giovedì 9 agosto 2012

Piazzola 127


La piazzola 128 , quella dell’anno scorso, sta qui a fianco. L’anno scorso stavamo proprio la , organizzati in un disordine sotto controllo. Questa sera sono stanco. Io e mio figlio, abbiamo rimesso in moto l’accampamento allo stesso modo, con poche modifiche: tavolo nuovo e poco più. La roulotte è arrivata per contro proprio. Il rendezvous è avvenuto dopo un anno, verso le sedici. Tutto era in ordine, come un’astronave che per molto tempo avesse viaggiato senza equipaggio. In  breve tempo sia la dispensa che l’armadio ha si sono riempiti di viveri e di indumenti. Il frigo e il fornello anche se con qualche tentennio si sono rimessi a funzionare.
Stasera sono stanco e un po’ mi chiedo perché sono ancora qua, così diverso dall’anno scorso. Non cerco risposte immediate. Già da domani rimetterò in ordine il tempo e gli spazi e non sarà difficile organizzare il far niente. Mio figlio è invece molto più concreto, mi ha aiutato con profitto, non solo nell’operatività ma anche nella ricerca delle soluzioni. Bene anche lui è cambiato e ha molto più entusiasmo di me. 
Alcune incomprensioni mi hanno dato modo di definire un po’ di “regole” di buona convivenza.
Quasi quasi me le segno così da non dover gridare la prossima volta.
Dovremo entrambi trovare, inoltre, spazio per lo studio, ma, mentre io vedrò di incastrarlo nei momenti di pausa, mio figlio ha altre idee in merito. Oggi è stato molto esplicito come al solito: di leggere o fare i compiti non se ne parla. La serata è finalmente silenziosa. Un grillo nonostante l’affollamento trova il coraggio per fare il suo verso. Il campeggio rimane illuminato quasi un accampamento di qualche secolo fa. Le poche luci sembrano sostituire le torce di un tempo. Il buia la fa da padrone. Voci si levano dall’oscurità, si avvicinano, a volte materializzandosi in ombre frettolose, altre volte passano invisibili, scomparendo nel buio, come quei meteoriti che sfiorano la terra senza colpirla.
Ora, penso , potei fare mille cose ancora. Potrei continuare a scrivere o aprire uno dei tanti libri che mi sono portato appresso. Il silenzio mi ha rasserenato. Mio figlio si è addormentato dopo qualche salto sul letto. Me lo aveva chiesto come ultimo desiderio prima di addormentarsi. “Va bene “, ho risposto, sicuro che, in ogni caso, i salti non sarebbero durati per molto.
I grilli si stanno moltiplicando. Finito lo spettacolo dell’orchestra degli uomini, il loro frinire ha occupato la ribalta del palcoscenico. L’approccio è molto più misurato, rispettoso, di certo molto più magico.

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