Questo terreno, lungo quanto la chiesa è stato per qualche anno il campo da calcio dove si svolsero, durante la mia infanzia, memorabili sfide a pallone. Il muro della chiesa, con i suoi rimbalzi è sempre stato un giocatore aggiunto, che casualmente favoriva una delle due squadre.
In molte occasioni in quello spazio, grande quanto un appartamento, si sono svolte partite a cui partecipavano anche dieci giocatori. Le dispute diventavano così una sorta di rissa dove tutti davano la caccia al pallone senza regole e, anche la composizione delle squadre poteva variare strada facendo.
Il grande finestrone a semicerchio non subì mai le angherie delle pallonate. Fortunatamente una rete lo proteggeva. La lunga e stretta finestra, invece, fu spesso bersaglio di pallonate o rimpalli che andavano a infrangerne i vetri colorati. Le prime volte ci preoccupavamo di sostituirli, ma vista la frequenza con cui venivano colpiti e rotti, capitò che la finestra rimase per molto tempo con quache vetro rotto.
La chiesetta, situata a pochi metri da dove sono cresciuto è dedicata a San Giovanni. Vi si celebra ancora la messa il 24 giugno e il Rosario durante il mese della Madonna.
La campanella si suona ancora tirando una cordicella che scende sul retro della chiesa.
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