Stamattina l'Autunno sembrava
mettere fuori la testa. I quattordici gradi alle sette del mattino provocavano
qualche brivido, ma il cielo era terso e il sole di li a poco avrebbe portato
il caldo di un’estate che non se ne vuole andare.
A Campalto, dalle parti dell’Aeroporto di
Venezia, si correva una corsa competitiva su due distanze : 15 e 30 chilometri.
Per il percorso più corto c’era l’opzione “non competitiva”, fatta apposta per
me e ritirato il pettorale 131 con la sigla NC mi sono allineato alla partenza.
Approfittando di alcuni spazi ho
potuto partire con i Top Runner in prima fila. Al mio fianco c’era Salvatore
Bettiol, il maratoneta degli anni 80 e 90. Al via siamo scattati insieme. Da quel momento, sono stato risucchiato da quasi tutti, in
pochi chilometri.
La corsa è stata divertente. Non
ho fatto fatica tenendo sotto controllo il cuore che, progressivamente ha
aumentato le frequenze. Ho avuto modo di parlare con molti podisti che occasionalmente
mi affiancavano. Chiacchierare fin che c’è fiato è un modo simpatico per
distrarsi e non pensare alla fatica.
Verso la fine il cardio-frequenzimetro
ha cominciato a dare i numeri. Lo fa ormai sistematicamente. Sembra stancarsi prima
di me. Per evitare “cazzate”, ho
rallentato d’ufficio evitando pure di parlare, risparmiando il fiato.
Lungo la laguna c’era modo di “correre
affiancati” agli aerei che, quasi a passo d’uomo, atterravano nel vicino aeroporto. Per qualche
istante, grazie alla prospettiva, ho
avuto l’impressione di andare alla stessa velocità.
Come in altre occasioni gli
organizzatori hanno speculato sull’ultimo chilometro. Lo mettono sempre nel
posto sbagliato. Oggi penso fosse indicato quando mancavano più di 1500 metri.
Ciascuno può dar fondo alle
ultime energie ma, non sempre bastano ad arrivare al traguardo, che non si
materializza mai.
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