Il navigatore è un'invenzione abbastanza recente, ma l'idea non è nuova.
Quando ero ragazzino mio padre mi portava con se quando doveva andare in un posto che non conosceva.
Mi diceva : “ Vieni con me così mi aiuti a trovare il posto e a tornare indietro”.
Quando ero ragazzino mio padre mi portava con se quando doveva andare in un posto che non conosceva.
Mi diceva : “ Vieni con me così mi aiuti a trovare il posto e a tornare indietro”.
Io lo accompagnavo, consultando al suo fianco la carta stradale e allo stesso tempo facevo attenzione alle poche indicazioni stradali, cercando di memorizzare, tra l'altro, la strada per il ritorno. Lui era tutto preso dalla guida, dai segnali stradali nonché dalle strade strette e tortuose di quegli anni. Siamo sempre arrivati per tempo e tornati a casa sani e salvi anche perché si partiva molto per tempo, temendo di sbagliare strada o di rimanere bloccati da un guasto alla macchina.
Mio padre già, a quei tempi, aveva pensato al navigatore : un figlio che guardava la carta stradale e cercava di capire dov’era guardandosi intorno, con il compito di fornirgli le indicazioni utili sulla strada da prendere.
Di satelliti a girare nel cielo per assistere i viaggiatori della terra, nemmeno l'ombra. Le stelle erano l'unico riferimento come migliaia di anni fa.
Di satelliti a girare nel cielo per assistere i viaggiatori della terra, nemmeno l'ombra. Le stelle erano l'unico riferimento come migliaia di anni fa.
Ho resistito alla tentazione del Navigatore satellitare per svariati anni. Ero convinto che i miei viaggi, quotidiani, ripetitivi e noiosi non avevano bisogno del satellite. Se dovevo andare a Milano prendevo il treno, per destinazioni più lontane c'era l'aereo e quelle poche volte che viaggiavo in auto, per terre sconosciute durante le vacanze, non mi spaventava la possibilità di perdermi.
Finché una mattina aggirandomi tra gli svincoli che collegano il passante di Mestre con l'autostrada A27 mi sono ritrovato, un po' per distrazione e un po' per stanchezza, a riciclare più volte tra i caselli di Venezia Est e Venezia Nord come se fossi entrato in orbita. Quando ne uscii decisi di dotarmi dell'assistente di viaggio, di qualcuno che mi accompagnasse tra svincoli e strade sconosciute. Non ero più il navigatore di una volta. Gli anni passano per tutti.
Così di li a pochi giorni iniziò la nuova era. Usavo il navigatore anche per andare a prendere il latte. Ne apprezzavo la capacità di prevedere l'ora di arrivo ma soprattutto quella di puntare sempre verso la meta richiesta anche in caso di deviazioni e soste impreviste. Gira che ti rigira mi portava sempre dove volevo.
Mai più ansia da ritardo, facevo meno attenzione ai cartelli e alla segnaletica. Tutto ciò era un toccasana per me che, nonostante la perdita di vista dovuta all'età, resisto a non voler mettere gli occhiali. Più di una volta ho girato ripetutamente intorno a un rotonda non riuscendo a leggere i cartelli al primo passaggio. Con il Navigatore il problema (degli occhiali) era risolto.
"Entrare nella rotonda e prendere la seconda a destra" , che altro non significa : "Tira dritto !", è solita dire gentilmente, la voce che esce dal minuscolo schermo appeso al parabrezza..
Nulla spaventa il mio assistente. Non esistono per lui strade sconosciute e spesso mi diverto a deviare per strade a caso per saggiarne le doti di orientamento. Niente, non perde mai la testa e trova sempre il percorso più adeguato, ritrattando anche scelte già fatte. Un' aiutante veramente all'altezza.
L'unico punto debole sono le mappe memorizzate che, nonostante l'aggiornamento, non riportano mai le più recenti opere stradali. In caso di "smarrimento", in ogni caso, appena ci si ritrova in una strada conosciuta lui riprende saldamente il timone.
Inesorabilmente però, si sta approssimando la nuova generazione dei Navigatori : quelli sempre connessi a Internet che minimizzeranno il problema degli aggiornamenti delle mappe, potendo sempre accedere alla versione più aggiornata. Molti di loro si baseranno su Google Maps : l'Iphone di Apple è stato uno dei primi.
E, sensibile come sono alle nuove tecnologie, con l'acquisto del nuovo smartphone, un Galaxy Tab, tra i nuovi software preinstallati ho trovato anche al versione Beta del navigatore di Google. La specifica Beta nell'informatica caratterizza un software ancora in via di completamento o in fase avanzata di test, per giustificarne eventuali comportamenti non conformi alle aspettative.
Incurante della qualifica Beta, due sere fà, all'uscita del lavoro, ho voluto metterlo alla prova. Così, impostato l'indirizzo di casa, dopo pochi secondi una voce femminile ha cominciato a indicarmi la strada da prendere.
Purtroppo ben presto ho realizzato che, ciò che pensava la signorina non combaciava con ciò che pensavo io e così appena la mia strada non ha coinciso più con le sue indicazione sono cominciate le prime incomprensioni.
"Tra 100 metri girare a destra e invertire il senso di marcia", continuava a ripetermi la signorina, all'approssimarsi di una qualsiasi via laterale. Voleva a tutti costi che seguissi le sue indicazioni.
