venerdì 6 aprile 2012

La Distrazione


Chissà cosa staranno pensando tutti i  militanti della Lega che fiduciosi e ossequiosi al capo gremivano Venezia o i raduni di Pontida, vestiti da Celtici con tanto di elmo e spada ?
Non oso pensare come alcuni di loro, oggi, userebbero quelle lance e quegli elmi ….

Il primordiale slogan “Roma Ladrona”, ritorna alla mente sinistro e beffardo. E’ stato il motto di un’onda impetuosa, un segno di ribellione di chi si sentiva onesto e migliore, ma è diventato con il tempo, il segno di un destino. A Roma basta sostituire Padania e la trasformazione è presto fatta.
Padania, il marchio su cui è stato incentrato il marketing della Lega, evaporerà come molte delle “ideologie” leghiste. Non potrà resistere al peso della vergogna ne al peso del raggiro perpetrato nei confronti di chi ci ha creduto fino in fondo. Per chi si troverà tra le mani la pesante eredità di far sopravvivere la Lega non sarà facile reinventare qualcosa in cui far credere la gente del Nord Italia.
La “genialità” di Bossi è stata quella di porre l’asticella talmente alta da sfiorare il sogno, ma proprio in quanto sogno è stata, negli ultimi 25 anni, l’utopia irraggiungibile dei suoi seguaci.
Egli è riuscito a  distrarre tutti dai problemi veri, allontanando sempre più la verifica, come un saltatore in alto che salta una misura per cimentarsi nella prossima. Ogni volta che serviva intorpidire le acque, nascondere il malessere e, oggi sappiamo, il malaffare, la grande utopia usciva dagli altari Celtici, simboleggiata dall’ampolla del Po o scandita nei roboanti discorsi di Pontida. Che strano il Popolo del Nord, tanto scaltro e efficiente nel lavoro quanto ingenuo e credulone davanti al “senatur” a cui per anni abbiamo perdonato ogni blasfemia come si fa, di solito, con una persona che non sa ne intendere ne volere.
Per intendere, intendeva e quel che voleva, lo ha preso a man basse.
Non tutte le persone del Nord Italia sono e sono stati Leghisti. In molti, in silenzio o brontolando ci siamo chiesti con che delega questi signori si sono appropriati della nostro senso di appartenenza e del nostro territorio senza nemmeno l’ombra di un voto di maggioranza.
L’arroganza della Lega è stato l’aver parlato in nome di troppi, come se le adunate di Pontida fossero la prova di un referendum plebiscitario.
Quante volte ho pensato : “Non in nome mio”, sentendo le aberrazioni dialettiche, talvolta razziste di questi personaggi. Mai mi sarei aggregato alle orde di guerrieri celtici provenienti dalla Brianza o dalle Valli Bergamasche, tante volte minacciate da Bossi.

Sembra di essere ritornati  negli anni 90, periodo della grande crisi dei partiti. Nel giro di qualche mese sono usciti di scena due dei più grandi artefici della politica scellerata degli ultimi venti anni.
Nel regime consolare (Monti - Napolitano) in cui stiamo transitando, Pd e PDL stanno sopravvivendo, solo grazie al supporto che stanno dando all'attuale governo, ma nei pressi delle elezioni del prossimo anno, nel caso il Professor Monti decida di non candidarsi, rischiano seriamente di esplodere o implodere.
Cosa stanno facendo gli Italiani ? Come sempre si mettono nelle mani di qualcuno. Fino a pochi mesi fa credevamo al “ghe pense mi” di Berlusconi, oggi hanno affidato il proprio futuro nelle mani e le capacità di un Professore e di un ex Comunista quasi novantenne, che data l’età, deve essere stato un comunista vero.

Dopo quanto sta succedendo viene spontaneo chiedersi a quale politica siamo destinati, quale nuovo significato dare a questa parola. Ci stiamo avviando verso la politica del condottiero illuminato o ritorneremo al quella dei partiti del secolo scorso ?
Ero pessimista nel pensare che la nostra educazione civica fosse ormai deteriorata al punto tale da dover attendere il naturale ricambio generazionale per rinnovarsi,. Oggi invece, sono un po’ più ottimista. Forse il buon esempio e la buona fede di una nuova classe dirigente può accelerare il processo di normalizzazione .
A confortarmi in questo è il forte impatto mediatico dei blitz contro l’evasione fiscale. Questi stanno sgretolando quella credenza "morale", che faceva degli evasori dei furbetti da imitare, piuttosto che etichettarli come dei semplici ladri.
Ora molti sentono il bisogno di più giustizia sociale e più senso di condivisione e appartenenza.

Ma la stagione che ci separa dalle prossime elezioni politiche è troppo breve perché possa attecchire una nuova coscienza civica. Forse ci servirebbe un periodo “consolare “ più lungo o come dice chi fa politica di una nuova fase Costituente, capace di rigenerare le coscienza di tutti aggiornando le regole alla luce della nuova realtà e dei passati disastri.
La politica, quella stantia e superata del secolo scorso, deve farsi da parte accettando un periodo di incubazione, in attesa che fioriscano nuove idee e nuove coscienze.

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