" o un "Ti voglio bene" o curare con particolare attenzione un regalo, sono segni della consapevolezza che niente può essere dato per scontato e che, a certi aspetti della nostra vita va riservata una cura particolare.

Oggi ho ripreso il corso di Informatica. Con calma leggo con attenzione, come se fosse la prima volta che affronto la materia.
Pian piano sto rimettendo in ordine tutti i concetti base.
Riprenderli non può che far bene.

1 commento:

  1. Sarebbe bello se le tue parole diventassero realtà. A prescindere da chi sarà la persona a cui presterai le attenzioni più importanti, sarebbe veramente bello per te stesso riscoprire la bellezza di poter dire "ti amo".

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