Ottanta giorni, meglio sessanta a far qualcosa che non sia
lavoro.
Ecco un buon inizio, anche se non è quello desiderato, ma non mi lamento.
Ora si può far programmi : studiare , viaggiare, dedicare
più tempo a cambiare o semplicemente riposare.
Al resto ci pensi il tempo, il destino e la fortuna. Mi lascerò anche andare in silenzio, come a
bordo di un barca lasciata alla corrente, ascoltando e guardandomi intorno. A bordo lo spazio non manca per chi si volesse
aggregare.
Se i Maia si saranno sbagliati, l’anno prossimo potrà
riproporsi un dilemma del tutto simile.
Anni di crisi.
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