Non sempre si può fare affidamento sulla presenza capillare dei Bancomat.
Spesso mi trovo a viaggiare con pochi soldi in tasca, confidente sia sulla possibilità di pagare con la moneta elettronica, sia sulla possibilità di fare un prelievo di quel che mi serve, ovunque io vada.
Sono solito prelevare pochi soldi, giusto quelli di cui penso di aver bisogno, per cui l’avere pochi soldi in tasca è per me una conduzione normale.
Con queste premesse, Sabato mi sono recato al mare con mio figlio. Avevo con me 35 euro, ma come il solito ero sicuro di poter rimpinguare i miei averi al bancomat che sapevo esserci vicino allo stabilimento balneare, dove sono solito andare.
Un prelievo di qualche decina di euro mi avrebbe messo al sicuro da inconvenienti.
Quando fui davanti allo sportello, mi resi conto che il dispositivo era fuori uso. Un messaggio sinistro attraversava lo schermo. Il contrattempo mi colse alla sprovvista e decisi, però, di non muovermi con la macchina alla ricerca di un' altra banca, vista la difficoltà di parcheggio, gestendo con oculatezza i denari che avevo in tasca.
Trentacinque euro non erano poi pochi, ma dovevo pagare l’ombrellone e pensare al pranzo per entrambi. Magari al chiosco dove eravamo soliti pranzare c’era la possibilità di pagare con il bancomat.
Dopo i 13 euro pagati per l’ombrellone, rimanevano 22 euro con cui dovevamo passare la giornata.
Spesi un euro per un caffè. Mi restavano 21 Euro.
La giornata era splendida, non una nuvola in cielo e c'era una brezza che mitigava il caldo inevitabile.
Durante la mattinata cercai di parlare con mio figlio di sei anni. Era un pezzo che non lo vedevo e ho cercato di prospettargli una gita in montagna per il giorno dopo.
“Che ne dici se domani, tu ed io ci facciamo una passeggiata in montagna ?”
“A me la montagna non piace e poi voglio decidere io dove andare. Domani voglio stare a casa”, mi rispose il piccolo, con piglio deciso.
Tentai una timida replica senza smuoverlo di un millimetro. Lasciai stare senza forzarlo oltremodo.
Quando fu l’ora di pranzo, mi recai, anche su richiesta di mio figlio al solito chiosco. Chiesi se potevo pagare con il bancomat, ma mi risposero che non era possibile.
Dovevo gestire i 21 euro.
Lasciai che mio figlio prendesse ciò che preferiva ed io mi regolai di conseguenza. Non sarei certo morto di fame, anche se dopo aver cenato la sera prima con un gelato e aver saltato la colazione il mattino, un certo appetito lo avevo pure io.
Mi accontentai di un toast e di un po’ d’acqua.
Il conto alla fine fu di 18,70 euro. Pagai con la disinvoltura di chi ha il portafoglio zeppo di banconote e misi via con cura il resto. Mi erano restati 2.30 Euro. Dovevano bastare fino a sera.
Tornati all’ombrellone, il pomeriggio passò senza intoppi tra inutili tentativi di far volare l’aquilone, qualche gioco in acqua o giocando con la sabbia.
Poi verso le quattro venne l’ora del gelato. Recuperai le monetine dalla tasca e tornando verso il chiosco dissi a mio figlio:
“Abbiamo pochi soldi e dobbiamo comprare due gelati, Uno per te e uno per me.”
Il bimbo non capì e quando ci trovammo davanti al cartellone dei gelati, gli spiegai:
“Con i soldi che abbiamo, possiamo prendere due ghiaccioli”.
“No”, rispose lui, “ voglio essere io a decidere che gelato prendere”, con lo stesso tono con cui mi aveva risposto parlando della montagna.
“Così io resto senza gelato”, dissi cercando di intenerirlo.
Nel frattempo aveva già puntato il gelato. Costava 1,50 euro.
Gli 80 centesimi che mi rimanevano non bastavano per nulla.
Comprato il gelato, tornammo. La serata finì senza altre richieste e naturalmente altre spese.
Ciò che mi ha roso per tutta la sera è stato il non essere riuscito a trasmettere il messaggio di condivisione e solidarietà che l’occasione richiedeva. Un’occasione persa per insegnare qualcosa.
P.S. Stamattina mi restavano gli 80 cent. Dovendo pagare 2 euro d’iscrizione alla corsa, prima di partire ho setacciato casa in cerca di monetine. Racimolati i 2 euro, sono andato alla corsa. Al momento non sono ancora passato per il bancomat.
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