Capita di essere svegliato da un
sms, di buon mattino. Capita di essere destato da uno di quei segnali che un tempo
pensavo potessero cambiare la vita, come, quando avevo vent’anni, l’arrivo del
congedo, cambiava la vita di un giovane che doveva andare militare
Ho imparato a leggere con il
distacco necessario, queste parole che, se fossero veramente importanti, sarebbero
di certo trasmesse in maniera più diretta.
La tecnologia non ha migliorato la
comunicazione, l’ha solo aumentata.
Ma rispondere è comunque una
forma di gentilezza che porta con sé ancora un barlume di speranza.
Basterebbe alzare il telefono,
nonostante l’ora, per chiarire in pochi secondi ogni cosa, concretizzando l’obiettivo
del messaggio originale.
L’importanza lo giustificherebbe.
Ma preferisco continuare a
dialogare usando quei maledetti 160 caratteri.
Alla fine mi sono restate nella
mente le ultime parole di uno dei messaggi :
“Ti faccio sapere. Grazie. Ciao”.
Ci ho messo un giorno per capirne
il senso.
Verso le undici, ho cominciato a sentirmi
stranamente inquieto, traballante e incapace di mantenere la concentrazione
necessaria. La testa ha cominciato a
girare e l’equilibrio non era del tutto garantito. La paura aumentava la
paura, l’ansia aumentava l’ansia. Aspettavo da un momento all’altro di partire
per lo spazio senza coscienza.
Poi, raccolti pochi respiri, ho
fermato la riunione, chiedendo una pausa per un sorso d’acqua e un po’ d’aria. La
sicurezza è tornata molto lentamente. L’inversione di rotta, “il messaggio che
ti cambia la vita”, si è fatto aspettare per un po’, ma per fortuna è arrivato.
Con calma anche la concentrazione si è ritrovata.
Pensavo al Gatto e alla Volpe
della favola di Pinocchio. Non so perché,
forse ispirato dai comandanti coraggiosi, tanto in auge di questi tempi.
Molte volte mi sono imbattuto in
Gatti e Volpi tanto sbilenchi quanto malvagi ed egoisti, che adulandomi, convincendomi
di pensare al mio bene e giurandomi amicizia per la vita, mi hanno svuotato di
speranza, portandomi via il futuro.
Poi, per qualche tempo, forse per
superare i furbi, ho indossato i panni sia del Gatto che della Volpe.
Cara amica ti chiedo un briciolo di
fiducia. Non saprei più essere ne un Gatto ne una Volpe.
Ho fatto pace con la sincerità.
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