Qualche anno fa, non prendevo una pastiglia, nemmeno quelle rare volte che avevo il mal di testa.
Aspettavo sera, sapendo che, dopo
una buona dormita il mattino dopo mi sarei risvegliato come nuovo. Pensavo di
essere una macchina perfetta e l’aver sempre tenuto fede alle tre regole : non
bere , non fumare e fare molto sport, fosse la garanzia per avere un fisico
perfettamente efficiente.
L’aver messo su qualche chilo,
dopo aver chiuso con le maratone, non mi preoccupava più di tanto. Mi sentivo
goffo ma, dentro di me, mi ripromettevo di ricominciare a correre e a
dimagrire.
Il dimagrimento avvenne nei primi
mesi del 2009, quando uscito di casa, affrontai forse il periodo più duro della
mia vita. Mangiare, durante quei giorni, non era la cosa più importante e credo di aver perso 10
chili in meno di 2 mesi. Poi mi stabilizzai e il resto della dieta prosegui quando
il cuore inciampò.
Uscito dall’ospedale il 3
settembre 2009 pesavo 70 chilogrammi, mentre all’inizio dello stesso anno ne pesavo 87. Insomma una dieta estremamente efficace.
Ma con i problemi di cuore,
cambiò il mio rapporto con le medicine. Ne avevo sette diversi tipi da prendere
nel corso della giornata. Accettai anche questo nuovo aspetto della mia nuova
condizione, stravolgendo ciò che era il mio approccio con le medicine.
Quelle che sono costretto a
prendere mi fanno bene e mi sono necessarie per continuare a vivere. Mi sembra
una motivazione sufficientemente importante.
Ho sempre rispettato le dosi,
programmando alla sera le medicine da prendere il giorno
successivo. Ho dimenticato poche volte l’appuntamento con le mie pastiglie e
con il tempo ne ho fatto l’abitudine anche grazie al fatto che non mi danno
grosse controindicazioni.
La cosa è diventata talmente
abitudinaria da svolgersi talvolta in modo quasi automatico. Spesso succede, soprattutto
quando a casa non utilizzo il normale dosatore, di chiedermi di aver preso o no
la medicina. Nel dubbio le prime volte evitavo di riprenderle. Ultimamente, anche
pensando a quante in questi ultimi anni ne ho ingerite, mi capita di non badare
al fatto di raddoppiare la dose.
Meglio una medicina in più che
una meno.
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