La dietologa era sempre la stessa che avevo conosciuto quando mi dilettavo, non senza fatica nelle maratone.
A guardarla, mi venne da pensare che pure lei avrebbe avuto bisogno di una dietologa, forse vale anche per i dietologi il proverbio "il calzolaio cammina con le scarpe rotte".
La ricordavo più giovane, oltre che più magra e ad occhio e croce era invecchiata di quanto ero invecchiato io.
Diversamente da lei, io avevo già cominciato a sgretolarmi e per questo motivo ero stato convocato.
Non ricordo quale anno, doveva essere il 1994- 1995, io ero alle prese con la maratona e l'obiettivo continuo di migliorarmi.
Mi ero iscritto a una società di atletica, avevo un allenatore, seguivo tabelle di allenamento quasi da professionista e avevo deciso di curare anche la dieta.
Mi rivolsi quindi al reparto di medicina dello sport di un ospedale della zona e consultai la dietologa.
Già a quei tempi pesavo circa 65-66 Kg.
Mi sembrava di essere una piuma, mangiavo ciò che volevo e percorrevo circa 15 - 17 km di corsa al giorno.
Ero talmente magro che più di una volta i miei genitori, ma anche persone amiche, mi chiesero in tono confidenziale se per caso non fossi ammalato.
Ho sempre rassicurato tutti dicendo che stavo benissimo, anzi non ero mai stato così bene.
Inizialmente rimanevano comunque scettici, ma non vedendomi peggiorare probabilmente con il tempo si convinsero.
A quei tempi dissi alla dietologa che volevo migliorare i miei tempi di maratona. Avevo gia corso la maratona sotto le 3 ore e potevo considerarmi un buon maratoneta.
Subito mise l'accento sul peso : dovevo perdere un pò di peso , dai 65 Kg arrivare almeno fino ai 63 kg.
Mi prescrisse una dieta che prevedeva, forse 1600 o 1900 calorie.
Non riuscii mai a rispettarla completamente, continuando a correre e contemporaneamente cercando di dimagrire.
Periodicamente erano previste le visite di controllo in cui, tra le altre cose, c'era la verifica del peso. In vista di una di queste, ma penso sia stata l'ultima, dovevo arrivare ai 63 kg, ma il giorno prima mi accorsi di essere almeno un kilo sopra.
Quella mattina alle prime luci dell'alba uscii a correre, percorsi i miei 15 km di allenamento, poi rimessomi in sesto, andai alla visita senza toccare un goccio d'acqua e senza fare colazione.
Centrai il peso , ma fu l'ultima volta che vidi la dietologa.
Continuai comunque a correre senza l'assillo della dieta, raccogliendo per alcuni anni ancora soddisfazioni e benessere.
Il 29 gennaio, mi ritrovai davanti alla stessa dietologa ,non rivelai il mio passato, preferii essere un cardiopatico e basta.
Parlammo un pò di quello che mi era successo, ma scivolammo ben presto sugli altri problemi di cuore, sui miei problemi familiari e sugli stati d'animo sovrapposti che stavo vivendo.
Fu molto comprensiva, mi ascoltò con pazienza e non mancò di darmi dei consigli.
Finalmente poi si parlò di omocisteina, del valore 26 che gli esami avevano evidenziato, rispetto al 15 che era il tetto massimo della normalità.
Quindi acido folico per combatterla.
Dieta a base di cereali, frutti di bosco e yogurt a colazione.
Pranzo e cena con 70 grammi di pasta o 120 gr di carne. Legumi e verdura verde a volontà.
A metà mattinata qualche spremuta di arancia e lievito di birra.
Naturalmente tutto ciò non basta e qualche integratore alimentare aiuta.
Da quella data sono sulle piste dell'omocisteina, anche se non nego qualche sbandamento.
Il peso è stabile, anche se, pure questa volta, un paio di chili dovrei ancora perderli.
A maggio ci sarà il controllo, ma non ho l'assillo di nessun traguardo.
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