mercoledì 25 maggio 2011

Linux 13

 Succede qualche volta, per fortuna non troppo spesso, che un collega entri in ufficio dicendo :
“Abbiamo un problema, non si riescono più a recuperare dei dischi, alcune macchine non ripartono più”.

Mi torna alla mente, in casi come questo, la vicenda dell'Apollo 13 e le parole pacate del comandante della missione, Jim Lovell : “Huston , Abbiamo un problema”, con cui comunicava l'esplosione avvenuta nel modulo di servizio dell'astronave.

Il parallelo sembra fuori luogo, ma l'evidenza di un problema, anche se grave, è spesso veicolata con lo stesso senso della misura e senza inutili allarmismi.

Ho in parte perso l'abitudine ad affrontare in prima persona situazioni critiche, anche se, quelle vissute in passato, mi hanno insegnato a non farmi travolgere dalle emergenze.
In ogni caso, dopo qualche attimo di torpore, qualche timore affiora e ricerco nella conoscenza di quanto accaduto qualche conforto.

La conoscenza degli accadimenti, e soprattutto la loro comprensione, è una dei motivi di successo nella gestione delle crisi.
Questo vale in tutti i tipi di emergenze, siano queste di tipo naturale, tecnologico o altro ancora.

Poi la differenza la fanno gli uomini, il loro coraggio, la loro esperienza e le loro conoscenze, doti che permettono di distinguere chi improvvisa da chi ha la capacità di risolvere i problemi.

Normalmente queste persone non si lasciano travolgere delle emozioni e, hanno la capacità di mantenere livelli di concentrazione altissima per periodi molto lunghi, senza appannamenti e dubbi cruciali.

Non sempre le organizzazioni sanno riconoscere queste capacità, premiando, sempre e comunque le doti manageriali, anche quando queste non sono determinanti al raggiungimento dello scopo.

Per molto tempo in ambienti informatici il tecnico, lo specialista, è stato considerato una sorta di cantinaro a cui difficilmente si aprivano opportunità di carriera.

Quando invece nuove tecnologie diventano abilitanti all'innovazione e a cambiamenti epocali, riappare, rivalutato, colui che ha la conoscenza, e che ha intuito, da lontano, il vento del cambiamento, quando ancora era una brezza che nemmeno scompigliava i capelli.

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