mercoledì 18 gennaio 2012

Sessanta giorni


Ottanta giorni, meglio sessanta a far qualcosa che non sia lavoro.
Ecco un buon inizio, anche se non è quello desiderato, ma  non mi lamento.
Ora si può far programmi : studiare , viaggiare, dedicare più tempo a cambiare o semplicemente riposare.  
Al resto ci pensi il tempo, il destino e la fortuna.  Mi lascerò anche andare in silenzio, come a bordo di un barca lasciata alla corrente, ascoltando e guardandomi intorno.  A bordo lo spazio non manca per chi si volesse aggregare.
Se i Maia si saranno sbagliati, l’anno prossimo potrà riproporsi un dilemma del tutto simile.
Anni di crisi.

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