venerdì 2 settembre 2011

I Pennarelli


Le ferie si sa, più sono lunghe più fanno bene. Farne spesso, ma poche, non elimina le tossine che il lavorare quotidiano ci fa accumulare. Ho sempre pensato che tre settimane fosse il periodo minimo per ritrovarsi un po’, oltre che naturalmente, per riposare.  Quest’anno, dopo alcune stagioni passate ad accumulare ferie, è arrivato l’anno giusto in cui ho dovuto consumarne una buona parte.
Così tra le tante idee nate all’ombra della piazzola A 128 del campeggio, una mi sembrò particolarmente originale. All’inizio pensavo fosse il risultato di un colpo di sole,  poi più ci pensavo e più la cosa mi intrigava, finché, rientrato dalle ferie e approfittando della imminente apertura delle scuole, entrato in un grande magazzino, mi misi alla ricerca di due scatole di pennarelli.
Sugli scaffali, tra quaderni e cartelle di ogni tipo, l’assortimento di pennarelli era a dir poco completo. Si potevano trovare quelli a punta fine come quelli adatti per fare segni grossi e colorare. Insomma, dopo aver gironzolato un po’ optai per due misure e il numero classico di colori : dodici.

Da anni ormai, considero PowerPoint  una sorta di Olio di Ricino che purtroppo troppo spesso bisogna ingurgitare. La bulimia di slide sta contagiando ogni attività aziendale. La considero una vera e propria epidemia.  Si usano slide con la stessa inutilità di chi usa gli sms per parlare con chi gli sta di fronte. Insomma le slide PowerPoint sono diventate un incubo, sia per chi le deve preparare sia per coloro che se le devono sorbire, durante noiosissime riunioni che spesso, altro non sono, che soporiferi monologhi.
Già sapevo che al ritorno dalle ferie, avrei dovuto preparare della documentazione e l’idea di dover ripartire da PowerPoint non mi dava pace. Ormai il rigetto è irreversibile.
Così pensai bene che potevo disegnare a mano libera, usando i pennarelli, gli stessi schemi che avrei dovuto fare con PowerPoint.
Rientrato al lavoro iniziai a disegnare, quasi fossi un carbonaro, senza dire niente a nessuno. La cosa non poteva, però, passare inosservata, visto che le mie mani erano sporche come quelle di un alunno delle elementari e sulla mia scrivania facevano bella mostra i pennarelli in un colorato disordine.
Facevo una tavola e poi la passavo allo scanner prima di inserirla dentro al documento. I disegni erano colorati e tradivano le incertezze di una mano tremante e soprattutto la mia scarsa propensione al disegno. Non mi persi d’animo e come in tutte le cose, senza voler emulare Raffaello, mi ripromisi di esercitarmi per migliorare. Cominciai a chiedere dei pareri presentando le prime tavole, ottenendo delle risposte incoraggianti e quando presentai la prima bozza ai miei colleghi la cosa piacque in quanto originale.  
Terminato il lavoro, i documenti salirono l’organigramma : anche il mio capo li apprezzò.
Oggi infine, un consulente ha apprezzato il “taglio alto” di quei tratti incerti e alcuni colleghi entusiasti della novità mi hanno dato del “creativo”.
Insomma non mi sento un Fantozzi, capace di dissacrare la corazzata Potëmkin , ma sono contento di aver creduto in un’idea, che pur sembrando in controtendenza, si è rivelata nella sua semplicità, innovativa. 
Un mondo senza PowerPoint è possibile !

Nessun commento:

Posta un commento