lunedì 20 agosto 2012

Piazzola 127


“Guardi, sono disposto a pagare per farla partecipare al gioco …!”, disse uno degli animatori che stava reclutando dei volontari per un quiz musicale.
“Cosa vuole …. Le posso dare delle macchine, ma non può dire di no!” , continuò con aria canzonatoria sicuro di convincermi.
“Da papà vai anche tu!”, disse mio figlio felice di vedermi sul palco. Solo qualche giorno prima mi avrebbe trattenuto, come se si vergognasse di me.
“Va bene”, dissi accettando, convinto dall’incitamento di mio figlio.
Andai così ad occupare una sedia delle dieci che erano state preparate. Il palco era in penombra, come quasi al buio mi apparivano le centinaia di persone che stavano di fronte a me.
La situazione poco chiara mi rassicurò.
Pensai :
“Non ho proprio il vestito migliore e, qua in penombra, probabilmente pochi mi noteranno”.
Nel frattempo ogni tanto, davo un’occhiata al piccolo, che stava seduto poco più in là. 
Reclutati tutti i dieci “volontari”, apparve una sorta d presentatore che, in inglese, tedesco e Italiano diede inizio al gioco. Si trattava di indovinare delle famose canzoni internazionali.
Internazionale era il parterre dei concorrenti : austriaci , tedeschi, italiani  e olandesi e dopo una veloce valutazione, mi convinsi che ero di sicuro il meno giovane.
L’inizio del gioco coincise, purtroppo, con l’accensione delle luci del palco. Una luce forte e calda mi colpi come un pugno nello stomaco. Ne rimasi abbagliato. Mi ritornò alla mente il mio abbigliamento un po’ andante ma, accecato da quelle luci, non avevo la sensazione che qualcuno potesse vedermi.
Iniziò la chermesse e, dopo le prime dieci canzoni, ero ancora a zero punti. Tra le canzoni passate, avevo comunque riconosciuto alcuni brani ma, un po’ l’ignoranza e un po’ l’emozione, non mi avevano aiutato a ricordare il titolo.
L’inglese poi era diventato, d’improvviso, una lingua sconosciuta. Non riuscivo a spiaccicare una parola ne a comprendere ciò che veniva detto.
Pian piano però quell’immotivata agitazione di dileguò e cominciai a sentirmi a mio agio.
Decisi di fare una falsa partenza, sicuro di arrivare secondo, per rompere il ghiaccio. Mi buttati su una canzone degli Abba, sbagliandola clamorosamente ma individuai alle prima note  Crocodile Rock di Elton John, Yesterday al primo accordo e l’unica canzone di Cat Stevens che conosco : Father and Son.
In compenso ho confuso Obladì Obladà con Yellow Submarine, dopo una partenza da siluro.
Al termine del gioco ho sfiorato, comunque, l’ammissione in finale, facendo una discreta figura. Naturalmente per mio figlio dovevo vincere.
Alla fine l’ho convinto, lui sempre timido, a salire sul palco con me a ballare la sigla di chiusura e questo è stato il risultato più bello.
Certe cose si fanno solo in vacanza … chissà perché !

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