Non se ne faceva una ragione, anche al passare dei km, come un normale Navigatore. Niente, non si smuoveva di un millimetro.
La cosa continuò per parecchi chilometri, e nonostante mi approssimassi a casa sempre più, la signorina non cambiava idea invitandomi con la stessa cadenza e insistenza a ritornare su i miei passi.
A pochi chilometri da casa la voce sintetica del Navigatore, smise di parlarmi, " Forse è sfinita", pensai guardando lo schermo nero del palmare. Pure lui, però, non dava più segni di vita.
Quel continuo, ossessivo tentativo di riportarmi sulla corretta via lo aveva prosciugato di ogni energia residua.
La nuova generazione, pur potendo far tesoro delle esperienze precedenti non sembra migliore, anzi sta ripercorrendo errori conosciuti, come se fosse destino dover sbagliare sulle solite cose.
Questo succede per i navigatori, come per i figli e in generale per le persone.
Nascere imparati è un lusso che non è permesso a nessuno.
Finché una mattina aggirandomi tra gli svincoli che collegano il passante di Mestre con l'autostrada A27 mi sono ritrovato, un po' per distrazione e un po' per stanchezza, a riciclare più volte tra i caselli di Venezia Est e Venezia Nord come se fossi entrato in orbita. Quando ne uscii decisi di dotarmi dell'assistente di viaggio, di qualcuno che mi accompagnasse tra svincoli e strade sconosciute. Non ero più il navigatore di una volta. Gli anni passano per tutti.
Così di li a pochi giorni iniziò la nuova era. Usavo il navigatore anche per andare a prendere il latte. Ne apprezzavo la capacità di prevedere l'ora di arrivo ma soprattutto quella di puntare sempre verso la meta richiesta anche in caso di deviazioni e soste impreviste. Gira che ti rigira mi portava sempre dove volevo.
Mai più ansia da ritardo, facevo meno attenzione ai cartelli e alla segnaletica. Tutto ciò era un toccasana per me che, nonostante la perdita di vista dovuta all'età, resisto a non voler mettere gli occhiali. Più di una volta ho girato ripetutamente intorno a un rotonda non riuscendo a leggere i cartelli al primo passaggio. Con il Navigatore il problema (degli occhiali) era risolto.
"Entrare nella rotonda e prendere la seconda a destra" , che altro non significa : "Tira dritto !", è solita dire gentilmente, la voce che esce dal minuscolo schermo appeso al parabrezza..
Nulla spaventa il mio assistente. Non esistono per lui strade sconosciute e spesso mi diverto a deviare per strade a caso per saggiarne le doti di orientamento. Niente, non perde mai la testa e trova sempre il percorso più adeguato, ritrattando anche scelte già fatte. Un' aiutante veramente all'altezza.
L'unico punto debole sono le mappe memorizzate che, nonostante l'aggiornamento, non riportano mai le più recenti opere stradali. In caso di "smarrimento", in ogni caso, appena ci si ritrova in una strada conosciuta lui riprende saldamente il timone.
Inesorabilmente però, si sta approssimando la nuova generazione dei Navigatori : quelli sempre connessi a Internet che minimizzeranno il problema degli aggiornamenti delle mappe, potendo sempre accedere alla versione più aggiornata. Molti di loro si baseranno su Google Maps : l'Iphone di Apple è stato uno dei primi.
E, sensibile come sono alle nuove tecnologie, con l'acquisto del nuovo smartphone, un Galaxy Tab, tra i nuovi software preinstallati ho trovato anche al versione Beta del navigatore di Google. La specifica Beta nell'informatica caratterizza un software ancora in via di completamento o in fase avanzata di test, per giustificarne eventuali comportamenti non conformi alle aspettative.
Incurante della qualifica Beta, due sere fà, all'uscita del lavoro, ho voluto metterlo alla prova. Così, impostato l'indirizzo di casa, dopo pochi secondi una voce femminile ha cominciato a indicarmi la strada da prendere.
Purtroppo ben presto ho realizzato che, ciò che pensava la signorina non combaciava con ciò che pensavo io e così appena la mia strada non ha coinciso più con le sue indicazione sono cominciate le prime incomprensioni.
"Tra 100 metri girare a destra e invertire il senso di marcia", continuava a ripetermi la signorina, all'approssimarsi di una qualsiasi via laterale. Voleva a tutti costi che seguissi le sue indicazioni.
Non se ne faceva una ragione, anche al passare dei km, come un normale Navigatore. Niente, non si smuoveva di un millimetro.
La cosa continuò per parecchi chilometri, e nonostante mi approssimassi a casa sempre più, la signorina non cambiava idea invitandomi con la stessa cadenza e insistenza a ritornare su i miei passi.
A pochi chilometri da casa la voce sintetica del Navigatore, smise di parlarmi, " Forse è sfinita", pensai guardando lo schermo nero del palmare. Pure lui, però, non dava più segni di vita.
Quel continuo, ossessivo tentativo di riportarmi sulla corretta via lo aveva prosciugato di ogni energia residua.
La nuova generazione, pur potendo far tesoro delle esperienze precedenti non sembra migliore, anzi sta ripercorrendo errori conosciuti, come se fosse destino dover sbagliare sulle solite cose.
Questo succede per i navigatori, come per i figli e in generale per le persone.
Nascere imparati è un lusso che non è permesso a nessuno.
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