Osservando l’accuratezza con cui
vengono fissati gli appuntamenti, si ha l’impressione che la programmazione delle
visite all’USL sia organizzata in modo scientifico.
La mia visita era fissata per le
14.10 e il mio identificativo era il 15 azzurro.
Alle 13.50, dopo aver consegnato tutte le
carte all'accettazione, passai alla
stanza 3 dove, puntualmente, alle 14.10
una voce, fin troppo amplificata, chiamò il mio identificativo dentro al
primo ambulatorio.
Mi chiesi il perché di tanto
baccano, ma subito realizzai che probabilmente tra coloro che avevano problemi
con la patente, qualcuno duro di orecchie poteva pur esserci.
La visita oculistica dopo 30
secondi era già terminata, definirla accurata mi sembra un eccesso di
generosità
Dopo aver trascorso qualche
minuto in un’altra anticamera, finalmente fui richiamato dentro a un secondo
ambulatorio.
In quest’ultimo luogo doveva svolgersi il controllo specialistico
sulle condizioni del mio cuore.
Dopo aver risposto a un appello
sommario e spiegato il problema per cui stavo là, il medico che non si era
nemmeno degnato di alzare lo sguardo dalla tastiera del computer, mi invitò ad
aspettare in una nuova anticamera: la 19. Là mi sarebbe stato consegnato il
certificato.
Una voce di donna chiamò, dopo qualche
minuto, nuovamente il 15 azzurro.
Riconobbi la stangona che passava
per i corridoi con i fascicoli sottobraccio. Portava una gonna corta che metteva
in risalto le gambe lunghissime.
“Firmi qui”, mi disse.
“Le hanno dato due anni di validità”.
Firmai con leggerezza e mano ferma una sorta periodo di tregua.
Per i prossimi due anni la
patente non sarà un problema.
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