La Monterfortiana, giunta alla 37
edizione, è stata resa famosa dalla singolarità dei ristori organizzati lungo
il percorso. Sono ormai mitici le salsicce e polenta, il minestrone preparato
dagli alpini, il vin brullè e la china da bere prima dell’ultimo chilometro.
Nell’intervallo tra un ristoro e
l’altro si corre, si passeggia ma soprattutto si aspetta il prossimo ristoro.
Questa fama fa si che nel paesino
appollaiato nelle vicinanze dell’autostrada A4 nei pressi di Verona si diano
appuntamento una moltitudine enorme di podisti o presunti tali. Circa 20 mila
erano, stamattina, le presenze stimate.
Primo problema il parcheggio. Per
evitare l’ingorgo io e mio figlio ci siamo fatti mattinieri. Partiti alle cinque,
siamo arrivati a destinazione, bucando la nebbia insidiosa che era calata lungo
l’autostrada, alle sei o giù di lì.
Non eravamo i primi. L’organizzazione
era già in moto o probabilmente non si era mai fermata. I parcheggi migliori
erano già occupati, ma un posto per la macchina, poco lontano dalla partenza, non
è stato difficile scovarlo.
Il freddo era pungente, non so
quanto fosse sotto zero, però un cappuccino in un bar e un caffè in un altro ci
ha permesso di stare al caldo. Verso le sette e mezza, vestiti i panni del
podista, mi sono recato nella zona della partenza. Non riuscivo a far fronte al
freddo che progressivamente mi stava gelando. Intanto spuntava gente da tutti i
“cantoni”.
La partenza alle otto e mezza,
quando ormai avevo i piedi e le mani gelate, ha messo in moto migliaia di
persone. Meglio ha messo in moto i primi. Io, che me ne stavo un po’ nelle
retrovie, ho potuto muovermi dopo qualche minuto. Prima camminando, poi
correndo con attenzione districandomi tra gli altri podisti.
Solo dopo tre chilometri, ho
cominciato a correre serenamente, mentre dopo il quarto chilometro il gelo ha
cominciato a sciogliersi e anche il paesaggio è diventato di colpo molto più
piacevole.
I ristori erano come i negozi
appena partiti i saldi: assediati ma comunque accessibili.
Ho avuto modo di mangiare i
wurstel poco dopo il via, il minestrone con vin brullè al ristoro degli alpini,
mentre quando potevo corroborarmi con un po’ di china ho preferito non fermarmi.
Al traguardo c’era di tutto : dai
dolci ai tortellini e bibite di ogni tipo.
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