giovedì 25 marzo 2010

I miei "sette piani"

Quel martedì sera, 18 Agosto, trovai una dottoressa che sostituiva il mio dottore. Quest'ultimo infatti mi aveva, ormai da due anni, rassicurato che quei dolori che spesso sentivo quando facevo sforzi erano dovuti a postura, mal di stomaco e con molta probabilità in parte all'ansia.

"Dottore", dissi alla giovane che mi trovai davanti , " sono qui perchè da due giorni i dolori sono insopportabili, praticamente non mi posso muovere".

Indugiai un attimo poi proseguii:

"Visto che il cuore sembra sia stato scartato tra le cause, sono qui a chiederle dei controlli allo stomaco".

Lei non prese in considerazione la mia richiesta e con un atteggiamento rassicurante mi disse :
"Vista la presenza dei dolori, per scrupolo, ma dico, solo per scrupolo, un passaggio al pronto soccorso lo farei. Domani, se non ci sono altre cause, le prescriverò gli esami allo stomaco"

Mi recai, così,al pronto soccorso con l'intento di sgombrare gli ultimi dubbi.
La sala di attesa era gremita di gente e la bassa priorità assegnatami mi rincuorava sulla scarsa gravità dei sintomi che avevo.
Dopo più di un'ora verso le 21, si presero cura di me.
"L'elettrocardiogramma non ha evidenziato nessuna anomalia, le facciamo un prelievo del sangue solo per estrema verifica, ma vedrà tra un'ora tornerà di nuovo a casa", mi disse il medico di turno.

L'ora passò abbastanza in fretta e puntualmente comparve il medico dicendo :

"Era come le avevamo detto, niente di preoccupante, anche le analisi lo confermano, ma le devo dire che in forma cautelativa avremmo intenzione di trattenerla qui questa notte. Lo facciamo con tutti coloro che presentano sintomi come i suoi. Starà una stanza qui vicino, le rifaremo gli esami questa notte e domani mattina. Sicuramente poi se ne andrà a casa, come le ho detto, già gli esami di questa sera sono buoni"

Il letto era in una stanza appresso. Mia moglie mi procurò un pigiama e mi rimase vicino quasi fino al mattino.

Alle due di notte l'infermiere mi ripetè gli esami come alle sei del mattino.
"Buongiorno" , disse alle 6, " sono quà per l'ultimo prelievo. Quello delle due non segnalava niente di irregolare. Gli enzimi sono stabili. Tranquillo mi dia il braccio"

Alle 8, con l'ultimo esito in mano l'infermiere disse :
"Vada presso gli ambulatori, là hanno tutti gli esiti. Le faranno la lettera di dimissione".

Raggiunsi gli ambulatori. Fui accolto in una stanza dove mi dissero di aspettare, in quello accanto c'era una vera emergenza.
"Vorrà dire che tornero a casa un pò più tardi", pensando a chi, al di là della porta, stava sicuramente peggio di me.

L'emergenza fini prima del previsto e alla dottoressa che apparve chiesi :
"Mi hanno detto di passare di quà per farmi dare la lettera di dimissione prima di andare a casa"

Durante questa mia richiesta la dottoressa, guardò attentamente i tracciati, chiese all'infermiera di rifarmi un elettrocardiogramma e misurarmi la pressione.
Feci tutto con tranquillità pensando cosa potessero ancora confermare o smentire questi ultimi controlli.

La dottoressa esordì dicendo :

"Vede, io non sono sicura che lei non abbia problemi cardiaci, e per questo voglio levarmi ogni dubbio, quindi la ricovero per degli esami ulteriori. Lo faccio per puro scrupolo e per sgombrare qualsiasi dubbio"

Poi l'infermierà cominciò a compilare le "carte "necessarie al ricoverò mentre la dottoressa al telefono diceva a un suo collega :
"Hai mica un posto libero in terapia intensiva, avrei un paziente da portare lassù".
"Terapia Intensiva perchè?" , chiesi, "ma non dovevo andare a casa!"

Fui portato su una carrozzella su, in Terapia Intensiva, dalle parti dove avevo salutato per l'ultima volta mio padre 9 anni prima. In pochi minuti mi somministrarono un numero imprecisato di pastiglie e mi attaccarono a una flebo.
Rimasi li dieci minuti, poi tre giovani infermiere mi condussero in sala operatoria.
Nessuno mi aveva detto ancora niente su ciò che mi stava succedendo.

In sala operatoria il clima era molto rilassato, parlavano di musica. Capii che mi avrebbero fatto una coronografia.
Rimasi immobile per tre ore ad ascoltare e guardare video incomprensibili.
Verso le 13 tornai e mi dissero che avevo fatto un infarto. L'intervento era andato bene.
Era il 19 Agosto.

Dino Buzzati - Sette Piani

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