lunedì 19 novembre 2012

Dialogo


“ Buongiorno. Ho bisogno di fare un bonifico.” , dissi ancora prima di accomodarmi di fronte allo sportello.
La commessa intenta a parlare con l’altro collega della piccola filiale di banca,  mi guardava con una sorta di ansia tipica di chi sta aspettando qualcosa o qualcuno.
 Pensai che, in quella piccola filiale di banca, non dovevano essere molti i clienti e passare il tempo poteva diventare alquanto difficile.  Il numero del mio conto corrente, 457, in parte lo stava a confermare .
Mentre mi stavo sedendo, la signorina mi aveva già chiesto nome  e cognome  e già che lo ricordavo le passai anche il numero di conto.
Lei  armeggiò sulla tastiera e in pochi secondi confermò le informazioni, numero di conto compreso.
“Devo versare questa cifra a questo beneficiario con la seguente causale”, spiegai indicando sul foglio che avevo nel frattempo appoggiato sul tavolo.
“In pratica mi vado a svuotare il conto”, aggiunsi quasi a giustificare il fatto che dopo il bonifico sarebbero rimaste poche decine di euro.
“E’ una fortuna di questi tempi poter svuotare un conto “, disse la commessa, con tono scherzoso ma seria in volto, “Vuole sapere quanto soldi ho nel mio conto ?”
Non risposi, “Meglio far cadere l’argomento “,  pensai mentre la osservavo riempire il modulo con le informazioni che trovava  nel foglio.
“Ieri avevo cercato di fare il bonifico via Internet, ma il sito non funzionava”, dissi cercando una spiegazione alle difficoltà che il giorno prima avevo incontrato, cercando di usare il sito Internet.
La ragazza, ancora tutta intenta a compilare il modulo, alzò gli occhi e fu lesta a darmi la risposta, quasi mormorando le parole, appiccicandole il più possibile.
Mi ricordava la situazione di quando a scuola, non sapendo una risposta, si cercava di evitare la scena muta biascicando qualcosa di quasi incomprensibile.
Non  capii immediatamente ma mentalmente, rilessi la frase appena percepita e solo al secondo giro riuscii a decifrarla :
“Si è vero, succede, forse era colpa del tempo”, aveva un attimo prima detto la commessa.
Non replicai, ma pensai tra me e me : “ Che fosse colpa dell’umidità?”.

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