Da bambini ricevere uno schiaffo era una delle cose più umilianti e a dirla tutta, se ricevuto per un giusto motivo, spesso una delle azioni più efficaci, per non dire educative
Certi schiaffi non li ho dimenticati e certi errori non li ho mai più commessi.
In quei frangenti, rosso di vergogna e con la guancia in fiamme, cercavo di minimizzare il danno e la frase più comune che riuscivo a spiaccicare era :
“Tanto non mi hai fatto male !”, sfoderando una finta indifferenza.
Dopo il referendum si è parlato molto di schiaffo. Molti degli sconfitti hanno ammesso la portata e l’efficacia senza campare scuse.
Altri, il Presidente del Consiglio prima di tutto, hanno invece cercato di minimizzare l’accaduto:
Sintomatica è stata di certo la frase di Berlusconi che affermava : “ Bene, vuol dire che faremo a meno del nucleare “.
Sentendo ciò mi è tornato alla mente quelle mie difese da bambino : “Tanto non mi hai fatto male !”, pur sapendo che la portata era ben altra.
Certi schiaffi non li ho dimenticati e certi errori non li ho mai più commessi.
In quei frangenti, rosso di vergogna e con la guancia in fiamme, cercavo di minimizzare il danno e la frase più comune che riuscivo a spiaccicare era :
“Tanto non mi hai fatto male !”, sfoderando una finta indifferenza.
Dopo il referendum si è parlato molto di schiaffo. Molti degli sconfitti hanno ammesso la portata e l’efficacia senza campare scuse.
Altri, il Presidente del Consiglio prima di tutto, hanno invece cercato di minimizzare l’accaduto:
Sintomatica è stata di certo la frase di Berlusconi che affermava : “ Bene, vuol dire che faremo a meno del nucleare “.
Sentendo ciò mi è tornato alla mente quelle mie difese da bambino : “Tanto non mi hai fatto male !”, pur sapendo che la portata era ben altra.
Berlusconi ha così cercato di circoscrivere l’accaduto ai soli quesiti dei referendum, ritirando o dimenticando la sfida lanciata, invitando la gente a non andare a votare, che aveva trasformato la tornata elettorale in un plebiscito pro o contro di lui.
I referendum hanno avuto la loro importanza. Le domande erano importanti e sulle cose importanti nessuno di noi può e vuole tirarsi indietro, ma questa questa volta, molti sono usciti di casa per recarsi al seggio, anche per rafforzare quel messaggio di condanna verso l’operato del governo che già le elezioni amministrative avevano lanciato.
Il messaggio allora non era stato colto, i referendum sono stati l’occasione per ribadirlo.
“Berlusconi fatti da parte !”.
Le iniziative del governo per recuperare credibilità sono state tra le più ovvie.
Naturalmente è ritornato a galla il discorso della riduzione delle tasse, la cosa più ovvia che si poteva dire o promettere, cercando di sensibilizzare i cittadini sulle questioni a loro più care e controverse.
Il tema è stato poi raffreddato dallo stesso ministro del Tesoro, che non sembra più dell’idea di seguire Berlusconi nelle sue iniziative populiste ma inattuabili.
Per contro non si è più parlato del trasferimento dei ministeri al nord per tener buono il popolo leghista. Ora ci vuol ben altro !
E’ riemersa ancora la questione della riforma della giustizia, qualche giorno fa, per bocca del Presidente del Consiglio, ma ormai conosciamo la sua personale necessità di sfuggire alla giustizia che lo sta “perseguitando”.
In ogni caso quest'ultima riforma non è tra le priorità degli Italiani.
Chi pensa di aver vinto, mi riferisco alla sinistra, non deve sentirsi vincitore, ma in primo luogo deve capire come potrebbe ripresentarsi alle elezioni come una forza di governo credibile.
Oggi non si può dire chi potrebbe uscire vincitore da un turno elettorale che riproponesse la stessa classe dirigente che oggi si trova in Parlamento. Servirebbe una legge elettorale che rimettesse nelle mani dei cittadini la scelta delle persone.
Ma oggi c’è in Parlamento una maggioranza capace di riformare l’attuale legge elettorale ?
Forse no e per questo credo che avremo bisogno di un giro a vuoto al solo scopo di definire una maggioranza dotata di un po più di buon senso o semplicemente depurata da Berlusconi.
I tentativi di sopravvivenza del governo, potrebbero riuscire a prolungarne la vita fino al termine naturale della legislatura, ma il senso dello stato dovrebbe consigliare un passo indietro agli attuali governanti. Potremmo così accelerare quel processo di cambiamento che la maggioranza degli italiani, con i voti di questi ultimi tempi, richiede con forza.
Poi c'è la Lega, uscita fortemente ridimensionata dal voto, che a questo punto non sa più cosa raccontare al popolo padano, da anni raggirato da promesse che, partite dalla scissione si sono via via ridimensionate fino a ridursi al trasferimento al Nord degli uffici di rappresentanza dei vari ministeri.
Cosa succederà a Pontida domenica prossima. L'unica cosa che resta da fare a Bossi è abbandonare al suo destino sia il Governo che lo stesso Berlusconi, per evitare che la Lega venga travolta dal diluvio che potrebbe imperversare nei prossimi mesi.
Ognuno per proprio conto, sperando che la sinistra, non offra una scialuppa di salvataggio a un partito che più di ogni altro ha deluso i propri elettori. Credo sia opportuno che la Lega, a questo punto, recuperi autonomamente una dignità di partito di governo ora del tutto perduta.
condivido la tua analisi. lalla
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