domenica 18 settembre 2011

Due Stent a uno !


Si può dire che la stagione delle non competitive, nonostante l’afa estiva e soffocante, sia cominciata oggi.
Il programma delle corse, questa domenica, era molto ampia e quindi la scelta è andata su quella più comoda e vicina, che permetteva un risveglio normale.
A Dolo i percorsi erano come di consueto 3 : i sei chilometri, i quindici  e i trenta. Quest’ultima misura, suppongo, preparata appositamente per dare modo ai maratoneti di saggiare la resistenza in vista della ormai prossima maratona di Venezia.
Dal canto mio, pur non essendomi mai allenato dopo l’ultima corsa a Colle Umberto, snobbando la distanza più corta ho scelto i quindici chilometri, pur con la consapevolezza che, in caso di difficoltà, avrei potuto proseguire a passo spedito.
Alla partenza, avvenuta puntualmente alle 8.30, ho potuto percorrere qualche centinaio di metri in testa a tutti, poi controllato il battito cardiaco ho rallentato bruscamente. Da quel momento è cominciato un lento e inesorabile scivolamento verso le retrovie del gruppo.
Unica soddisfazione, non sono stato risucchiato dai “Nordic Walking” , quelle persone che, aiutandosi con i bastoncini, si mescolano orami ai podisti in ogni manifestazione.

Prese le misure con il cuore e la velocità, correvo senza eccessiva fatica, riuscendo a scambiare qualche parola con  podisti che nel frattempo mi passavano. Percorrevo un po’ di strada affiancato per poi lasciarli andare.

A un certo punto, un gruppetto che stava sopraggiungendo, stava discutendo di cinema e in particolare del film “Questioni di cuore” con Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart.
Una signora, che sembrava l’esperta della materia, stava dicendo che il film sarebbe passato in televisione nel corso della settimana e lo stava raccomandando ai compagni.
Quando si accostarono mi unii a lei nell’elogiare il film, che avevo visto qualche tempo fa.
“Parla di due persone che colpite da infarto fanno amicizia”, raccontava la signora evitando di svelarne la fine.
“Si è vero però il senso del titolo è duplice, un storia di cuore che diventa una storia di amore”, ho aggiunto io spiegando il doppio senso del titolo.

Di li a poco ci siamo divisi. Io proseguii per il percorso dei 15 km, mentre loro puntarono decisamente al percorso lungo. Mi invitarono con loro ma io ringraziai salutandoli.
Dopo qualche metro, superata la deviazione,  sono stato affiancato da un altro podista. Aveva sessantanni, mi avrebbe detto più tardi.
“Parlavano di infartuati, quei signori e ne avevano uno che correva con loro !”,  dissi al nuovo compagno di corsa.
Il signore mi chiese se correre mi dava dei problemi e che frequenza cardiaca dovevo rispettare.
Poi aggiunse :
“Ti hanno messo anche degli Stent ? Io ne ho uno, tu quanti ne hai ?
“Io ne ho due ! “, risposi senza soddisfazione.

Prosegui affiancato al signore per qualche chilometro, raccontando in parte la mia storia. Poi, senza salutare, in silenzio rallentai. Quel dialogo occasionale mi aveva  aiutato a superare un momento di crisi. Raggiunti gli 11 chilometri, ho smesso di correre e, mantenendo un buon passo, ho raggiuto il traguardo senza difficoltà.

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